Concetti Chiave
- Satana convoca un concilio dei demoni per contrastare i cristiani, vicini alla conquista di Gerusalemme, attraverso un piano di distruzione e inganno.
- La descrizione fisica di Satana nel testo enfatizza la sua natura mostruosa e terrificante, ma rivela anche un'inedita dimensione eroica.
- Satana viene presentato come un eroe ribelle che si oppone al dominio autoritario di Dio, cercando di riaffermare il suo prestigio come re dell'inferno.
- Dio è rappresentato come un despota intollerante, mentre Satana emerge come un contestatore coraggioso del potere divino.
- Tasso mostra simpatia per i ribelli e i vinti, evidenziando una complessa ambiguità nei confronti dei valori religiosi tradizionali del suo tempo.
Indice
Il concilio dei demoni
Invidioso dei successi dei cristiani, che con la costruzione delle torri d’assedio sembrano vicini alla conquista di Gerusalemme, Satana medita di infliggere loro un danno irreparabile e a tale scopo convoca in un concilio tutti i diavoli del suo regno. Creature mostruose di ogni tipo immediatamente accorrono al richiamo della tromba infernale e si dispongono di fronte a lui in due raggruppamenti. Satana dà allora inizio a un discorso, in cui ricorda agli uditori la comune sorte di essere stati cacciati dal cielo e scaraventati nell’abisso infernale da Dio, che in tal modo li ha voluti punire per essersi ribellati a lui. In seguito elenca tutti gli altri oltraggi, antichi e recenti, subìti a opera sua e finalizzati a un progressivo svuotamento dell’inferno: la morte di Cristo in croce, grazie alla quale l’uomo, riscattato dal peccato originale, è stato elevato in cielo al posto loro; la discesa di Cristo nell’inferno per sottrarvi le anime dei giusti e portarle in paradiso; infine l’attuale progetto di convertire i popoli infedeli dell’Asia alla religione cristiana per mezzo dell’esercito crociato, che ora sta per sottomettere tutta la Palestina (la «Giudea », ottava 13). Avviandosi a concludere la sua orazione, Satana esorta i diavoli a ritrovare il valore guerriero di un tempo e ordina loro di sbaragliare i crociati prima che portino a compimento l’impresa. Infine indica il metodo cui si devono attenere, che consiste nell’alternare l’uso della forza a quello dell’inganno, e impartisce loro istruzioni sulle azioni da compiere: i diavoli devono disperdere, uccidere, rendere schiavi della passione amorosa e istigare alla rivolta contro il loro comandante i soldati dell’esercito cristiano, fino a ottenerne la totale distruzione.
La descrizione del re dell’inferno
La rappresentazione di Satana, il protagonista del concilio infernale, sotto il profilo dei tratti fisici si accorda a quella delle leggende popolari: la mole che supera in altezza quella dei monti, «la gran fronte e le gran corna», gli occhi rossi e lo sguardo velenoso e acceso, la barba lunga, ispida e folta, la bocca enorme e sporca di sangue e, infine, il fetore del suo alito restituiscono al lettore l’immagine di un essere gigantesco e mostruoso che desta un senso di terrore misto a disgusto. Tuttavia altri aspetti di tale rappresentazione ne rivelano una dimensione eroica e gloriosa completamente inedita e per giunta lontana dalla funzione di pura incarnazione del Male che gli è attribuita dalla dottrina cristiana.
