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Umanesimo
Nel 400, in Italia, ha inizio il rinascimento. In realtà si distingue la fase dell’umanesimo (400)=> epoca della rinascita dell'interesse per l'antichità, e i classici. E la fase del rinascimento vero e proprio ( primi decenni del 500)=> età del consolidamento della nuova civiltà, del trionfo del classicismo e della cultura cortigiana, della piena maturità espressiva nella letteratura e nelle arti.Le strutture economiche, politiche e sociali
Le signorie si trasformano in principati: si hanno così i “ducati” di Milano, Ferrara(Estensi), Mantova(Gonzaga) e Urbino. Tranne per Firenze che rimane comune di popolo, anche se nel 1435 passa sotto la signoria di Cosimo de’ Medici, poi Piero e infine Lorenzo detto Il Magnifico: abile politico, e protettore di scrittore e artisti. Nascono così gli stati regionali italiani.la figura del signore e le corti. Il signore si circondava di consiglieri e artisti. Attorno al signore si crea una corte, in cui fanno parte una serie di intellettuali e artisti. Scopo= ricavare prestigio presso gli altri stati ed esaltare le proprie imprese. Le corti diventano centro di cultura (letteratura ,scienza ,filosofia ,arte)=> fenomeno del mecenatismo. Ecco perché vediamo una grande fioritura artistica.
Economia e società. l’economia migliora, ma si torna all’agricoltura, infatti molte famiglie mercantili acquistano proprietà terriere, perché l’agricoltura presenta meno rischi. La borghesia torna ad assomigliarsi alla vecchia aristocrazia. Nell'élite più ricca invece , si diffonde uno stile di vita improntato all’edonismo, cioè alla ricerca di piacere, di lusso esteriore. L'élite vive in ambienti splendidi e ricchi di cultura e opere d’arte. => nell’umanesimo abbiamo un’esaltazione laica dei valori della vita terrena. Per quanto riguarda i contadini, vedono peggiorare la situazione di vita. L’umanesimo infatti colpisce solo le classi sociali più alte.
Centri di produzione e diffusione della cultura
Firenze comunale: centro della produzione della cultura è la cancelleria della Repubblica, dove si scrivono le lettere ufficiali e si tengono rapporti diplomatici. La direzione è affidata agli intellettuali, diventando così degli intellettuali-cittadini che partecipano alla vita comunale. I più famosi: Leonardo Bruni, Coluccio Salutati e Poggio Bracciolini.corti: è il centro per eccellenza di elaborazione della cultura. I principi sono colti e amanti della cultura e quindi si circondano di pittori, artisti, letterati… Nasce così nel 400 la civiltà di corte fondata sul culto della raffinatezza, delle maniere eleganti, dell’armonia. La corte è un luogo chiuso, che incarna un mondo ideale, distaccato da quello reale. Gli artisti ricevono protezione in cambio delle esibizioni e dei lavori che compiono. La corte per gli artisti è un luogo ricco di stimoli e vivacità. conseguenze= porta a una maggiore produttività letteraria. Ma il distacco con il mondo esterno e il fattore di subordinazione del signore, portano a una poca libertà espressiva e una sterilità creativa, rivolta solo a persone della stessa classe sociale, della stessa élite aristocratica.
l’accademia: i nuovi intellettuali umanisti elaborano una concezione “dialogica” della cultura, ritengono infatti che essa sia scambio di idee, confronto e discussione. (ispirazione dall’accademia di Platone che aveva la stessa funzione). Erano cenacoli dove dotti tra loro amici si incontravano per conversare, discutere, scambiarsi conoscenze.. non è una scuola o università, è un luogo libero dove tutti sono maestri e allo stesso tempo alunni. Le accademie si trovavano nel palazzo o villa dei nobili, o nelle corti. ES. Accademia platonica di Firenze (protez. da Lorenzo Medici), o Pontaniana a Napoli (prot. da Alfonso d’Aragona).
L’università e le scuole umanistiche. La cultura umanistica ha come fondamento l’idea di una formazione armonica dell’uomo: perciò l’insegnamento in quest’epoca assume un ruolo fondamentale. Molti umanisti sono degli insegnanti. Nascono così le scuole ispirate ai nuovi principi pedagogici: non apprendimento di nozioni enciclopediche da imparare a memoria(come nel medioevo) ma una formazione che sviluppa tutte le facoltà della persona: oltre a quelle intellettive, quelle morali, emotive, fisiche attraverso lo studio delle discipline “umanistiche”. ES di insegnanti: Vittorino da Feltre, Guarino Veronese.
le botteghe: di artisti, pittori e scultori rappresentano luoghi di grande espressione culturale. c’è anche la bottega dello stampatore (grazie a Gutenberg), dove si ritrovano letterati e filosofi. Aldo Manuzio= + famoso stampatore.
