Concetti Chiave
- Foscolo esplora la tensione tra la concezione materialistica della morte e la celebrazione della vita, richiamando elementi come il Sole e l'amore.
- L'illusione permette ai vivi di dialogare con i morti, riservata a chi ha vissuto intensamente e lasciato affetti, mentre i malvagi sono dimenticati.
- Critica l'Editto di Saint-Cloud di Napoleone e il degrado morale della società milanese, usando immagini macabre ispirate alla poesia sepolcrale europea.
- Il culto dei morti, sostenuto dall'illusione, è visto come eterno, con riflessioni sulle pratiche funebri storiche e le loro implicazioni culturali.
- Celebra i grandi uomini sepolti a Santa Croce, esaltando il paesaggio toscano e il ruolo della poesia nel preservare la memoria e l'immortalità delle virtù.
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Indice
Riflessioni sulla Morte e la Vita
1-22: In apertura del componimento, il poeta si chiede se la morte sia meno dura all’ombra dei cipressi di un cimitero e dentro un’urna invano consolata dal pianto dei superstiti. La risposta è negativa e nasce da una posizione materialistica tipica della filosofia del XVIII secolo. Tuttavia, la morte è descritta celebrando aspetti della vita: il Sole, l’amicizia, l’amore, gli animali, il mondo vegetale. Ne risulta una forte tensione fra la conclusione materialistica e il richiamo alla vita.
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Illusione e Memoria dei Defunti
23-50 La conclusione negativa dei versi precedenti trova una liberazione nel ricorso all’illusione che permette ai vivi di dialogare con i morti (= corrispondenza di amorosi sensi). Tuttavia esiste un limite: tale possibilità di superamento è data soltanto a coloro i quali hanno avuto un’intensa vita affettiva e a quanto hanno dato e hanno lasciato degli affetti. Solo i malvagi immeritevoli di memoria non si prendono cura delle tombe. Questo concetto può essere visto come un primo passo verso una concezione elitaria del vivere che più avanti è concretizzata con il culto dei grandi. Pertanto la tomba e l’illusione che essa testimonia, per altro necessaria, possono vincere l’annientamento e l’oblio che sembrerebbe connaturato alla condizione umana.
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Critica alla Società e Leggi
51-90: Questi versi si sviluppano su di un piano polemico che riguarda sia la nuova legge emanata da Napoleone con l’Editto di Saint-Cloud, causa della misera fine dei resti del Parini, sia tutta la società milanese e il suo degrado morale. Segue poi la visione notturna dei cimiteri riservati al popolo; si tratta di una descrizione, ricca di dettagli macabri, ritagliata secondo il gusto romantico, che affonda le radici nella poesia sepolcrale europea e sulle opere di Ossian. Dall’oblio per la tomba del Parini non può nascere nessun conforto perché i fiori non possono nascere dove essi non siano espressione della considerazione per i morti e del commosso ricordo dei supersiti.
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Culto dei Morti nel Tempo
91-136: In questo gruppo di versi, Foscolo vuole farci capire che il culto dei morti che si fonda sull’illusione degli uomini è irriducibile e dura nei tempi. Questo concetto è strettamente legato con i precedenti; infatti, prima il poeta ha sottolineato il valore soggettivo dei sepolcri, poi ha distinto le tombe dei giusti da quelle dei malvagi, quindi ha protestato contro le leggi che impediscono di far germogliare dei fiori su quelle dei buoni. Ora ci descrive il culto dei morti attraverso i tempi. Abbiamo così delle considerazioni sull’istituzione delle sepolture, nate con il patto sociale e sui morbi e sulle superstizioni legati ai sepolcri collocati nelle chiese cattoliche: la familiarità con le tombe che sorgevano intorno alle chiese o all’interno dell’edificio stesso, senza tener conto del cattivo odore che da esse emanava, la riproduzione di scheletri in pitture murali o i cadaveri imbalsamati appesi ai muri dei monasteri, la richiesta dei morti di essere suffragati da preghiere e da messe. Nei versi seguenti abbiamo la descrizione degli usi funebri dei popoli celebri: presenza di cipressi e credi profumati, di vasi che accoglievano unguenti per i morti, lampade sepolcrali che trattengono un raggio del Sole, i Campi Elisi dei pagani, i cimiteri-giardini che servivano anche da luogo di passeggio o quelli inglesi simbolo di una grande coesione patriottica.