L’eroica ribellione di Satana a Dio
Nel corso dell’adunanza infernale Satana mantiene infatti un atteggiamento dignitoso e composto che contrasta con il furore animalesco che lo connota nella prima ottava, dove è paragonato a un toro ferito che muggisce e sbuffa per il dolore. L’espressione «orrida maestà», che in un ossimoro unisce l’orrendo al maestoso, suggerisce con efficacia l’idea del sovrano medievale, rispettato dai fidi compagni d’arme in virtù della sua capacità d’iniziativa. La sua dignità regale si manifesta in particolar modo nel discorso con cui sprona gli uditori alla riscossa. È soprattutto attraverso le sue parole infatti che si attua un capovolgimento di prospettiva rispetto alle caratteristiche morali che tradizionalmente gli sono assegnate: Satana appare sotto la luce positiva dell’eroe ribelle che non si è mai rassegnato a sottomettersi al potere autoritario di Dio e che, pur sconfitto in passato, tenta di riguadagnare prestigio almeno come re dell’inferno, l’unico privilegio che gli è stato concesso dopo aver perso quello di abitare «i più felici regni» del cielo. Dio al contrario si rivela come un despota prepotente e intollerante, che non consente la messa in discussione dell’ordine da lui imposto all’universo e che, pur di diffondere ovunque la propria religione – e quindi il proprio sistema di valori –, cerca di cancellare dalla terra tutte le altre.
La simpatia di Tasso per i ribelli e i vinti
È evidente che nel ragionamento di Satana i concetti di bene e male non sono assoluti ma dipendono da chi detiene il potere di definirli tali: in sostanza Dio si è appropriato del diritto di confinare nell’«abisso oscuro» del male coloro che, ribellandosi alla sua supremazia nel mondo, sono stati sconfitti. Per queste ragioni l’episodio del concilio infernale testimonia l’ambiguità dell’autore rispetto ai contenuti del suo poema: scrivendo la Gerusalemme liberata Tasso si è indubbiamente candidato a essere il cantore ufficiale dei valori religiosi e morali della Controriforma, impersonati da Goffredo di Buglione, ma concedendo diritto di parola a Satana ha anche manifestato un’inconscia ammirazione verso chi osa opporsi a essi a costo di esporsi alla sconfitta. Del resto la simpatia di Tasso per questo personaggio ostinatamente contestatore dell’autorità divina è in linea con quella da lui dimostrata per i trasgressori e i vinti di entrambi gli schieramenti (dai pagani Solimano, Clorinda e Armida ai cristiani “erranti” Rinaldo e Tancredi). Si può dunque ipotizzare che essa riveli una sorta di identificazione del poeta nei personaggi ribelli del suo poema, dovuta alla consapevolezza di aver dato ampio spazio ai temi del piacere dei sensi, della seduzione e dell’azione delle forze demoniache e di avere in tal modo violato i limiti imposti dalla Chiesa del tempo alla libertà d’espressione.Domande da interrogazione
- Qual è il motivo principale per cui Satana convoca un concilio dei demoni?
- Come viene descritto fisicamente Satana nel testo?
- In che modo Satana viene rappresentato come un eroe ribelle?
- Qual è l'ambiguità dell'autore rispetto ai contenuti del suo poema?
- Come si riflette la simpatia di Tasso per i ribelli e i vinti nel suo poema?
Satana convoca un concilio dei demoni per discutere un piano per infliggere un danno irreparabile ai cristiani, che sembrano vicini alla conquista di Gerusalemme.
Satana è descritto come una figura gigantesca e mostruosa, con tratti fisici che includono una mole superiore ai monti, grandi corna, occhi rossi, una barba ispida e un alito fetido.
Satana viene rappresentato come un eroe ribelle attraverso il suo atteggiamento dignitoso e composto, e il suo discorso che lo dipinge come un sovrano medievale rispettato, in contrasto con l'immagine tradizionale di pura incarnazione del Male.
L'ambiguità dell'autore risiede nel fatto che, pur essendo il cantore dei valori religiosi della Controriforma, Tasso manifesta un'inconscia ammirazione per Satana e i ribelli, concedendo loro diritto di parola e simpatia.
La simpatia di Tasso per i ribelli e i vinti si riflette nella sua identificazione con i personaggi ribelli del poema, come Satana, e nella sua ammirazione per i trasgressori di entrambi gli schieramenti, sia pagani che cristiani.