Concetti Chiave
- Il Corano è essenziale per comprendere l'Islam, con radici linguistiche che indicano "leggere" e "recitare".
- La rivelazione del Corano inizia con l'angelo Gabriele che ordina a Muhammad, considerato analfabeta, di recitare, rendendo il Corano il miracolo del Profeta.
- Il Corano è progettato per essere recitato con ritmi musicali specifici, mentre il mushaf rappresenta il libro fisico.
- Diversi termini nel Corano, come kitab, furqan, tanzil e aya, offrono molteplici significati e dimensioni della Rivelazione.
- Il Qur'an rappresenta la sostanza metafisica del testo, influenzando profondamente l'interpretazione e la comprensione teologica.
Indice
Il significato del Corano
Il Corano è la base, il fondamento del din, una conoscenza di esso è indispensabile per comprende l'Islam. Il Qur'an (radice trilittera q-r-', alcuni pensano di origine siriaca) intende due significati: il leggere; il recitare. Sotto a questo discorso è presente un teorema teologico: la radice q-r-' secondo la tradizione è la prima parola rivelata, così come la sura 96 è la prima rivelata. La prima parola della prima sura rivelata è appunto iqra', l'imperativo di q-r-', nel contesto dell'angelo Gabriele che compare a Muhammad e gli ordina appunto iqra', leggi/recita. Gran parte dei musulmani propendono per la prima versione.
La rivelazione a Muhammad
La tradizione vuole inoltre che l'Angelo appaia tre volte al Profeta e per tre volte gli chieda di leggere. E per tre volte Muhammad risponde: “non so legge/recitare”. Teologicamente, è problematico perchè la tradizione vuole che Muhammad fosse analfabeta, in quanto il Profeta è per definizione autore di miracoli, allora la lettura (di un testo perfetto contenutisticamente e formalmente perfetto) da parte di un analfabeta diviene fatto miracoloso, il Corano è il miracolo di Maometto (tra l’altro unico miracolo del Profeta Muhammad. Il Corano stesso afferma che Muhammad fosse un profeta ummi, che significherebbe proprio illitterato. L'orientalistica è di diversa opinione: si hanno traduzioni come "Profeta dei gentili (dei non arabi)", oppure "Profeta della gente comune")
Il Corano e i miracoli
Il Corano non narra mai di miracoli di Maometto, lo fa invece rispetto a Gesù. C'è soltano l'episodio del "miracolo dello spaccamento della Luna", in cui Muhammad ordina, con successo, alla Luna di spaccarsi. Questo fatto, per precisare, è narrato nel Corano come riferimento più che altro al Giorno del Giudizio, piuttosto che a fatti miracolosi del Profeta.
Il Corano come libro recitato
In ogni caso Corano è letteralmente “il Libro recitato”, scritto e pensato per essere recitato con ritmi musicali molto precisi. Bisogna precisare che il libro in senso fisico è il mushaf (s-h-f, il foglio), il Corano inteso come testo fisico, l'oggetto a disposizione del fedele. Il Qur’an invece è la sublimazione, trascendentalizzazione. Parlando di Qur'an si intende il contenuto della "tavola ben conservata", della "madre del libro", assumendo un aspetto quasi di idea platonica.
I nomi del Corano
Leggendo il testo, il mushaf chiama il Qur'an con molti nomi diversi, tra i quali:
a. kitab (“scrittura”),
b. furqan ("ciò che distingue, discrimina"): tale termine rimarca il compito dell’Islam di distinguere tra tenebre e luce, tra ignoranza e conoscenza, due diversi “ambienti” che sono prima e dopo la Rivelazione. È il Corano, il furqan che, fatto tanzil (cioè “disceso”) compie questa discriminante. Furqa viene talvolta tradotto come “salvazione”, che sarebbe il significato prevalente del termine in siriaco (mentre discriminante è arabo).
c. tanzil ("discesa")
d. aya: si tratta di un termine polisemico, normalmente indicante un versetto del testo coranico (pl. ayat), anche se propriamente significa “segno”. Da ciò si deduce che i versetti del Corano sono segni di Dio e usando questo termine non intendiamo dire semplicemente “l’essere versetto”, ma sostanzialmente l’essere “manifestazione di Dio”. Spesso nel mushaf si afferma che il cosmo, la natura, è aya di Dio, manifestazione della potenza divina. Si sottintende quindi che il Cosmo equivale al Corano. Si identificano l’uno con l’altro in quanto entrambi segni di Dio, aya al-lah.
Aspetti ermeneutici del Corano
Il Qur'an è la sostanza metafisica del libro. Questa pedanteria di significato e di nomenclatura ha implicazione ermeneutiche decisive: significati diversi indirizzano il testo su direzioni totalmente differenti. Riflettendo sul significato dei termini, si vedono quindi differenti aspetti della natura della Rivelazione: aspetto comunicativo (kitab) discrimine tra positivo e negativo (furqan), il senso cosmico (aya), sostanza metafisica (qur'an).
Domande da interrogazione
- Qual è il significato della radice q-r-' nel contesto del Corano?
- Perché la tradizione considera Muhammad analfabeta e quale significato ha questo nel contesto del Corano?
- Qual è la differenza tra mushaf e Qur'an?
- Cosa significa il termine furqan e quale ruolo svolge nel Corano?
- Come viene interpretato il termine aya nel Corano?
La radice q-r-' significa "leggere" o "recitare" ed è la prima parola rivelata nel Corano, rappresentando un teorema teologico fondamentale.
La tradizione considera Muhammad analfabeta per sottolineare il carattere miracoloso del Corano, che è visto come l'unico miracolo del Profeta.
Il mushaf è il libro fisico del Corano, mentre il Qur'an rappresenta la sua essenza trascendentale e metafisica.
Furqan significa "ciò che distingue" e sottolinea il ruolo del Corano nel discriminare tra ignoranza e conoscenza, tra tenebre e luce.
Aya significa "segno" e indica che i versetti del Corano sono manifestazioni di Dio, equiparando il cosmo al Corano come segni divini.