Concetti Chiave
- L'embolizzazione selettiva è una procedura minimamente invasiva utilizzata per occludere vasi arteriosi o venosi che alimentano una lesione.
- La tecnica dell'embolizzazione, originariamente sviluppata negli anni '70, non utilizza più sangue autologo ma dispositivi come le spirali di Gianturco.
- Le spirali di Gianturco funzionano come molle, occludendo i vasi sanguigni quando vengono rilasciate all'interno del catetere.
- In casi di emorragia addominale, i circoli collaterali possono mantenere la perfusione degli organi anche se arterie principali sono chiuse.
- Un'errata interpretazione radiografica può peggiorare un'emorragia, ma l'uso tempestivo di spirali può risolvere la situazione mantenendo la vascolarizzazione.
In questa condizione si può vedere una raccolta che distende tutto il mesentere e il mesocolon trasverso e che necessita di drenaggio, o decongestionamento, per via delle importanti dimensioni. In questa tc si osserva anche lo spot di contrasto che evidenzia il sangue arterioso che fuoriesce dall’arteria e viene tamponato dalla raccolta. Ci si chiede quindi come poter intervenire su una tale situazione, poiché l’intervento in chirurgia open non è certo possibile. Viene quindi introdotto il tema dell’embolizzazione selettiva.
Indice
Storia dell'embolizzazione a Roma
L'embolizzazione è una procedura non-chirurgica, minimamente invasiva, che consiste nell'occlusione selettiva di uno o più vasi arteriosi o venosi che riforniscono la lesione. Una delle prime embolizzazioni fu’ eseguita a Roma negli anni ’70, su un carabiniere al quale avevano sparato con emorragia non arrestabile nemmeno dopo due accessi in sala operatoria. Il radiologo utilizzò il sangue del paziente stesso per generare un coagulo che fu poi reintrodotto tramite catetere nella sede di danno.
Tecniche moderne di embolizzazione
Attualmente non vengono più effettuate le embolizzazioni da sangue autologo ma al loro posto si utilizzano dei device quali le spirali di Gianturco. Il funzionamento è analogo ad una molla prima trazionata poi rilasciata, la spirale viene linearizzata finche posizionata nel catetere e, quando questo viene rimosso, si “arrotola” come una molla aumentando le sue dimensioni e occludendo il vaso.
Caso clinico di emorragia addominale
In questa immagine si può osservare la situazione post-operatoria di una paziente con emorragia addominale tamponata dalle adiacenti raccolte, trattata con embolizzazione selettiva. Dopo pochi giorni, la paziente collassa per rottura del tripode celiaco. Ciò che è importante osservare è come, nonostante la grossa perdita ematica, i circoli collaterali riescano a mantenere una sufficiente perfusione degli organi. Il tripode, l’arteria splenica e l’arteria epatica comune sono chiuse ma la vena porta è pervia, quindi il fegato è ben irrorato e la milza mostra solo un piccolo focolaio infartuale.
Errore nell'interpretazione radiografica
Il professore espone il caso di un pz giovane con pancreatite acuta al cui era stato precedentemente posizionato uno stent tra la raccolta e lo stomaco. Il pz ritorna in PS per ematemesi; viene eseguita TC la quale dimostra uno stomaco molto disteso con raccolta sovrafluida, verosimilmente coaguli, ma non si riesce comunque a identificare delle chiare aree di sanguinamento. La arteria splenica, tuttavia, già alla TC mostra delle stranezze, come se il contrasto venisse progressivamente perso. Chi ha guardato la Tc ha quindi ipotizzato che fosse un unico tratto di arteria la causa di sanguinamento e che, applicando uno stent che coprisse il tratto di parete lacerato, si poteva risistemare il quadro mantenendo cionondimeno vascolarizzata la milza. Il paziente viene di conseguenza portato in angiografia dove, tuttavia, si rivela l’interpretazione sbagliata: inserendo lo stent in splenica ci si rende conto che l’arteria non è lacerata, bensì spezzata in due e ciò che si vedeva al quadro radiografico era in realtà un coagulo che mimava la forma dell’arteria stessa; come non bastasse l’intervento non è stato solo errato, ma ha anche peggiorato il quadro, in quanto, con la guida di inserimento dello stent si è rimosso il coagulo che parzialmente arginava l’effluvio ematico, determinando, di conseguenza, un peggioramento dell’emorragia. Viene a questo punto posizionata velocemente una spirale per chiudere a valle l’emorragia e il quadro si risolve, pur mantenendo la vascolarizzazione della milza, che è garantita dalla gastroepiploica.
Domande da interrogazione
- Cosa è l'embolizzazione selettiva?
- Qual è il dispositivo utilizzato al posto delle embolizzazioni con sangue autologo?
- Come funziona una spirale di Gianturco?
- Quali sono i vasi chiusi nel caso di emorragia addominale trattata con embolizzazione selettiva?
- Come viene risolta un'emorragia dopo un intervento errato di inserimento di uno stent?
L'embolizzazione selettiva è una procedura non-chirurgica che consiste nell'occlusione selettiva di uno o più vasi arteriosi o venosi che riforniscono una lesione.
Al posto delle embolizzazioni con sangue autologo, vengono utilizzate delle spirali di Gianturco.
Una spirale di Gianturco viene linearizzata e posizionata nel catetere, e quando il catetere viene rimosso, la spirale si "arrotola" come una molla aumentando le sue dimensioni e occludendo il vaso.
Nel caso di emorragia addominale trattata con embolizzazione selettiva, il tripode celiaco, l'arteria splenica e l'arteria epatica comune sono chiusi, ma la vena porta è pervia.
Dopo un intervento errato di inserimento di uno stent, l'emorragia viene risolta posizionando velocemente una spirale per chiudere a valle l'emorragia.