Concetti Chiave
- L'embolizzazione è una tecnica di occlusione vascolare tramite corpi estranei o agenti che stimolano la proliferazione della parete vascolare.
- Le tecniche di embolizzazione possono utilizzare materiali come spirali metalliche, palloncini in silicone e liquidi emostatici per chiudere i vasi.
- È essenziale una profilassi antibiotica prima dell'embolizzazione per prevenire infezioni post-procedura.
- La sindrome post-embolizzazione è caratterizzata da sintomi come febbre e dolore, trattabili con antiinfiammatori e antiemetici.
- L'embolizzazione può risolvere complicanze vascolari, come pseudoaneurismi, senza necessità di interventi chirurgici maggiori.
Diagnostica delle embolizzazioni
Un’altra possibile applicazione degli accessi invasivi utilizzati un tempo in radiologia per la diagnostica dei vasi, oltre all’angioplastica, è quella della embolizzazione.L’embolizzazione è l’occlusione di un vaso mediante l’introduzione di un corpo estraneo, e, più in generale comprende anche ogni altra occlusione vascolare ottenuta mediante l’induzione di una proliferazione reattiva della parete vascolare. Invece la procedura di chiusura dei vasi eseguita in laparotomia prende il nome di legatura.
I sistemi per chiudere sia le arterie che le vene sono due:
● Corpi estranei che, dentro il lume, chiudono il vaso
● Agenti che inducono proliferazione reattiva della parete vasale. Di solito la sostanza è alcool, che induce coagulazione e fa chiudere il vaso (scleroterapia), che diventa fibroso. Questo sistema è più semplice da applicare alle vene, come ad esempio nel caso delle varici, perché nelle arterie il flusso molto più veloce tende a far scorrere via il liquido iniettato, anche se l’alcool, in casi eccezionali, può comunque essere usato anche per le arterie.
L’embolizzazione dei vasi arteriosi si utilizza:
Sono stati letti dal professore solo i primi quattro punti Il materiale necessario per l’embolizzazione arteriosa:
● un accesso arterioso, che può essere femorale o omerale;
● il catetere guida (per visualizzare l’arteria che si sta embolizzando);
● un catetere coassiale operativo che rilascia gli emboli;
● gli emboli (o corpi estranei), che possono essere di vario tipo: metallici (come le spirali, inventate da Gianturco, ed i plugs, una variante della spirale), palloncini in silicone (usati sempre meno), i liquidi emostatici, microsfere (di sostanze plastiche), sigillanti (colle), alcool e farmaci sclerosanti.
Deve sempre essere programmata una profilassi antibiotica: (da slide) teicoplanina 400mg immediatamente prima della procedura. Ogni volta che si realizza un’embolizzazione, si determinerà un’ischemia nella zona in cui l’arteria viene chiusa. Infatti, dopo la procedura, è tipica la sindrome post-embolizzazione, data dalle citochine infiammatorie rilasciate dal tessuto ischemico, caratterizzata da: febbre, dolore, nausea, vomito e leucocitosi. La terapia non prevede antibiotici, ma antiinfiammatori, antiemetici ed idratazione. Se la febbre dura più di quattro giorni verosimilmente non si tratta più di sindrome post-embolizzazione ma, si tratta di una complicanza di quest’ultima, ovvero l’infezione.
Nella situazione dell’immagine, quindi, posizionando il catetere della nefrostomia, è stato lesionato un ramo dell’arteria renale, con formazione di uno pseudoaneurisma che comunica con la via escretrice. Qui non si può intervenire chirurgicamente perché è impensabile dare punti all’interno del rene, bisognerebbe, quindi, rimuovere il rene. Invece, grazie all’embolizzazione, è possibile risolvere la situazione, posizionando delle spirali di Gianturco (immagine a dx) che vanno a chiudere solo quell’arteria danneggiata, a monte della rottura, mantenendo il rene: i rami dell’arteria renale sono terminali, quindi basta anche solo una spirale posta a monte della lesione per chiudere un ramo. La perdita di parenchima, valutabile alla parenchimografia, corrisponde proprio al triangolo di parenchima che era danneggiato dallo pseudoaneurisma, non ci sono state.
Domande da interrogazione
- Qual è l'applicazione degli accessi invasivi utilizzati in radiologia?
- Cosa si intende per embolizzazione?
- Quali sono i sistemi per chiudere le arterie e le vene?
- Quali sono i materiali necessari per l'embolizzazione arteriosa?
L'applicazione degli accessi invasivi utilizzati in radiologia è la diagnostica dei vasi.
L'embolizzazione è l'occlusione di un vaso mediante l'introduzione di un corpo estraneo o l'induzione di una proliferazione reattiva della parete vascolare.
I sistemi per chiudere le arterie e le vene sono corpi estranei che chiudono il vaso o agenti che inducono la proliferazione reattiva della parete vasale.
I materiali necessari per l'embolizzazione arteriosa sono un accesso arterioso, un catetere guida, un catetere coassiale operativo e gli emboli.