michaelriccia
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Concetti Chiave

  • Il sonetto di Ugo Foscolo è un lamento per la morte del fratello Giovanni, ma funge anche da riflessione sulla propria anima tormentata.
  • La prima strofa è un colloquio autobiografico con il fratello morto, mentre la seconda include la madre come simbolo del legame e della memoria tra i fratelli.
  • La terza strofa sottolinea la connessione tra i destini di Foscolo e del fratello, con il poeta che anela alla quiete della morte.
  • L'ultima strofa esprime la delusione delle speranze naufragate, con la morte attesa come liberazione dai tormenti.
  • Foscolo utilizza un lessico di derivazione classica per esprimere la disperazione, arricchito da figure retoriche come enjambement, iterazione e sineddoche.

Indice

  1. Lamento e riflessione sulla morte
  2. Colloquio con il fratello e la madre
  3. Destino e speranze naufragate
  4. Stile e tecniche espressive

Lamento e riflessione sulla morte

Il sonetto si presenta come una sorta di lamento del poeta per la prematura scomparsa del fratello e quindi come una riflessione su quella che è la morte, ma in realtà la drammatica sorte capitata a Giovanni offre occasione a Foscolo di parlare di se stesso e della sua anima tormentata. Vediamo le singole strofe in dettaglio.

Colloquio con il fratello e la madre

• Nella prima strofa, concepita come un colloquio con il fratello morto, emerge con forza la componente autobiografica.

• Nella seconda strofa il colloquio si allarga fino ad arrivare alla madre, che incarna il legame fra i due fratelli mantenendo viva la memoria dell'uno, il giovane defunto, e dell'altro, vivo ma lontano. Ella è immaginata mentre parla alla tomba, luogo di mestizia, ma anche di fondamentale trasmissione di memoria, di affetti, di vincoli familiari e sentimentali: solo mantenendo vivo questo dialogo con la tomba si crea quella «corrispondenza di amorosi sensi» tra vivi e morti che aiuta a lenire il dolore per il distacco fisico.

Destino e speranze naufragate

• Nella terza strofa il poeta torna a rivolgersi al solo fratello, e di nuovo la componente autobiografica emerge con forza nella compenetrazione fra i due destini: anche Ugo patisce fortemente tutte le avversità della vita, come fu per il fratello, e prega di trovare poi la quiete nel riposo eterno della morte.

• L'ultima strofa si apre con la dolorosa constatazione del naufragio delle speranze e delle aspettative: di tanti sogni al poeta non resta che «Questo» (v. 12), cioè l'attesa della morte come liberazione dalle sofferenze e dai tormenti.

Stile e tecniche espressive

La poesia si ispira fortemente a componimenti di autori classici ed è caratterizzata da un lessico di registro elevato anch'esso di derivazione classica. Tale scelta espressiva, tuttavia, non è una dimostrazione di virtuosismo o una vuota esibizione di cultura: lo stile linguistico del poeta, infatti restituisce in modo drammaticamente espressivo la disperazione e l'angoscia che tormentano la sua anima.

Già l'inizio del sonetto richiama la sofferenza dell'esule, accentuata dall'enjambement tra il primo e il secondo verso e dalla ripetizione fonica delle nasali precedute da vocale (on, an, em, en) che evocano il ritmo dinamico del passo cadenzato di chi fugge («non andrò sempre fuggendo / di gente in gente (...] gemendo / il fior de' tuoi gentili anni caduto», vv. 1-4). E sempre nella stessa strofa notiamo come l'io lirico venga posto in rilievo attraverso l'anticipazione del pronome personale «me» rispetto al verbo «vedrai seduto», a sottolineare il forte individualismo tipico dello spirito romantico.

Gli espedienti tecnici e retorici si susseguono in tutto il componimento, come l'iterazione della vocale aperta a («La madre ...] suo di tardo traendo / parla di me»), che rallenta il verso evocando la stanchezza della vecchiaia, o l'uso del gerundio («traendo»), che conclude il verso 5 affaticando ulteriormente il ritmo.

Figure retoriche particolari si rilevano nelle ultime strofe, quali l'ipallage («deluse a voi le palme tendo», v.7) e la sineddoche («da lunge i miei tetti saluto», v. 8), mentre frequente è la presenza di metafore («il fior de' tuoi gentili anni», v. 4).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del sonetto?
  2. Il tema principale del sonetto è il lamento del poeta per la morte prematura del fratello, che diventa un'occasione per riflettere sulla morte e sulla propria anima tormentata.

  3. Come si sviluppa il colloquio con il fratello e la madre nel sonetto?
  4. Nella prima strofa, il poeta dialoga con il fratello morto, mentre nella seconda strofa il colloquio si estende alla madre, che mantiene viva la memoria dei due fratelli e rappresenta un legame affettivo e familiare.

  5. Qual è il significato della terza strofa?
  6. Nella terza strofa, il poeta si rivolge nuovamente al fratello, esprimendo la sua sofferenza per le avversità della vita e la speranza di trovare pace nella morte.

  7. Cosa rappresenta l'ultima strofa del sonetto?
  8. L'ultima strofa esprime la dolorosa constatazione del fallimento delle speranze e delle aspettative, con l'attesa della morte vista come liberazione dalle sofferenze.

  9. Quali tecniche espressive utilizza il poeta nel sonetto?
  10. Il poeta utilizza un lessico elevato di derivazione classica, enjambement, ripetizioni foniche, iterazioni vocaliche, e figure retoriche come ipallage e sineddoche per esprimere la disperazione e l'angoscia.

Domande e risposte

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