Concetti Chiave
- L'autoritratto di Foscolo riflette il concetto romantico dell'Individuo e il titanismo, mostrando tratti fisici che alludono a caratteristiche morali e interiori.
- La descrizione fisica del poeta, come la fronte solcata e gli occhi incavati, suggerisce introspezione e un'irrequietezza passionale, con riferimenti al personaggio Jacopo Ortis.
- La seconda quartina illustra un Foscolo dalle membra proporzionate e dal temperamento irruente, con un abbigliamento semplice ma distinto, esprimendo un desiderio di distinzione.
- La terza quartina evidenzia la solitudine e il pensiero filosofico del poeta, che vede la vita come un'illusione e considera la vergogna e l'ira come influenze contrastanti.
- Nell'ultima terzina, Foscolo manifesta il conflitto tra ragione e passione, con la morte vista come l'unica fonte di fama e riposo.
Indice
Il Gusto dell'Autoritratto Romantico
In epoca romantica era molto diffuso il gusto dell’autoritratto che non era dovuto a ragioni semplicemente psicologiche, ma al nuovo concetto dell’Individuo, cioè alla visione del superuomo o titanismo che affiorò verso la fine del Settecento e perdurò ancora nei primi anni del secolo successivo.
Il Carducci criticò severamente il sonetto del Foscolo, accusando il poeta di aver scimmiottato l’Alfieri. Fra l’altro, si può ricordare che anche il Manzoni scrisse un suo autoritratto, con esiti, però assai infelici. Del sonetto, stampato nel 1802 e probabilmente composto tra il 1801 e il 1802, esistono diverse redazioni. Da notare, fin dall’inizio, che la descrizione fisica, nei suoi dettagli, rimanda costantemente a tratti dell’aspetto morale.
Solcata ho fronte, occhi incavati intenti,
crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto,;
labbri tumidi, arguti, al riso lenti,
capo chino, bel collo, irsuto petto;
Descrizione Fisica e Morale del Poeta
Il poeta ha la fronte solcata dalle rughe della meditazione, gli occhi sono incavati a causa dell’affanno dovuto alla passione amorosa e sono fissi, forse nel vuoto, come chi abbia dentro uno sdegno perpetuo. Sono già tutti particolari fisici che ci permettono di cominciare a leggere il ritratto interiore del poeta. Da ricordare che l’autoritratto è molto simile alla descrizione di Jacopo Ortis dopo la morte di Lauretta. I capelli sono di colore fulvo cioè di un biondo tendente al rosso. Si tratta certamente di una stravaganza di cui il poeta si compiace. D’altra parte poiché tutti i dettagli descrittivi ci rimandano alle caratteristiche dell’animo, il colore fulvo, secondo alcuni critici, dovrebbe concorrere a darci l’immagine di un incendio passionale; le guance sono smunte, indice di sofferenza, , ma l’aspetto coraggioso. Le labbra sono rigonfie, carnose e sinuose e quindi molto espressive. Tuttavia esse non sono spesso propense al riso e tale caratteristica (= al riso lenti) rivela la natura aristocratica e distante del poeta. Il capo è inclinato in avanti perché pensoso, il collo è bello perché integro come se nessun giogo lo avesse mai abbassato, il petto è folto di peli, una caratteristica che esprime un qualcosa di rude, ma anche di sensuale.
Membra esatte; vestir semplice eletto;
ratti i passi, il pensier, gli atti, gli accenti;
prodigo, sobrio; umano, ispido, schietto;
avverso al mondo, avversi a me gli eventi.
Caratteristiche del Corpo e Atteggiamento
Nella seconda quartina, il poeta passa a descrivere il corpo e l’atteggiamento. Le membra sono ben proporzionate e il modo di vestire è semplice, ma distinto. Qui s’intravede la preoccupazione del poeta di non apparire volgare e di sapersi distinguere dai comuni esseri mortali. Il successivo verso “ratti i passi….” (= passo veloce, come il pensiero, gli atti e il modo di parlare) è molto conciso che rende bene il temperamento irruento e tempestoso del Foscolo. Il verso seguente è costituito da cinque epiteti, spesso in discordia fra di loro la prodigalità si oppone alla sobrietà, l’ umanità (= cordialità) si oppone al carattere deciso e risoluto, implicante anche una certa asprezza (ispido), ma tutti e quattro riassunti nell’ultimo (= schietto), cioè leale, senza sottintesi e calcoli. L’ultimo verso dal carattere fortemente epigrafico ci mostra un Foscolo che si oppone alla realtà e che tutti gli eventi contrastano. Il temperamento del poeta ci viene mostrato fortemente agonistico, su imitazione di Vittorio Alfieri.
Riflessioni Filosofiche e Sentimenti
Mesto i più giorni e solo; ognor pensoso;
alle speranze incredulo e al timore,
il pudor mi fa vile; e prode l’ira:
Raccolto e solitario nella maggior parte dei giorni; sempre assorto nei suoi pensieri, non facile a credere nelle speranze, perché dal punto di vista filosofico egli ha la consapevolezza che nel mondo tutto è illusione, anche se, come l’Alfieri, è convinto della necessità delle illusioni. Si ritiene anche “incredulo al timore”, cioè incapace di aver paura perché, come l’Alfieri egli è del parere che i giovani non devono temere quello che tutti gli esseri volgare temono. La vergogna lo rende timido, mentre l’ira lo rende coraggioso. Questo concetto è derivato direttamente dall’Alfieri che aveva sostenuto il concetto della “libera bile” come fonte di coraggio.
Cauta in me parla la ragion; ma il core,
ricco di vizi e di virtù, delira. –
Morte, tu mi darai fama e riposo.
Discordia Interiore e Desiderio di Fama
Nell’ultima terzina si ha la discordia tra la cautela riflessione della ragione (la mente) e l’intemperanza delle passioni perché pur ricco di vizi e di virtù, esprime cose insensate. Infine, il poeta si rivolge alla Morte, personificata, ricordando che solo essa potrà dare al poeta la fama (la morte è la giusta misura del suo valore) e il riposo tanto cercati in vita e mai raggiunti.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato dell'autoritratto romantico secondo il testo?
- Come viene descritta la fisicità del poeta nel testo?
- Quali sono le caratteristiche del corpo e dell'atteggiamento del poeta?
- Quali riflessioni filosofiche e sentimenti emergono nel testo?
- Come viene rappresentata la discordia interiore e il desiderio di fama del poeta?
L'autoritratto romantico riflette il nuovo concetto dell'Individuo e la visione del superuomo o titanismo, emerso alla fine del Settecento e perdurato nei primi anni del secolo successivo.
Il poeta è descritto con una fronte solcata, occhi incavati, capelli fulvi, guance smunte, labbra tumide e un aspetto ardito, che riflettono il suo stato interiore e le sue passioni.
Il poeta ha membra ben proporzionate, veste in modo semplice ma distinto, e ha un temperamento irruento e tempestoso, con tratti di prodigalità, sobrietà, umanità e schiettezza.
Il poeta è spesso mesto e solitario, incredulo alle speranze e al timore, con la vergogna che lo rende timido e l'ira che lo rende coraggioso, riflettendo una consapevolezza filosofica delle illusioni del mondo.
La discordia interiore è tra la ragione cauta e le passioni intemperanti, con il poeta che vede nella Morte l'unica fonte di fama e riposo, mai raggiunti in vita.