Concetti Chiave
- Il film "Viaggio a Kandahar" evidenzia la difficile condizione delle donne in Afghanistan sotto il regime talebano del 1999, dove erano costrette a vivere senza diritti fondamentali.
- La trama segue Nafas, una giovane donna afgana emigrata in Canada, che torna nel suo paese d'origine per salvare la sorella disperata, offrendo uno sguardo sulle dure realtà sociali afghane.
- Il regista Mohsen Makhmalbaf utilizza una narrazione sensibile per denunciare la sottomissione femminile e le ingiustizie sociali, ispirandosi a una storia vera.
- Il film ha ottenuto riconoscimenti importanti come il Premio della giuria ecumenica al Festival di Cannes, aumentando la sua risonanza globale post-attentati dell'11 settembre 2001.
- Nonostante alcune critiche sulla sua estetica e narrazione, "Viaggio a Kandahar" resta un'opera chiave per comprendere le dinamiche sociali e la condizione delle donne nel Medio Oriente.
In questo appunto non viene solo riportata la trama e la recensione del film Viaggio a Kandahar, ma viene messa in luce anche la condizione della donna in un Paese come l'Afghanistan, asserragliato dai talebani durante l'estate 1999, epoca storica in cui si svolge il racconto.
Indice
Condizione della donna in Afghanistan: breve sintesi per inquadrare l'argomento
Nel 1999, anno in cui viene ambientato il film Viaggio a Kandahar, l'Afghanistan era sotto il controllo dei talebani, i quali obbligavano le donne a sottostare a obblighi fuori da ogni legge: non potevano uscire di casa da sole, dovevano indossare il burqa e non potevano truccarsi, così come indossare smalto o gioielli.
Non potevano nemmeno lavorare (tranne se svolgevano la professione del medico o infermiere), frequentare la scuola, fare sport o addirittura ridere; alle donne non era concesso guardare un uomo negli occhi o stringergli la mano.
Tutto questo fino al 2001, quando si concluse il regime dei talebani. Tutti i terribili divieti imposti alle donne durante il dominio talebano furono così abrogati e venne ripristinato il diritto di voto per tutti, sia uomini che donne.
Un passo in avanti è stato poi fatto nel 2004, quando entrò in vigore la nuova Costituzione. A partire da quel momento le donne afgane ottennero gli stessi diritti degli uomini, almeno fino al ritorno dei talebani nel 2021. Ancora oggi, dunque, i diritti delle donne non sono completamente riconosciuti.
Per ulteriori approfondimenti sulla condizione delle donne vedi qui
Trama del film Viaggio a Kandahar di Mohsen Makhmalbaf
Da sempre attento alla condizione della donna, con il film Viaggio a Kandahar il regista Mohsen Makhmalbaf ha voluto mostrare e far riflettere sulla condizione delle donne in Afghanistan attraverso una storia familiare. Nafas, una giovane donna afgana da tempo è emigrata in Canada per sfuggire alle misere condizioni in cui imperversa il suo Paese, ma ora è costretta a tornare perché riceve una lettera dalla sorella, rimasta mutilata, nella quale scrive di volersi togliere la vita durante l'ultima eclissi del secolo perché non tollera più una vita priva di diritti.
Comincia così per Nafas un viaggio di ritorno verso il suo Paese d'origine, durante il quale incontra diverse persone, come ad esempio un bambino cacciato dalla scuola perché non abbastanza attento, un uomo americano che si finge un medico e un imbroglione. Allo stesso tempo noi guardiamo con gli occhi della protagonista una miriade di donne sottomesse, umiliate e annullate, ma anche bambini costretti a vivere una vita in strada e briganti che privano i poveri di quel poco che gli rimane, ossia l'attesa di protesi per tornare di nuovo a camminare dopo essere incappati nelle mine. Saranno infatti i mutilati i protagonisti dell'ultima scena del film. Li vediamo infatti arrancare nel deserto nel tentativo di accaparrarsi quelle gambe finte ma tanto sognate, che ora piovono dal cielo grazie a un elicottero della Croce Rossa. Scena che sancisce la fine del regime talebano ma anche una tra le più toccanti dell'intero film.
