Concetti Chiave
- I disturbi alimentari nascono dal bisogno di controllo, focalizzandosi sul cibo, e dall'eccessiva importanza data a peso e forma.
- Fattori di mantenimento dei disturbi includono abbuffate post-restrizione, preoccupazione crescente, malnutrizione, isolamento sociale e controllo ossessivo.
- Protocolli di trattamento specifici per i disturbi alimentari considerano la gravità e le caratteristiche individuali del paziente.
- Interventi efficaci comprendono psicoeducazione alimentare, lavoro cognitivo su cibo e peso, e miglioramento dell'autostima.
- Il trattamento ambulatoriale non è adeguato per pazienti con BMI ≤ 15, perdita di peso estrema, instabilità medica o frequenti comportamenti di purga.
I dca originano da due esigenze:
1. mantenere il controllo su vari aspetti della vita, con focus soprattutto sul cibo;
2. importanza eccessiva data al peso e alla forma. Il risultato in entrambi i casi è la restrizione alimentare.
Indice
Circuito di mantenimento dei dca
Per ottenere il controllo su questo regime alimentare si instaura un circuito, i cui fattori di mantenimento sono:
1. abbuffate, come conseguenza della restrizione;
2. aumento della preoccupazione dopo le abbuffate;
3. sintomi di malnutrizione (la fame viene vista come una minaccia, deve essere vinta);
4. isolamento sociale, derivante dal fatto che la vita è scandita da rituali riguardanti il cibo;
5. comportamenti di controllo.
Protocolli e interventi per i dca
Attualmente si stanno sviluppando protocolli specifici per i vari DCA che tengono in considerazione la gravità della patologia e le caratteristiche del paziente.
Ci sono diverse strade che si possono percorrere:
• psicoeducazione alimentare, con l’ausilio di una dietista, per ristabilire un’alimentazione adeguata. Esistono interventi che permettono di entrare nel processo ideativo di un disturbo e invertire la direzione. Sono presenti dei centri che fanno un servizio di “day service” in cui l’approccio psicoterapeutico è legato alla gestione dei pasti, momento molto problematico per le persone affette da dca;
• lavoro cognitivo sul cibo, cioè modificare le correlazioni patologiche su cibo e peso e cambiarne nel tempo il rapporto;
• lavoro sull’autostima, andando a sradicare la sensazione di onnipotenza tipica dei pazienti con questi disturbi, al fine di portare alla consapevolezza di questa percezione per attenuarne gli effetti.
Trattamenti e difficoltà cognitive
Un trattamento ambulatoriale risulta inadeguato nel caso il/la pz presenti BMI ≤ 15, un calo ponderale estremo, segni o sintomi di instabilità medica ed elevata frequenza di vomito autoindotto, lassativi e/o diuretici.
Pur essendo tutte importanti, sono da ricordare con attenzione la difficoltà di mentalizzazione, ovvero per queste persone tutto diventa concreto e quindi presentano una forma mentale molto rigida, e le distorsioni cognitive.
All’interno di queste ultime, ricorrono maggiormente tre tipologie, e comprenderle è fondamentale al fine di accompagnare il pz verso la remissione:
• pensiero dicotomico: la gestione della dieta non è appropriata, o è ferrea o al contrario sregolata (frasi tipo: “ho mangiato un cucchiaino di marmellata, mi faccio così schifo che vorrei morire e adesso per almeno 10 gg non tocco cibo”);
• ipergeneralizzazione: il rapido giungere a conclusioni definitive e generiche sulla base di una singola evidenza (frasi tipo: “se oggi mangerò di più, poi mangerò sempre di più”, “se ho fatto un errore sbaglierò sempre”);
• anticipazione negativa: la persona trae conclusioni affrettate negative e anticipa che le cose andranno male (frase tipo: “è inutile che mi date il diario tanto non lo seguirò”).
Fenomeno dei siti pro-ana
Un fenomeno che fortunatamente è ormai scomparso è quello dei siti “pro-ana”, nei quali si incitavano le persone, generalmente ragazze, a perseguire uno stile di vita che portasse allo sviluppo e al mantenimento del quadro di anoressia.
Anche le ragazze già affette da anoressia che stavano cercando di uscirne, una volta capitate dentro questi forum trovavano lo stimolo inverso, ovvero quello a proseguire nella direzione della malattia.
Domande da interrogazione
- Quali sono le due esigenze che originano i disturbi alimentari?
- Quali sono i fattori di mantenimento del regime alimentare nei disturbi alimentari?
- Quali sono le diverse strade che si possono percorrere per intervenire nei disturbi alimentari?
- In quali casi un trattamento ambulatoriale risulta inadeguato per i disturbi alimentari?
- Quali sono le distorsioni cognitive più comuni nei disturbi alimentari?
Le due esigenze che originano i disturbi alimentari sono il mantenimento del controllo sulla vita, con un focus sul cibo, e l'importanza eccessiva data al peso e alla forma.
I fattori di mantenimento del regime alimentare nei disturbi alimentari includono le abbuffate come conseguenza della restrizione, l'aumento della preoccupazione dopo le abbuffate, i sintomi di malnutrizione, l'isolamento sociale e i comportamenti di controllo.
Le diverse strade che si possono percorrere per intervenire nei disturbi alimentari includono la psicoeducazione alimentare, il lavoro cognitivo sul cibo e il lavoro sull'autostima.
Un trattamento ambulatoriale risulta inadeguato per i disturbi alimentari quando il paziente presenta un BMI ≤ 15, un calo ponderale estremo, segni o sintomi di instabilità medica ed elevata frequenza di vomito autoindotto, lassativi e/o diuretici.
Le distorsioni cognitive più comuni nei disturbi alimentari includono il pensiero dicotomico, l'ipergeneralizzazione e l'anticipazione negativa.