Concetti Chiave
- La nuova Sofistica propone l'idea che i più forti abbiano il diritto naturale di dominare, capovolgendo le tesi precedenti.
- Callicle sostiene che le leggi sono create dai deboli per bloccare i più forti, mentre la natura supporta il dominio dei capaci.
- Trasimaco afferma che ciò che è giusto è ciò che avvantaggia il più forte, sfidando la morale tradizionale.
- La critica sofistica al sistema dei valori tradizionali evolve in un immoraleismo che si riflette nelle crisi politiche dell'epoca.
- Nonostante il declino della Sofistica, essa prepara il terreno per il pensiero maturo di Socrate, Platone e Aristotele.
Indice
La natura del diritto secondo i sofisti
Altri esponenti della Sofistica sviluppano le tesi di lppia e Antifonte modificandone e, per molti versi, capovolgendone il senso. “Per natura”, infatti, viene riconosciuto il diritto degli individui più capaci, cioè più forti, a prevalere su tutti gli altri.
Per Callicle, ad esempio, gli uomini sono diversi, non uguali fra loro. Essi si dividono in deboli e forti e le leggi sono emanate proprio dai più deboli per impedire ai più forti di prevalere, mentre la natura (come dimostrano i conflitti di interesse che esplodono fra gli individui e fra gli Stati) riconosce quel diritto proprio ai più forti.
La tesi anarchica di Trasimaco
Nella nuova Sofistica si fa strada la tesi “anarchica” che ognuno è padrone di sé e, se è forte, tende ad imporsi e a dominare gli altri. L’oratore Trasimaco sviluppa questa tesi e afferma che per natura “giusto è ciò che è utile al più forte”. Proprio tale giustificazione della forza capovolge i luoghi comuni della morale:
giusto e felice è colui che i più considerano ingiusto e tiranno, che cioè sa imporre il suo interesse attraverso un uso spregiudicato della forza; ingiusto e infelice diventa invece colui che la morale corrente considera buono e virtuoso. Anche queste tesi saranno — in avvenire — oggetto di un’aspra critica da parte dei filosofi, soprattutto da parte di Socrate e Platone. Il carattere democratico, per taluni aspetti “eversivo”, della critica sofistica dell’ordine tradizionale dei valori, si era infatti capovolto nel suo contrario: il sofista non è più colui che sostiene tesi innovative e rivoluzionarie e propone nuovi valori.
La crisi della polis e l'immoralismo
In realtà, insieme alla Sofistica è il sistema della polis che, con Atene, comincia a entrare in crisi, O, almeno, entra in crisi l’idea del diritto di tutti i cittadini a governare. Proprio la storia di quegli anni, inoltre, con le sanguinose guerre, le durissime lotte sociali, i processi e gli assassini politici, sembra costituire il quadro di riferimento del l”immoralismo” di Trasimaco e Callicle. Ne è documento l’opera Guerra del Peloponneso di Tucidide, che contiene crude descrizioni delle motivazioni che hanno guidato le scelte politico-militari dei contendenti. Ma se il sorgere della Sofistica ha rappresentato un momento di critica di un ordine tradizionale dei valori, il suo tramonto segna l’aprirsi di una fase nuova, più matura e consapevole, di sviluppo del pensiero, di cui sono la massima espressione tre fra i più grandi filosofi di ogni tempo: Socrate, Platone e Aristotele.
Domande da interrogazione
- Qual è la tesi principale sostenuta da Callicle riguardo alla natura umana?
- Come Trasimaco interpreta il concetto di giustizia?
- Qual è il contesto storico che accompagna l'immoralismo di Trasimaco e Callicle?
Callicle sostiene che gli uomini sono naturalmente diversi e si dividono in deboli e forti, con la natura che riconosce il diritto dei più forti a prevalere sugli altri, in contrasto con le leggi create dai deboli per limitare i forti.
Trasimaco afferma che per natura "giusto è ciò che è utile al più forte", capovolgendo i luoghi comuni della morale e sostenendo che chi è considerato ingiusto e tiranno è in realtà giusto e felice.
L'immoralismo di Trasimaco e Callicle si inserisce nel contesto delle sanguinose guerre, delle lotte sociali e dei processi politici dell'epoca, come documentato nell'opera "Guerra del Peloponneso" di Tucidide, che descrive le motivazioni politico-militari dei contendenti.