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Celebrazione dei Cimiteri Inglesi
137-149; si tratta della celebrazione dei cimiteri inglesi che si articola in due momenti. Prima, si ha l’opposizione tra la società inglese e la volgarità dell’Italia, poi l’opposizione fra l’Italia e il poeta sottolineata dalla collocazione di “A noi” alla fine del verso 145. Infatti, alla squallida nullità della classe dirigente italiana, Foscolo oppone il suo alto sentire augurando che a lui la morte prepari un sereno approdo e dove una buona volta la sorte cessi di perseguitarlo e gli amici possano così raccogliere la sua eredità fatta di affetti intensi e di una poesia non sottomessa ai potenti, ma ispiratrice di libertà.
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Elogio dei Grandi Uomini
150-212: Il ruolo positivo delle tombe, fino a questo momento unito a un accenno polemico contro la decadenza italiana, ora e incentrato sulla celebrazione dei grandi uomini i cui corpi riposano nei sepolcri collocarti nella Basilica di Santa Croce (Machiavelli, Michelangelo, Galilei), accostarti alla celebrazione dei grandi eroi ateniesi caduti a Maratona per difendere la patria. Da sottolineare la descrizione poetica del paesaggio toscano con i limpidi fiumi che scendono dai gioghi dell’Appennino, i colli coltivati a vigneti re festanti nella stagione della vendemmia, le campagne disseminate da ville e case coloniche. Vi è anche un elogio a Firenze non solo per la bellezza del paesaggio, ma anche perché a dato i natali a Dante e a Petrarca. Ecco poi apparire la figura di Vittorio Alfieri che cerca ispirazione nelle tombe di S. Croce ed erra muto dove l’Arno è più deserto.
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Le Muse e l'Immortalità
213-234: il concetto fondamentale è che le Muse sono custodi dei sepolcri e quando tutto è distrutto, la memoria della virtù e dei monumenti continua a vivere immortale negli scrittori e come esemplificazione, il poeta porta il vago mito dei sepolcri degli antichi troiani. In altri termini, si tratta del punto di arrivo di tutta una serie di “trionfi”: la morte trionfa sull’uomo, la tomba vince la morte, il tempo distrugge la tomba, ma la poesia riporta la vittoria sul tempo per cui, alla fine, la memoria dell’uomo, che ha compiuto cose egregie, risulta avere accesso all’immortalità.
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Trionfo della Poesia e di Omero
235-295: Questo blocco di versi esemplifica con la figura di Omero il trionfo della poesia che ha reso immortale la figura di Ettore. Per il suo valore sfortunato, l’eroe troiano sarà onorato e pianto dovunque il sangue versato per la patria, sarà considerato santo e degno di pianto e fino a quando il sole illuminerà l’esistenza travagliata degli uomini.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione del poeta sulla morte e la vita?
- Come viene affrontato il tema della memoria dei defunti?
- Qual è la critica del poeta alla società e alle leggi?
- Come viene descritto il culto dei morti nel tempo?
- Qual è il ruolo della poesia secondo il poeta?
Il poeta riflette sulla morte e la vita, esprimendo una tensione tra una visione materialistica della morte e la celebrazione degli aspetti positivi della vita come il Sole, l'amicizia e l'amore.
La memoria dei defunti è vista attraverso l'illusione che permette ai vivi di dialogare con i morti, ma solo coloro che hanno vissuto intensamente meritano di essere ricordati.
Il poeta critica la società milanese e le leggi, in particolare l'Editto di Saint-Cloud di Napoleone, che impediscono di onorare adeguatamente i defunti, come nel caso della tomba di Parini.
Il culto dei morti è descritto come un'illusione duratura, con considerazioni sulle sepolture e le superstizioni legate ai sepolcri, e viene esaminato attraverso i diversi usi funebri dei popoli celebri.
La poesia è vista come trionfante sulla morte e sul tempo, capace di rendere immortale la memoria delle virtù e dei monumenti, esemplificata dalla figura di Omero e il suo tributo a Ettore.