Concetti Chiave
- Sagredo sfida le convinzioni comuni, affermando che la Terra è degna di ammirazione perché è in continua trasformazione, a differenza dei corpi immutabili.
- La vita è possibile solo nell'imperfezione, poiché il vivo si modifica e il morto, seppur perfetto, è inutile.
- Critica la ricerca della perfezione da parte degli uomini, motivata dalla paura della morte, che li porta a valorizzare ciò che non possiedono.
- Galilei usa l'ironia per sottolineare l'ignoranza e l'abitudine umana a evitare la realtà, preferendo false consolazioni.
- La vera perfezione risiede nella funzione e nell'utilità delle cose, come l'acqua più nobile del diamante, in base alle esigenze vitali.
La Perfezione e l'Imperfezione
Sagredo afferma che il volgo attribuisce la perfezione ai corpi immutabili, inalterabili e attribuisce invece l'imperfezione a ciò che è generabile, alterabile; egli invece ritiene che la Terra sia degna di ammirazione perchè incessantemente si modifica. L'alterazione che l'uomo sperimenta in prima persona è la crescita, che con l'invecchiamento assume un'accezione negativa. Gli uomini ritengono spregevole il cambiamento perchè l'estrema mutazione subita dall'uomo è la morte, di cui gli uomini hanno paura; questo è il motivo per il quale gli uomini ambiscono alla perfezione perchè ciò che è perfetto è eterno, compiuto e quindi portato a termine, vale a dire che non muore.
La Vita nell'Imperfezione
Sagredo ribalta le normali convinzioni umane dicendo che se la Terra fosse una distesa perfetta di sabbia, ghiaccio, o terra dove starebbe la vita? Non ci sarebbe vita, perchè la vita, essendo stessa imperfetta, è possibile solamente nell'imperfezione. Il vivo si deteriora, si modifica; al contrario il morto rimane perfetto, ma a cosa serve questa perfezione? A nulla essendo esso morto. Si oppone anche ad Aristotele dicendo che anche tutti gli altri corpi celesti sono imperfetti, aveva infatti scoperto la superficie irregolare della Luna e le macchie solari. Il volgo ritiene pregiato ciò di cui c'è scarsità, ciò di cui è privo; ricerca infatti òa perfezione perchè è un qualcosa che non possiede e questo, per Sagredo, è assurdo. Afferma infatti che questi, che si riempono tanto (questi e tanto hanno una connotazione negativa) la bocca, lo fanno perchè temono la morte. Se l'uomo fosse eterno non nascerebbe neanche. Galilei utilizza l'ironia, che riguarda non solo l'ignoranza, ma anche la comoda abitudine a non voler guardare in faccia la realtà, preferendo ingannare se stessi e crearsi false consolazioni: "Questi meriterebbero d'incontrarsi in un capo di Medusa, che gli trasmutasse in istatue di diaspro o di diamante, per diventare più perfetti che non sono".
Galilei e la Vera Perfezione
Galilei quindi, in questa giornata, per mezzo della sua logica stringente, afferma che la vera perfezione delle cose consiste nella funzione a cui sono destinate e nella loro capacità di corrispondere alle esigenze fondamentali della vita. Conta non la forma, ma la sostanza: pensarla diversamente rispetto a Galilei significa condividere i pregiudizi della gente, che ragiona sulla base dei luoghi comuni. Se si rovesciano queste prospettive, per ripristinare una visione più corretta delle cose, si dovrà convenire che l'acqua, indispensabile all'esistenza umana, è molto più importante e "nobile" del diamante, il cui pregio è stabilito sulla base di una sola convenzione.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Sagredo sulla perfezione e l'imperfezione?
- Come Sagredo ribalta le convinzioni umane sulla vita e l'imperfezione?
- Qual è l'ironia utilizzata da Galilei riguardo alla perfezione?
- Come definisce Galilei la vera perfezione?
Sagredo ritiene che la Terra sia degna di ammirazione perché si modifica incessantemente, contrariamente alla convinzione comune che attribuisce la perfezione ai corpi immutabili.
Sagredo afferma che la vita è possibile solo nell'imperfezione, poiché il vivo si modifica mentre il morto rimane perfetto ma inutile, opponendosi anche alle idee di Aristotele.
Galilei usa l'ironia per criticare l'ignoranza e l'abitudine di evitare la realtà, suggerendo che chi cerca la perfezione dovrebbe diventare una statua di diaspro o diamante.
Galilei afferma che la vera perfezione consiste nella funzione e capacità delle cose di soddisfare le esigenze fondamentali della vita, non nella loro forma esteriore.