Recensione del film, i riconoscimenti e le critiche
Con questo film Mohsen Makhmalbaf ha sentito il bisogno di denunciare una condizione per troppo tempo messa a tacere: donne umiliate e costrette a vivere una vita all'ombra dell'uomo e del burqa, senza possibilità di parola. E la sua capacità di denunciare un simile scenario attraverso un film quasi "soft" e per nulla violento rende il regista davvero abile.
Egli trae spunto, per la realizzazione del film, da un episodio realmente accaduto: una donna afghana emigrata in Canada gli raccontò la storia di un'amica, che è poi quella che noi abbiamo visto sullo schermo.
Un film che è stato anche presentato durante la 54 edizione del Festival di Cannes, vincendo il Premio della giuria ecumenica. Riconoscimento per questa pellicola vista come la prima tra tutte a denunciare la situazione delle donne nella "cultura" talebana. Ma il film ha acquistato maggiore successo dopo gli attentati dell’11 settembre del 2001, anno durante il quale il film è giunto al cinema.
C'è chi però non ha perso l'occasione per esprimere delle critiche, considerando il film come "una ricerca eccessiva di valori formali, bellezza ed eleganza". Altri invece non hanno apprezzato la narrazione del film, troppo poco drammatica per l'argomento di cui tratta. Nonostante ciò, Viaggio a Kandahar rimane senz'altro uno dei film più importanti attraverso cui possiamo capire le dinamiche sociali del Medio-Oriente allargato e apprendere la condizione della donna afgana in quegli anni.
Per ulteriori approfondimenti su come recensire un film vedi qui
Domande da interrogazione
- Qual era la condizione delle donne in Afghanistan durante il regime talebano nel 1999?
- Qual è la trama principale del film "Viaggio a Kandahar"?
- Quali sono stati i riconoscimenti e le critiche ricevute dal film "Viaggio a Kandahar"?
- Come il regista Mohsen Makhmalbaf ha sviluppato la storia del film?
- Qual è l'importanza del film "Viaggio a Kandahar" nel contesto sociale e culturale?
Durante il regime talebano nel 1999, le donne in Afghanistan erano soggette a restrizioni severe, come l'obbligo di indossare il burqa, il divieto di lavorare (eccetto in ambito medico), e l'impossibilità di frequentare la scuola o praticare sport. Queste restrizioni furono abolite nel 2001, ma i diritti delle donne non sono ancora completamente riconosciuti.
Il film "Viaggio a Kandahar" segue Nafas, una donna afgana emigrata in Canada, che ritorna in Afghanistan dopo aver ricevuto una lettera dalla sorella mutilata, intenzionata a togliersi la vita. Durante il viaggio, Nafas incontra varie persone e osserva le difficili condizioni di vita delle donne e dei bambini sotto il regime talebano.
Il film ha vinto il Premio della giuria ecumenica al Festival di Cannes ed è stato riconosciuto per aver denunciato la condizione delle donne sotto il regime talebano. Tuttavia, ha ricevuto critiche per la ricerca eccessiva di valori formali e per una narrazione considerata poco drammatica rispetto al tema trattato.
Mohsen Makhmalbaf ha sviluppato la storia del film ispirandosi a un episodio reale raccontatogli da una donna afghana emigrata in Canada, che narrava la storia di un'amica. Questo approccio ha permesso al regista di denunciare la condizione delle donne in Afghanistan in modo efficace e non violento.
"Viaggio a Kandahar" è considerato uno dei film più importanti per comprendere le dinamiche sociali del Medio Oriente e la condizione delle donne afgane durante il regime talebano. Ha contribuito a portare alla luce una realtà spesso ignorata e ha guadagnato maggiore attenzione dopo gli attentati dell'11 settembre 2001.