Zhuweiqiu
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Concetti Chiave

  • Anton Maria Narducci, nato a Perugia nel 1585, è un avvocato e letterato italiano, noto per la sua poesia barocca, che si concentra sulla bellezza e i difetti umani.
  • Narducci, vissuto nell'età barocca, esprime dissenso verso la poetica idealizzata di Petrarca, preferendo esplorare la realtà con ironia e contrasto.
  • Il sonetto "Bella Pidocchiosa" è un esempio della sua opera, dove descrive con ironia una donna dai capelli deturpati dai pidocchi, simbolizzando bellezza imperfetta.
  • La prima strofa utilizza latinismi e termini classici per descrivere i pidocchi come "fere", creando un'immagine contrastante tra bellezza e sgradevolezza.
  • Le strofe successive trasformano i pidocchi in Amoretti, intrecciando una rete metaforica che intrappola il cuore del poeta, esaltando l'ironia della bellezza imperfetta.

In questo contenuto sono riportate alcune informazioni sull’opera dal titolo “Bella Pidocchiosa” del poeta Anton Maria Narducci. Vengono analizzati alcuni aspetti generali: chi è Narducci, quali opere ha prodotto e in particolar modo viene riportata l’opera “Bella Pidocchiosa” analizzandone la struttura e il contenuto.

Indice

  1. Formazione e carriera legale
  2. Produzione letteraria e stile
  3. Critica alla poetica di Petrarca
  4. Analisi del sonetto "Bella Pidocchiosa"
  5. Metafore e classicismo nel sonetto
  6. Conclusione del sonetto

Formazione e carriera legale

Anton Maria Narducci è nato a Perugia nel 1585 ed è stato un uomo di legge ma anche un letterato italiano. Si sa poco riguardo i suoi anni giovanili, però è stato educato seguendo l’insegnamento di uomini di cultura come Antonio Bonciari, il quale gli ha trasmesso l’interesse verso la legge. Dopo aver raggiunto il titolo di avvocato, Narducci ha iniziato ad esercitare la professione in diverse città Italiane, tra cui Macerata e Pavia.

Produzione letteraria e stile

Nei primi anni del 1600, Narducci aveva già reso pubblici alcuni delle sue composizioni: si trattava di sonetti, formati da due quartine e due terzine, contenuti in raccolte in cui confluivano anche opere di altri poeti appartenenti a quel periodo storico. Inoltre, viene ricordato il volume “I Capricci”: si tratta di una raccolta in cui sono stati ritrovati circa venti sonetti di Narducci che attestano la sua provenienza.

Narducci è vissuto durante l’età barocca caratterizzata da un estremo atteggiamento polemico e superficiale nei confronti della realtà. Narducci, Antonio Maria - Bella Pidocchiosa articoloDiversamente dal periodo precedente in veniva esaltava la figura femminile, disegnata come una donna angelo dai capelli lunghi e biondi, nel periodo barocco si ha un cambiamento radicale in quanto viene esaltata la bellezza femminile in tutte le due forme e con tutti i pregi e difetti che poteva possedere sia a livello fisico che interiore.

Critica alla poetica di Petrarca

Sulla sua produzione letteraria non è stato ritrovato molto, solamente alcuni testi poetici e testi appartenenti ad altri poeti. In questi pochi testi ritrovati, è emerso il suo dissenso nei confronti della poetica di Petrarca in particolare sulla concezione della realtà sempre più vicina a qualcosa di metafisico e ideale.

Per Narducci far poesia significava esaltare non solo il bello ma soprattutto il brutto perché anche questo può suscitare sentimenti contrastanti ma reali come incredulità ed entusiasmo.

Analisi del sonetto "Bella Pidocchiosa"

Tra le opere più importanti di Narducci viene ricordato il sonetto “Bella Pidocchiosa”, in cui viene esaltata lo splendore di una bellissima donna dai capelli lunghi deturpati dalla presenza dei pidocchi chiamati dal poeta delle “bestie feroci”. Con questo sonetto il poeta riesce a dare un tocco differente rispetto alla poetica che l’ha preceduto, aggiungendo addirittura autoironia.

