Concetti Chiave
- I mastociti e i basofili rilasciano mediatori che causano vasodilatazione, edema e broncocostrizione, con effetti immediati e tardivi.
- La degranulazione dei mastociti provoca una reazione allergica immediata, seguita da una reazione tardiva con danni tissutali.
- L'ingresso dell'allergene, sia endovenoso che sottocutaneo, determina la gravità della reazione IgE-mediata, da locale a sistemica.
- L'inalazione e l'ingestione di allergeni colpiscono rispettivamente l'apparato respiratorio e intestinale, causando rinite, asma, vomito e diarrea.
- Il trattamento delle reazioni allergiche include antistaminici, β-agonisti, corticosteroidi e terapie di desensibilizzazione per modulare la risposta immunitaria.
Indice
Attivazione dei mastociti
Dopo l’attivazione di un mastocita o di un granulocita basofilo, viene rilasciato il contenuto dei granuli. Tra il contenuto dei granuli preformati abbiamo ammine vasoattive (es. istamina) che, a livello delle cellule endoteliali, provocano vasodilatazione e quindi perdita di liquidi attraverso i vasi con formazione di edema. I mediatori lipidici invece (PGD2, PAF e LTC4) agiscono a livello della muscolatura liscia determinando la broncocostrizione e l’ipermotilità intestinale.
Infiammazione e danno tissutale
La produzione di citochine e mediatori lipidici porta a una situazione di infiammazione, mentre gli enzimi (come la triptasi) provocano un danno tissutale per agire sul tessuto dove si trova il “parassita” ed eliminarlo. La produzione di determinate chemochine prodotte a livello dell’epitelio del sito della reazione allergica, con C5a, PAF e LTB4 prodotto dai mastociti, provoca il reclutamento dei granulociti eosinofili. Gli eosinofili attivati agiscono rilasciando il contenuto dei loro granuli (proteina cationiche come la proteina basica maggiore), che va a provocare la morte dei parassiti e delle cellule ospiti, ed enzimi (es. perossidasi eosinofila) che provocano danno tissutale.
L’aumento della permeabilità vascolare e la stimolazione della contrazione delle cellule muscolari lisce provocano la reazione tipica con gonfiore e rossore. Se si ha una reazione prolungata, potrà formarsi un eczema in quanto la cute arrossata può creare vere e proprie bolle che andranno a desquamarsi.
Reazioni allergiche immediate e tardive
Nel giro di meno di 15-20 minuti dall’esposizione all’antigene si ha il picco della manifestazione clinica immediata data la degranulazione dei mastociti, che determina il rilascio delle ammine vasoattive. La situazione torna nuovamente alla normalità ma, tra le 4 e le 12 ore successive si verifica una reazione più tardiva. Essa prevede il rilascio delle componenti lipidiche, il reclutamento degli eosinofili ed eventuale danno tissutale.
Vie di entrata dell'allergene
La dose e la via di entrata dell’allergene determinano il tipo della conseguente reazione IgE-mediata. Per quanto concerne i mastociti del connettivo, l’entrata può essere endovenosa o sottocutanea. Nel caso avvenga la prima, si verifica una reazione sistemica; attraverso un capillare entra l’allergene e si lega alle IgE che rivestono i mastociti in tutti i tessuti. Questo causa un rilascio di istamina che agisce sui vasi incrementando la permeabilità e portando un effetto che, a dose basse è un rigonfiamento dei tessuti, mentre ad alte dosi, può essere shock anafilattico. Per via sottocutanea, avviene un rilascio solo locale di istamina che causa una reazione di gonfiore e arrossamento.
Effetti dell'inalazione e ingestione
I mastociti della mucosa possono essere raggiunti attraverso altre due modalità: inalazione e ingestione. Con l’inalazione viene colpito l’apparato respiratorio. Le vie respiratorie superiori potranno presentare rinite allergica, causata da aumento della produzione di muco e da irritazione della mucosa nasale. Le vie respiratorie inferiori, a causa della contrazione del muscolo bronchiale liscio e all’aumento della secrezione mucosa, possono presentare asma. L’ingestione provoca effetti a livello intestinale. La contrazione del muscolo liscio dell’intestino, per il rilascio di istamina, indurrà vomito e diarrea. L’antigene si diffonderà anche a livello dei vasi andando a causare orticaria a livello cutaneo e anafilassi.
Inibizione degli effetti allergici
Per agire sull’azione degli inibitori si inibiscono gli effetti dei mediatori sui recettori specifici o la sintesi di specifici mediatori. Questo avviene attraverso antistaminici, -agonisti, bloccanti dei recettori dei leucotrieni e inibitori della via della lipossigenasi. Con i corticosteroidi si ha un effetto antiinfiammatorio generalizzato che va a bloccare reazioni infiammatorie croniche. Per bloccare la risposta di TH2 si agisce attraverso l’induzione di cellule T regolatrici. Questo avviene attraverso la terapia di desensibilizzazione, cioè iniettando l’antigene specifico per vie diverse. Per bloccare l’attacco delle IgE al mastocita si procede con l’uso di anticorpi anti IgE (es. omalizumab).
Domande da interrogazione
- Quali sono gli effetti dei mediatori lipidici rilasciati dai mastociti?
- Come avviene il reclutamento dei granulociti eosinofili durante una reazione allergica?
- Quali sono le conseguenze di una reazione allergica prolungata sulla pelle?
- In che modo la via di entrata dell'allergene influenza la reazione IgE-mediata?
- Quali trattamenti sono disponibili per inibire gli effetti dei mediatori dell'ipersensibilità?
I mediatori lipidici come PGD2, PAF e LTC4 causano broncocostrizione e ipermotilità intestinale agendo sulla muscolatura liscia.
Il reclutamento avviene grazie alla produzione di chemochine e mediatori come C5a, PAF e LTB4, che attirano gli eosinofili al sito della reazione allergica.
Una reazione prolungata può portare alla formazione di eczema, con la pelle arrossata che sviluppa bolle che si desquamano.
La via di entrata, come endovenosa o sottocutanea, determina se la reazione sarà sistemica o locale, influenzando il rilascio di istamina e la gravità della risposta.
I trattamenti includono antistaminici, β-agonisti, bloccanti dei recettori dei leucotrieni, inibitori della via della lipossigenasi, corticosteroidi e anticorpi anti IgE come omalizumab.