Concetti Chiave
- Il paziente con disturbi psichiatrici sperimenta un senso di perdita, vergogna e sentirsi in trappola, influenzando le sue ambizioni e obiettivi futuri.
- Dopo un episodio psicotico, può emergere un alto livello di insight che, se non gestito, porta a sintomi depressivi, ma la terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a ristrutturarli.
- La vergogna esterna è alimentata dalla percezione di giudizio negativo da parte degli altri e influisce sull'autostima e il ruolo sociale del paziente.
- La vergogna interna deriva dalla percezione di inferiorità e inadeguatezza personale, e può combinarsi con ansia, rabbia e disprezzo di sé.
- La triade cognitiva negativa nel paziente comprende una visione negativa di sé, del mondo e del futuro, contribuendo a uno stato depressivo.
Valutazione cognitiva nei disturbi psichiatrici
Il paziente fa una valutazione cognitiva di quello che è diventato. Prova un senso di:- Senso di perdita (“ho perso tutte le mie ambizioni, la mia malattia mi impedirà di raggiungere i miei obiettivi”), soprattutto i ragazzi in età adolescenziale;
- Vergogna e umiliazione (“chissà che figure ho fatto? Chissà per quanto si ricorderanno di tutto questo?”, “non posso tenere la testa alta, sono un diverso”) purtroppo la nostra società umilia i pazienti psichiatrici, anche chi ha avuto solo due settimane di depressione;
- Sentirsi in trappola (”cosa posso fare adesso? Come posso riparare quello che è stato rotto?”, “non posso influenzare o controllare la mia malattia, il mio cammino è bloccato”). Il lavoro terapeutico corretto in un contesto solidale funziona, ma certamente c’è una perdita di valori e di obiettivi significativi: sposarsi, fare figli, avere un bel lavoro e una bella vita, tanti amici. È molto difficile togliere questa sensazione di “trappola”.
Si è scoperto che al termine dell’episodio psicotico il paziente ha un insight elevato: chi ha consapevolezza che si sia trattato di un bruttissimo sogno, presenta dei sintomi depressivi, che possono cadere in un quadro depressivo vero e proprio. Con una successiva terapia cognitivo-comportamentale è possibile rimodellare questi aspetti.
Esempio: uomo di 26 anni che discute dell’impatto psicologico del suo primo episodio psicotico al termine di un trattamento psicoterapeutico che ha tentato di ripristinare quello che era. “Mi ha fatto pensare al mio ruolo, ai miei sogni, facendoli diventare più realistici, plausibili, e realizzabili. In quel momento pensavo di non esistere, adesso costantemente mi chiedo: chi sono? Dove sono? So che le risposte cambieranno continuamente nel corso della mia vita.”
Il primo episodio è durissimo perché c’è un cambiamento totale del modo di vivere, la persona perde attrattiva, rango, ruolo sociale, status. Quindi il paziente comincia a elaborare il concetto di vergogna, sia esterna che interna, che è la peggiore.
Vergogna esterna: cosa un individuo pensa che gli altri pensino di lui o provino per lui.
• Crede di essere malgiudicato dagli altri, visto come inferiore, inadeguato o cattivo, socialmente non attraente, indesiderabile, non raccomandabile. Crede che gli altri pensino quello che pensano i suoi genitori (“sei un fannullone, non ti sei impegnato abbastanza”).
• Crede che gli altri possano provare nei suoi confronti rabbia, ansia, disprezzo o di essere ridicolizzato.
• Sentimenti di vergogna possono mescolarsi con sentimenti di ansia sociale, che può esitare in depressione o rabbia (tipico degli adolescenti di oggi) o qualche volta soltanto indifferenza.
Vergogna interna: cosa un individuo pensa di sé stesso.
• Ritiene sé stesso personalmente inferiore, inadeguato o cattivo. Fa un confronto sociale negativo, parla molto male di sé. (“non potrò mai più essere considerato una persona accettabile in quel contesto sociale”).
• Una persona che agisce in modo socialmente non attraente (“sono una persona non desiderabile”).
• La vergogna interna si mescola con sentimenti di ansia, rabbia, disprezzo o disgusto di sé.
Da questi vissuti insorge la triade cognitiva negativa:
• Visione negativa di sé (“sono inutile, anzi dannoso”)
• Visione negativa del mondo (“non potrò mai essere una figura gradevole, tutti mi odiano”)
• Visione negativa del futuro (“tutto è inutile, tutto è senza scopo”)
Domande da interrogazione
- Quali sono i sentimenti che il paziente può provare durante la valutazione cognitiva?
- Cosa può causare la vergogna esterna nel paziente?
- Cosa può causare la vergogna interna nel paziente?
- Cosa comprende la triade cognitiva negativa?
- Quali sintomi possono manifestarsi dopo un episodio psicotico?
Il paziente può provare un senso di perdita, vergogna e umiliazione, e sentirsi in trappola.
La vergogna esterna può essere causata dal pensiero che gli altri lo giudichino negativamente, lo considerino inferiore o indesiderabile.
La vergogna interna può essere causata dal pensiero che il paziente stesso si consideri inferiore, inadeguato o cattivo.
La triade cognitiva negativa comprende una visione negativa di sé, del mondo e del futuro.
Dopo un episodio psicotico, il paziente può manifestare sintomi depressivi che possono evolvere in una vera e propria depressione.