Concetti Chiave
- Il focolare e la cucina sono descritti come il cuore della casa, con immagini di arnesi in rame e la madre che ravviva il fuoco.
- La scena domestica include una tavola centrale, una donna anziana che prepara la pasta e una gallina che razzola liberamente.
- Un bambino, non ben visto in cucina, osserva le scintille del focolare, simbolo delle sue speranze e sogni.
- Il componimento utilizza figure retoriche come anafora, enjambement e anastrofe, creando una struttura poetica libera.
- L'atmosfera rurale e semplice richiama i ricordi d'infanzia dell'autore, con un lessico quotidiano di un ambiente contadino.
1 C’era, un po’ in ombra, il focolaio; aveva
2 arnesi, intorno, di rame. Su quello
3 si chinava la madre col soffietto,
4 e uscivano faville.
5 C’era nel mezzo una tavola dove
6 versava antica donna le provviste.
7 Il mattarello vi allungava a tondo
8 la pasta molle.
9 C’era, dipinta in verde, una stia, e la gallina in libertà raspava.
10 Due mastelli, là sopra, riflettevano,
11 colmi, gli oggetti.
12 C’era, mal visto nel luogo, un fanciullo.
13 Le sue speranze assieme alle faville
14 del focolaio si alzavano.
Alcuna
15 – guarda! – è rimasta.
Indice
Il Focolare e la Madre
Un po’ nascosto nell’ombra c’era il focolare (il camino dove si cucinava); attorno c’erano arnesi di rame. Sul focolare si chinava la madre con il mantice (per ravvivare il fuoco) e uscivano scintille.
La Tavola e la Gallina
Nel mezzo c’era la tavola sulla quale una donna anziana versava le provviste. Sulla tavola veniva tirata la pasta con il mattarello.
C’era una stia (gabbia per galline) dipinta di verde in cui razzolava liberamente una gallina. Sopra la stia c’erano sue tinozze di metallo, piene, che riflettevano gli oggetti della stanza.
Il Bambino e le Speranze
Nella stanza c’era un bambino, che non era ben visto in cucina (perché i bimbi sono d’intralcio quando si cucina). Aveva tante speranze che si alzavano insieme alle scintille del camino. Qualcuna, guarda, è rimasta!
Struttura e Figure Retoriche
La poesia è composta di quattro strofe di tre o quattro versi ciascuna.
Il metro dei versi è libero e non viene usato uno schema di rime riconoscibile (verso sciolto), anche se in alcuni casi si assiste a qualche rima sparsa (faville v.4, molle v.8, faville v.13).
La figura retorica più evidente usata da Saba in questo componimento è l’anafora di “C’era”.
Altre figure retoriche da segnalare sono:
- enjambement (vv.1-2, 5-6, 13-14, 14-15)
- anastrofe (v. 2)
- perifrasi (per vecchia v. 6)
- apostrofe (“Guarda” v. 15)
Lessico e Ambiente Contadino
Il lessico è di tono basso, ricco di termini quotidiani di un ambiente contadino come soffietto, matterello (o anche matterello), stia, mastello.
La lirica è tratta da “Il Canzoniere”, opera dell’autore triestino pubblicata nel 1948 in cui l’autore ripercorre, attraverso gli oggetti e i luoghi, le proprie vicende personali
Ricordi d'Infanzia e Sogni
Nel componimento l’autore ricorda un ambiente della sua infanzia, la cucina, cioè il centro della casa, vi colloca gli oggetti caratteristici (pentole di rame, tinozze, camino…), descrive i gesti quotidiani che vi venivano svolti; descrive anche se stesso bambino, mal visto dalle donne che sono intente ai lavori domestici e non vorrebbero un bimbo, magari chiassoso e vivace, fra i piedi e la magia delle scintille che si alzano dal focolare acceso.
La poesia è strutturata come se fosse una fiaba, come viene sottolineato dall’anafora del verbo “c’era” che ricorda il “c’era una volta” dei racconti per bambini. La descrizione degli oggetti e delle persone di questo “quadro” è semplice e serena: la mamma cucina, il fuoco arde nel camino, la gallina (piccolo animale da cui anche le famiglie più povere traevano uova e carne) razzola nella sua gabbia all’interno della stanza (cosa non rara nelle case contadine) e i pochi oggetti che compongono il mobilio (un tavolo, qualche pentola e delle tinozze) danno l’idea di un ambiente povero ma dignitoso.
Sogni e Speranze del Bambino
Il bambino Saba è, come tutti i bimbi, pieni di sogni e di speranze, magari affascinato dal colore del fuoco, dalle scintille che si alzano nella cappa, dal luccichio delle tinozze che sembrano riflettere, come specchi, gli oggetti circostanti e sogna. I suoi sogni sono destinati a volare in alto, come appunto le scintille del focolare, ma non per forza a disperdersi per sempre con la crescita e il raggiungimento della maturità. Negli ultimi due versi, infatti, il poeta interpella direttamente il lettore con una apostrofe molto forte (anche perché è posta in apertura di verso), “Guarda!” per fargli notare che, nonostante gli anni siano passati e quel bambino sia ormai un uomo adulto, una parte delle sue speranze, dei suoi sogni è rimasta ancora viva, calda come le faville e pronta ad alzarsi ancora in alto per farlo confidare ancora nel futuro e magari fantasticare.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del componimento?
- Quali figure retoriche utilizza Saba nella poesia?
- Come viene descritto l'ambiente della cucina?
- Qual è il significato delle scintille nel componimento?
- In che modo la poesia ricorda una fiaba?
Il tema principale è il ricordo dell'infanzia e dei sogni del bambino, ambientato in una cucina contadina.
Saba utilizza l'anafora di "C'era", enjambement, anastrofe, perifrasi e apostrofe.
L'ambiente è descritto come semplice e sereno, con oggetti quotidiani come pentole di rame, un camino e una gallina che razzola.
Le scintille simboleggiano le speranze e i sogni del bambino, che si alzano e rimangono vive nel tempo.
La poesia ricorda una fiaba attraverso l'anafora del verbo "c'era", simile al "c'era una volta" delle storie per bambini.