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Concetti Chiave

  • La citologia della leucemia mieloide cronica evidenzia due popolazioni neoplastiche, indicando la sindrome di Richter, un'evoluzione a Linfoma B diffuso a grandi cellule.
  • La malattia risponde bene all'immuno-polichemioterapia, con una significativa riduzione del SUV, ma i linfomi aggressivi tendono a recidivare.
  • La traslocazione t(8;14) è caratteristica, con l'associazione del protooncogene Bcl-2 al promotore dell'IgH, e si conferma tramite immunoistochimica o FISH.
  • Gli istopatologici mostrano follicoli Bcl-2 positivi nei linfonodi, che appaiono monotoni e non rispondono a stimoli neoplastici, spesso evolvendo in forme più aggressive.
  • Il linfoma può localizzarsi in vari tessuti, manifestandosi con poliposi linfomatoide, e risponde alle terapie convenzionali, ma è incline a recidive.

Citologia della leucemia mieloide cronica

La citologia permette di vedere che sono presenti tante cellule grandi per essere un linfoma a piccole cellule, dato che viene confermato dall’istologia. L’immunoistochimica mette in risalto come sia mantenuto il CD20, ma non tutte le cellule sono più CD5, le più grandi sono negative. Viene valutato anche l’indice replicativo in Ki67, che evidenzia un aumento del 2-5% rispetto ai valori che si riscontrano usualmente nella LCC.
Viene quindi dedotto che ci sono due popolazioni neoplastiche: è la sindrome di Richter, un’evoluzione a Linfoma B diffuso a grandi cellule.
Viene sottoposto ad un’immuno-polichemioterapia e si riduce il SUV della patologia (da 21 a 5,3), scompare la massa: i linfomi aggressivi tendono a rispondere molto bene alla chemioterapia, ma anche a ripresentarsi. Un SUV alto in un linfonodo può essere dato anche da uno stato infettivo che funge da mimicker di un’evoluzione del linfoma (ad esempio, Herpes Simplex o CMV). Esistono dei marcatori per verificarlo, oltre alla morfologia peculiare che assume una cellula infettata da un virus. La LCC può restare tale per sempre, oppure se acquisisce le mutazioni necessarie, può evolvere in un linfoma più aggressivo (comune a tutti i linfomi indolenti). È molto frequente, deriva anch’esso dai linfociti B periferici. Spesso è indolente, ma è fastidioso perché è molto recidivo. Porta la sua base in una traslocazione particolare che vede la giustapposizione del protooncogene Bcl-2 al promotore dell’IgH (t(8;14)). A livello istopatologico, si vedono tanti follicoli nel linfonodo, che sono Bcl-2 positivi e che non reagiscono a stimoli neoplastici. Diventano molto monotoni e monomorfi, non mantengono la normale polarità funzionale. Vi è anche un’invasione da parte del tessuto adiposo. Si conferma con immunoistochimica ed eventualmente con FISH. Per dare un grading, si valutano quanti centroblasti ci sono in ogni follicolo. Risponde a Rituximab, anche se con recidive. Deriva anch’esso dai linfociti B periferici (rappresenta il 3-10% dei linfomi B). È una forma intermedia tra indolente ed aggressivo (si possono manifestare entrambe). Presenta la t(11-14) in tutti i casi, che giustappone il gene della ciclina D1 al gene delle immunoglobuline. La diagnosi è spesso in uno stadio avanzato, dai 60 anni in poi.

Localizza nei tessuti, per cui a volte può avere sia localizzazione nel linfonodo ma anche a livello colico e si manifesta con poliposi linfomatoide (ma anche nel polmone, nei tessuti molli). Risponde alle convenzionali immunochemioterapie, ma di solito recidiva. È CD20 e CD5 positivo, ma si può eseguire anche la marcatura per la ciclina D1. Di solito non si fa la FISH perché si è consapevoli ci sia la traslocazione.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche citologiche della leucemia mieloide cronica?
  2. La citologia mostra la presenza di cellule grandi, confermata dall'istologia, e l'immunoistochimica evidenzia il mantenimento del CD20, mentre le cellule più grandi sono negative per CD5.

  3. Cos'è la sindrome di Richter e come si manifesta?
  4. La sindrome di Richter è un'evoluzione a Linfoma B diffuso a grandi cellule, caratterizzata da due popolazioni neoplastiche e un aumento dell'indice replicativo in Ki67.

  5. Qual è il ruolo del SUV nella diagnosi e nel monitoraggio dei linfomi?
  6. Un SUV alto può indicare un linfoma aggressivo o uno stato infettivo, e la riduzione del SUV dopo immuno-polichemioterapia indica una buona risposta al trattamento.

  7. Quali traslocazioni genetiche sono comuni nei linfomi indolenti e aggressivi?
  8. Nei linfomi indolenti, la traslocazione t(8;14) coinvolge il protooncogene Bcl-2, mentre nei linfomi più aggressivi è comune la t(11-14), che giustappone il gene della ciclina D1 al gene delle immunoglobuline.

Domande e risposte