Concetti Chiave
- Il cinema, introdotto dai fratelli Lumière, è considerato la più giovane tra le arti figurative, evolvendo la fotografia in un'esperienza dinamica.
- Nonostante la capacità di riprodurre il movimento, cinema e fotografia sono interpretazioni della realtà, influenzate da scelte registiche come inquadrature e montaggi.
- Il cinema oscilla tra il sogno surreale e l'aderenza alla vita quotidiana, come dimostrato dai film surrealisti di Luis Bunuel e dal neorealismo italiano.
- Grandi registi e teorici internazionali hanno elevato il cinema a un'arte estetica, mentre il pubblico di massa si è spesso orientato verso film commerciali meno impegnativi.
- L'avvento della televisione e del videoregistratore ha trasformato la fruizione del cinema da collettiva a individuale, riducendo l'acculturazione di massa attraverso il dibattito pubblico.
Arte: il cinema
La cinematografia, resa possibile dagli apparecchi di ripresa e proiezione dei fratelli Auguste (1862-1954) e Louis (1864-1948) Lumière, francesi, può essere considerata la più giovane arte figurativa. La fotografia, nata ad opera del francese Louis-Jacques Daguerre (1789-1851) e dell’inglese William Henry Fox Talbot (1800-1877), riproduceva la realtà immobile; il cinema consentì di riprodurla in movimento e di renderne pienamente l’illusione con l’avvento del sonoro e del colore.
Tuttavia, né la fotografia né il cinema sono specchi fedeli della realtà oggettiva, bensì ne costituiscono interpretazioni: si pensi all’inquadratura e al montaggio, che riflettono scelte oggettive di angoli visuali e di sequenze. In particolare, il cinema nelle sue realizzazioni artistiche ha continuato ad oscillare fra i poli del sogno, come nei films surrealisti del regista spagnolo Luis Bunuel (1900-1983), e dell’aderenza alla vita di tutti i giorni, come nel neorealismo italiano del secolo dopoguerra. In campo internazionale grandi teorici come l’ungherese Béla Balàzas (1884-1948), registi della statura di Sergej Michailovic Eizenstein (1898-1948), sovietico, di Akira Kurosawa (nato nel 1910), giapponese, di Ingmar Bergman (nato nel 1918), svedese, ed ancora storici come il francese Georges Sadoul (1904-1967) sono stati fra coloro che hanno assicurato al cinema piena dignità estetica, seppure il pubblico di massa ha preferito orientarsi verso films di cassetta poco impegnativi o addirittura squallidi, tendendo infine a disertare le sale cinematografiche per l’avvento della televisione e del videoregistratore. Eppure, fra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra, personaggi come l’inglese Charles Chaplin (1889-1977) o l’italiano Totò (1898-1967), per non parlare di tanti altri, avevano fatto credere che il cinema fosse ormai diventato la nuova arte popolare, tanto più che lo statunitense Walt Disney (1901-1966), il padre di Michey Mouse (Topolino) con i suoi cartoni animati affascinava sterminate platee infantili. All’epoca della “ricezione collettiva simultanea” del film, di cui parla il critico tedesco Walter Benjamin (1892-1940) nel saggio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, tende a subentrare una fruizione individuale dei filmati in ambito domestico. Sembra venir meno in tal modo il sogno di un’acculturazione delle masse attraverso i momenti di dibattito collettivo che la visione di un film nelle sale un tempo suscitava.Domande da interrogazione
- Qual è il contributo dei fratelli Lumière al cinema?
- Come il cinema si differenzia dalla fotografia secondo il testo?
- Quali sono stati alcuni dei principali teorici e registi che hanno contribuito alla dignità estetica del cinema?
I fratelli Lumière, Auguste e Louis, hanno reso possibile la cinematografia grazie ai loro apparecchi di ripresa e proiezione, contribuendo a far nascere la più giovane arte figurativa.
Il cinema, a differenza della fotografia che riproduce la realtà immobile, consente di riprodurre la realtà in movimento e di creare l'illusione completa con l'avvento del sonoro e del colore.
Tra i principali teorici e registi che hanno contribuito alla dignità estetica del cinema ci sono Béla Balàzas, Sergej Michailovic Eizenstein, Akira Kurosawa, Ingmar Bergman e lo storico Georges Sadoul.