Quest’opera, Bella pidocchiosa, rappresenta una provocazione perché Narducci, poeta minore più o meno coetaneo di Marino di cui non si hanno molte notizie, decide di ribaltare con ironia il tema precedentemente affrontato in cui è stato utilizzato lo stesso titolo, dove però rappresenta un’antitesi. Anche in questo caso viene utilizzata la struttura con unicum e netta separazione.

Metafore e classicismo nel sonetto

“Sembran fere d’avorio in bosco d’oro

le fere erranti onde sì ricca siete;

anzi, gemme son pur, che voi scotete

da l’aureo del bel crin natio tesoro;”

Il termine “fere” è un latinismo utilizzato da Dante nella Divina commedia e dunque Narducci cerca di inserire nella sua poetica termini appartenenti al periodo classico.

Con il termine “Erranti” il poeta si riferisce al movimento che avviene tra i capelli: anche qui Narducci riprende il classicismo perché questo termine è costantemente presente nelle opere di Ariosto ed anche di Tasso però con il significato di “vagare”. In questo caso i pidocchi si muovono all’interno di una massa di capelli all’apparenza bellissimi, successivamente trasformati dai parassiti in qualcosa di sgradevole.

“o pur, intenti a nobile lavoro,

così cangiati gli Amoretti avete,

perché tessano al cor la bella rete

con l'auree fila ond’io beato moro.”

I pidocchi vengono trasformati dal poeta in Amoretti che tessono una sorta di rete metaforica che intrappola il suo cuore: in questo modo il poeta è come se fosse costretto ad amarla, perché nonostante quello che si vede a causa dei pidocchi, si ritrova davanti dei capelli bellissimi.

“O fra bei rami d’or volanti Amori,

gemme nate d’un crin fra l’onde aurate,

fere pasciute di nettarei umori;”

Anche in questa strofa continua la metafora tra i pidocchi e gli Amori, che saltano tra i capelli come tra i rami di un bosco e sono cresciuti e proliferati proprio perché erano in mezzo a quel “mare” di capelli, immagine che ora acquista senza dubbio una valenza poco positiva.

Narducci, Antonio Maria - Bella Pidocchiosa articolo

Conclusione del sonetto

“deh, s’avete desio d’eterni onori,

esser preda talor non isdegnate

di quella preda onde son preda i cori!”

“Se volete ottenere onori eterni, essere ricordati a lungo, non disdegnate di essere voi la preda della vostra preda”: con quest’ultima strofa il poeta afferma che la situazione in cui si trova è quella in cui la donna è preda dei pidocchi, ma l’uomo è preda della donna perché cede nella rete della sua bellezza.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Anton Maria Narducci e quale fu la sua carriera?
  2. Anton Maria Narducci, nato a Perugia nel 1585, era un uomo di legge e letterato italiano. Fu educato da uomini di cultura come Antonio Bonciari e divenne avvocato, esercitando in diverse città italiane come Macerata e Pavia.

  3. Quali sono le caratteristiche principali della produzione letteraria di Narducci?
  4. Narducci scrisse sonetti, spesso inclusi in raccolte con opere di altri poeti del suo tempo. La sua produzione si distingue per l'uso di metafore e un approccio ironico, in contrasto con la poetica idealizzata di Petrarca.

  5. In che modo Narducci critica la poetica di Petrarca?
  6. Narducci esprime dissenso verso la concezione metafisica e ideale della realtà di Petrarca, preferendo esaltare anche il brutto, che può suscitare sentimenti reali come incredulità ed entusiasmo.

  7. Qual è il tema centrale del sonetto "Bella Pidocchiosa"?
  8. Il sonetto "Bella Pidocchiosa" esalta la bellezza di una donna i cui capelli, sebbene infestati da pidocchi, sono descritti con ironia e classicismo, ribaltando i temi tradizionali della bellezza femminile.

  9. Come utilizza Narducci le metafore nel sonetto "Bella Pidocchiosa"?
  10. Narducci usa metafore classiche, paragonando i pidocchi a "Amoretti" e "fere", creando un contrasto tra la bellezza esteriore dei capelli e la sgradevolezza dei parassiti, esprimendo un'ironia sottile.

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