Concetti Chiave
- Le manifestazioni gravi coinvolgono organi vitali e possono essere trattate con steroidi, immunosoppressori, e in alcuni casi plasmaferesi.
- Il Rituximab è frequentemente utilizzato come trattamento anti-Cd20, specialmente in pazienti con infezioni gravi o Hcv.
- La plasmaferesi può abbassare rapidamente il criocrito, ma non è una soluzione continuativa, necessitando di trattamenti settimanali.
- Il paziente del caso clinico ha manifestato sintomi preoccupanti come tosse e dolore toracico, che hanno portato a una diagnosi di broncopolmonite.
- Dopo il trattamento antibiotico domiciliare senza miglioramento, il paziente è stato ricoverato per ulteriori accertamenti.
Cause di manifestazioni gravi a carico di organi
Le manifestazioni gravi sono quelle che interessano gli organi vitali come nefropatia o epatite attiva e si possono utilizzare steroidi o immunosoppressori. Come terapia, in base al valore del criocrito, può essere preso in considerazione anche la plasmaferesi: viene però considerata di seconda linea perché è impegnativa e non sempre efficace. Si usano molto di più invece gli anti-Cd20 come il Rituximab.Naturalmente, nei pazienti Hcv positivi si può considerare il trattamento per eradicare Hcv con interferone o ribavarina.
Se è presente un’infezione grave è lecito utilizzare anche il Rituximab o un’immunosoppressore ma in associazione con la terapia antivirale.
In alcune situazioni è preferibile prima fare un ciclo di terapie antivirale, in modo da evitare una fase attiva dell’infezione e poi usare l’immunosoppressore. Se ovviamente è presente un quadro linfomatoso si utilizzerà una chemioterapia.
Attenzione che oltre a Hcv, Hbv e Hiv anche Ebv e il Cmv sono agenti eziologici da considerare. Molto spesso non viene fatta l’analisi delle proteine virali ma ci si limita alla ricerca sierologica che potrebbe essere poco indicativa perché le IgM possono rimanere in circolo anche dei mesi.
Nel caso del paziente del caso clinico la terapia utilizzata, poiché il paziente aveva fatto diversi approcci con scarso risultato e anche terapia con immunoglobuline alle quali aveva avuto una reazione avversa, si è utilizzata la plasmaferesi. Nel frattempo, aveva iniziato terapia con Rituximab e aveva anche la terapia con antivirale.
Il criocrito era del 28% ad inizio del ricovero, era poi sceso al 3% dopo la plasmaferesi e risalito a 26% dopo la terapia con Rituxmab.
Il calo repentino è spiegato dalla plasmaferesi che ha un effetto immediato e l’aumento al 26% è dovuto al fatto che non è però una terapia continuativa; infatti, viene fatto circa una volta a settimana e aspettandosi che ci sia una progressiva diminuzione del criocrito. L’uomo accede in Ps per tosse, dolore toracico e febbre.
Il paziente è giovane con una professione con attività fisica importante, quindi il fatto che si rivolga al pronto soccorso vuol dire che percepisce la situazione in maniera veramente preoccupante (generalmente un paziente non si presenta per situazioni banali); è probabile che la sintomatologia durasse da tempo.
Clinicamente il paziente è in buone condizioni, il dolore toracico riferito non è tale da richiedere un intervento immediato. Viene eseguita una rx torace: si osserva un addensamento alla base polmonare di destra. Se l’anamnesi è muta è importante essere sospettosi e verificare se effettivamente fosse così: è importante indagare se ci sono disturbi in cronico, magari sottovalutati dal pz, che richiedono diagnosi e terapia.
Il paziente è quindi anemico (anemia normocromica normocitica; dato fornito dalla prof.ssa). Questa anemia può essere legata ad un processo infiammatorio in corso da qualche tempo.
Viene formulata diagnosi di broncopolmonite e viene dimesso con terapia antibiotica domiciliare per os. Dopo una settimana, non vi è miglioramento e il pz si presenta nuovamente in Ps; non c’è stata risposta all’antibiotico, segue il ricovero.
Domande da interrogazione
- Quali sono le opzioni terapeutiche per le manifestazioni gravi che interessano gli organi vitali?
- Come viene gestita un'infezione grave in pazienti Hcv positivi?
- Quali agenti eziologici devono essere considerati oltre a Hcv, Hbv e Hiv?
- Qual è stata la risposta del paziente alla terapia con plasmaferesi e Rituximab?
Le opzioni includono l'uso di steroidi, immunosoppressori, plasmaferesi e anti-Cd20 come il Rituximab. La plasmaferesi è considerata di seconda linea.
Si può considerare il trattamento antivirale con interferone o ribavarina, e in caso di infezione grave, l'uso di Rituximab o immunosoppressori in associazione con la terapia antivirale.
Oltre a Hcv, Hbv e Hiv, devono essere considerati anche Ebv e Cmv come agenti eziologici.
Il criocrito del paziente è sceso dal 28% al 3% dopo la plasmaferesi, ma è risalito al 26% dopo la terapia con Rituximab, indicando che la plasmaferesi ha un effetto immediato ma non continuativo.