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Concetti Chiave

  • Il rigido rispetto delle diete auto-imposte nella bulimia porta a fallimenti ripetuti, demoralizzazione e auto-critica.
  • Comportamenti di compensazione disfunzionali come vomito auto-indotto, lassativi, digiuno ed esercizio fisico eccessivo seguono spesso le abbuffate bulimiche.
  • Nella bulimia, il "pensiero tutto o nulla" sostiene reazioni negative alla violazione delle regole dietetiche.
  • Il controllo ossessivo del corpo, il confronto sociale e il criticismo familiare sono fattori di mantenimento nell'anoressia nervosa.
  • Il "paradosso della falsa onnipotenza" descrive il controllo estremo ma inefficace degli eventi esterni ed emotivi nelle persone con disturbi alimentari.

Fattori di mantenimento della bulimia:

Indice

  1. Sforzo e fallimento nella bulimia
  2. Comportamenti compensatori e pensiero rigido
  3. Controllo ossessivo e criticismo familiare
  4. Meccanismi comuni nei disturbi alimentari
  5. Paradosso della falsa onnipotenza

Sforzo e fallimento nella bulimia

• Molte persone che hanno crisi di abbuffate compulsive esercitano costantemente un intenso sforzo su se stesse per seguire la ferrea dieta che si sono imposte. La persona pensa di dover seguire le regole alla lettera e sperimenta un senso di fallimento ogni volta che mangia di più rispetto a ciò che le regole permettono.

• Questo tipo di regime alimentare severo genera, inevitabilmente, ripetuti fallimenti, i quali innescano nella persona una intensa demoralizzazione ed una dolorosa auto-critica, che spesso sfocia nell'abbuffata.

Comportamenti compensatori e pensiero rigido

• In molti casi, inoltre, la crisi bulimica è seguita da comportamenti disfunzionali di compensazione quali vomito auto-indotto, uso improprio di lassativi e diuretici (purging), oppure da digiuno o esercizio fisico eccessivo finalizzato a compensare le calorie ingerite durante l'abbuffata.

• A sostenere questa reazione di fronte alla rottura delle regole dietetiche è uno stile di pensiero caratteristico di molte persone che soffrono di bulimia nervosa, definito "pensiero tutto o nulla».

• Il 23% ha un decorso cronico; raro il passaggio ad an; nel 20% a bed.

Controllo ossessivo e criticismo familiare

La persona affetta da AN esegue un check del corpo meticoloso e ossessivo, che costantemente la porta a guardarsi in ogni superficie riflettente (check visivo), toccarsi le ossa, i polsi, la vita e le cosce (check tattile), confrontare la propria immagine con quella degli altri (check sociale) e ricercare rassicurazioni sulla propria immagine corporea.

I principali fattori di mantenimento nell’AN sono descritti nell’immagine a destra; da sottolineare l’aumentato criticismo familiare, in cui i genitori non riescono a gestire questa situazione e quindi rischiano di peggiorarla, determinando un circolo vizioso e il conseguente sviluppo di un perfezionismo maladattivo, che può manifestarsi anche nella gestione del processo clinico, creando insoddisfazione nel rapporto paziente-curante.

Meccanismi comuni nei disturbi alimentari

I meccanismi comuni ai vari dca, che costituiscono la base per il mantenimento del disturbo, sono perciò

bassa autostima, perfezionismo, rimuginio e controllo.

• Rimuginio: continuare a pensare ad un evento o ad una situazione. Molto spesso ha a che fare con il terrore di aver acquistato qualche grammo e con le forme del controllo (soprattutto le persone affette da AN hanno un forte bisogno di controllo sul proprio corpo, su quello che ingeriscono, ecc.).

• Il perfezionismo è maladattativo in quanto spesso, questi pazienti, reagiscono con estremo dolore alle critiche ricevute.

I pazienti tendono a preoccuparsi per gli errori (sono perfezionisti), hanno un minor senso di autostima nonostante lo vogliano nascondere, hanno un’errata/scarsa percezione di controllo sugli eventi esterni e sugli stati emotivi interni rispetto ai soggetti non patologici. Questa sensazione di controllo, il rimuginio, ecc. non sono necessariamente sintomi/situazioni da considerare favorevoli.

Paradosso della falsa onnipotenza

Questo processo è riassumibile come “paradosso della falsa onnipotenza”, in quanto tali persone sviluppano un livello estremo di controllo su ciò che li circonda ma in realtà hanno scarse capacità di gestione sugli eventi esterni e sugli stati emotivi interni rispetto ai soggetti privi di tali disturbi.

Queste persone piano piano perdono tutte le loro competenze e i loro ruoli oltre che tutto ciò che sognavano di poter fare. Apparentemente sono un po’ “capricciose”, dominanti, molto attente ad essere accontentate ma tuttavia dietro a tutto ciò ci sono molti aspetti dolorosi.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i fattori di mantenimento della bulimia?
  2. I fattori di mantenimento della bulimia includono il seguire rigidamente una dieta, l'esperienza di fallimento quando si mangia di più rispetto alle regole, comportamenti di compensazione come il vomito auto-indotto e l'uso di lassativi, e uno stile di pensiero "tutto o nulla".

  3. Quali sono i comportamenti disfunzionali di compensazione associati alla bulimia?
  4. I comportamenti disfunzionali di compensazione associati alla bulimia includono il vomito auto-indotto, l'uso improprio di lassativi e diuretici, il digiuno e l'esercizio fisico eccessivo.

  5. Quali sono i principali fattori di mantenimento nell'anoressia nervosa?
  6. I principali fattori di mantenimento nell'anoressia nervosa includono il check del corpo meticoloso e ossessivo, il confronto con gli altri, la ricerca di rassicurazioni sulla propria immagine corporea e l'aumentato criticismo familiare.

  7. Quali sono i meccanismi comuni ai vari disturbi del comportamento alimentare?
  8. I meccanismi comuni ai vari disturbi del comportamento alimentare includono la bassa autostima, il perfezionismo, il rimuginio e il controllo.

  9. Cosa significa il "paradosso della falsa onnipotenza" nei disturbi del comportamento alimentare?
  10. Il "paradosso della falsa onnipotenza" si riferisce al fatto che le persone con disturbi del comportamento alimentare sviluppano un alto livello di controllo su ciò che li circonda, ma in realtà hanno scarse capacità di gestione sugli eventi esterni e sugli stati emotivi interni rispetto alle persone senza tali disturbi.

Domande e risposte

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