-dille-
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Concetti Chiave

  • Il termine "rivelazione" nell'Antico Testamento è più legato al concetto di comunicazione divina che a visioni dirette di Dio.
  • Israele ha sempre rifiutato tecniche divinatorie comuni, preferendo l'ascolto della parola di Dio attraverso sogni e profeti autentici.
  • L'incontro con Dio è espresso principalmente attraverso la "parola di Jahvè", evidenziando l'importanza del dialogo con l'uomo.
  • La rivelazione è vista come un ascolto piuttosto che una visione, con enfasi sulla comunicazione verbale divina.
  • In ebraico, il termine dabar sottolinea l'azione di Dio attraverso la parola, non solo come insegnamento ma come fare.

Rivelazione dell’Antico Testamento

Il termine rivelazione deriva dalla formulazione greca del termine apokalỳpto che si può tradurre con le espressioni tali “rendere manifesto” o “togliere il velo”, ed appare molto simile al suo sinonimo epiphaneia, ovvero manifestazione. Ma tali termini, nell’ambiente orientale, servivano per denominare determinate tecniche per cercare di conoscere i segreti degli dei: divinazione, sogni, consultazione del destino, presagi, anche l’Antico Testamento conservò a lungo qualcosa di queste tecniche, purificandole però sempre di più, progressivamente, dai loro legami politeisti ed esoterici.
È significativo che Israele si sia sempre rifiutato di accettare certe forme classiche di tecniche destinate a far conoscere il pensiero divino, soprattutto l’epatoscopia, come la maggior parte dei popoli antichi, gli ebrei hanno ammesso che Dio poteva servirsi dei sogni per far conoscere la sua volontà. Ma progressivamente vengono distinti i sogni che Dio invia ai profeti autentici, da quelli dei divinatori di professione che spacciano sogni menzogneri, l’Antico Testamento appare come una fonte limitata quanto riguarda le visioni di Dio dirette o indirette. Nelle teofanie ciò che conta non è il fatto di vedere Dio, ma quello di ascoltare la sua parola: la chiamata di Abramo da parte di Dio si presenta infatti come un puro parlare divino, situazione simile si verifica con Mosè, il quale intratteneva spesso conversazioni con Dio come un amico, ma non poteva vederne il volto. Tutto questo spiega perché l’Antico Testamento non abbia usato il termine rivelazione per indicare l’incontro tra Dio e uomo, infatti tale termine era troppo pregiudicato da un’idea magica del rapporto, visto che attraverso alcune tecniche si poteva avere il risultato sperato. Con quali parole, allora, l’Antico Testamento designa l’incontro che Dio ha con l’uomo? L’Antico Testamento usa un linguaggio variegato, anche se le radici usate più frequentemente sono in rapporto con l’azione di comunicare, dire, parlare, raccontare. L’espressione «parola di Jahvè», resta la privilegiata per nominare l’entrata in relazione di Dio con l’uomo, perché quando Dio entra in relazione con l’uomo, lo fa per dialogare con lui, la rivelazione, quindi, per l’Antico Testamento appare come fondamentalmente Parola di Dio rivolta all’uomo. Per questo, nell’esperienza rivelativa ciò che è importante, di conseguenza, non è tanto il vedere, ma l’ascoltare: la rivelazione non è tanto una teofania, ma un ascolto di Dio che parla. Importante poi sottolineare che in ebraico dabar non indica tanto una parola da intendersi come verità insegnata, contenuto dottrinale, bensì un agire. Il dire di Dio è un fare che comunica l’azione di Dio. Da qui l’esigenza struggente che Dio continui a parlare al suo popolo, perché se Dio non parla l’uomo è come colui che scende nella fossa; per questo il castigo peggiore consiste nel fatto che Dio non parla.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del termine "rivelazione" nell'Antico Testamento?
  2. Nell'Antico Testamento, la rivelazione è vista come la "Parola di Dio" rivolta all'uomo, enfatizzando l'ascolto piuttosto che la visione, e si distacca dalle tecniche magiche di divinazione.

  3. Come si differenziano i sogni inviati da Dio da quelli dei divinatori?
  4. I sogni inviati da Dio ai profeti autentici sono distinti da quelli dei divinatori di professione, che sono considerati menzogneri.

  5. Perché l'Antico Testamento non utilizza il termine "rivelazione" per l'incontro tra Dio e l'uomo?
  6. L'Antico Testamento evita il termine "rivelazione" a causa delle sue connotazioni magiche e preferisce termini legati alla comunicazione e al dialogo, come "parola di Jahvè".

  7. Qual è l'importanza della parola "dabar" in ebraico nel contesto della rivelazione?
  8. In ebraico, "dabar" non indica solo una parola come verità insegnata, ma un'azione; il dire di Dio è un fare che comunica l'azione divina.

Domande e risposte