Le biblioteche: grazie all’invenzione della stampa, le biblioteche non sono solo luogo di conservazione di libri ma di scambio, infatti diventano pubbliche. ES biblioteca Laurenziana e quella Vaticana
Intellettuali e pubblico
Inizialmente con la Firenze comunale abbiamo l’intellettuale comunale: cittadini che partecipano alla vita politica, e fanno un lavoro diverso dall'intellettuale, lo fanno cioè di sola passione. (UMANESIMO CIVILE). l'intellettuale cortigiano; novità, fa quello di professione, vive nella corte o signoria, ed è subordinato dal signore, ma ripagato con la protezione e i soldi. Le mansioni degli intellettuali possono essere diverse: poeti, studiosi, oppure mansioni politiche e diplomatiche, o segretari, bibliotecari e maestri. Nelle corti hanno abbastanza autonomia, senza vincoli ideologici (a diff. del 500 con l'età controriformistica). L’alternativa alle corti, è la condizione clericale, che ti dava un titolo. Più prestigiosa era la carriera ecclesiastica, infatti molti vescovi, se non papi, sono intellettuali che scrivono opere, anche con temi profani.Caratteristiche: Il letterato è considerato una figura di grande prestigio sociale, sono riveriti, ammirati. Ha un’alta coscienza di sé, infatti pensa di essere il depositario dei valori più alti della civiltà. Inoltre sono mobili nello spazio, nel senso che girano l’Italia, per ispirazione e curiosità, favorendo la circolazione e scambio di idee, e un'omogeneità della cultura.
I letterati, hanno un pubblico elitario, formato da altri letterati. A differenza del vasto pubblico della cultura del 200 e 300. Inoltre si torna al latino, che diventa la lingua dell’alta cultura. Anche se nella seconda metà del 400, viene usato anche il volgare. Si ha comunque un distacco tra la cultura “alta” e quella popolare, che è orale e resta limitata principalmente al campo religioso.
Le idee e le visioni del mondo: l'Umanesimo
La rinascita. L’umanesimo viene definito come la rinascita della civiltà classica in tutti i campi culturali. (mito della rinascita). Il medioevo è considerato per gli umanisti come un periodo di mezzo, un’epoca buia di barbarie. Anche se sappiamo che in realtà nel medioevo c’era un interesse per la classicità.la visione antropocentrica in cui l’uomo pone se stesso al centro della realtà come protagonista e autore della propria storia , a differenza del medioevo che era Dio. Nel medioevo l’uomo era una creatura fragile, e la vita terrena era solo un transito temporaneo. Ora invece c’è una visione ottimistica dell’uomo, dove è protagonista del proprio destino, appare sicuro e ricco. Il corpo non è più condannato, ma celebrato nella sua bellezza. C’è quindi equilibrio tra corpo e spirito
il valore del mondo terreno e il rapporto con i classici . Anche se l’uomo è al centro, comunque è un'età profondamente religiosa, che mira al ritorno di una purezza evangelica, cosa non successa nel medioevo. Il fine ultraterreno della vita non viene pertanto negato, semplicemente si rivendica il valore autonomo della realtà mondana, con la ricerca di piacere senza sensi di colpa (atteggiamento edonistico), unito al pensiero del naturalismo, la tendenza a pensare l’individuo come essere fatto di carne, che vive e soffre, e gioisce.
Principio di imitazione: dato che anche nell’epoca classicista, si è esaltato l’uomo in ogni suo aspetto, nell’epoca umanistica, si imita la perfezione raggiunta dagli antichi, in ogni campo culturale. (letteratura, arte, filosofia, scienza). I classici sono modelli ideali a cui tendere, ma ciò che conta è costruire il proprio concreto mondo spirituale e civile.
riscoperta dei classici: Per imitarli però bisognava conoscerli, infatti nel medioevo molti autori non venivano più letti, o meglio il patrimonio greco fu conservato solo nell’impero bizantino. A partire da Petrarca e Boccaccio si sente la curiosità di conoscere gli autori latini. Con Petrarca, cominciò una ricerca ai manoscritti antichi che giacevano nelle biblioteche di tutta Europa. Parallelamente si afferma il bisogno di conoscere direttamente la letteratura e la filosofia greca, poiché erano la base della cultura latina. Boccaccio per esempio fece assegnare la cattedra di greco all’università a un suo maestro. Gli scambi culturali con la civiltà bizantina divennero sempre più intensi nel 400 fino alla conquista turca di Bisanzio.
la filologia umanistica: la filologia, è la scienza della parola che studia i testi di varia natura, per ricostruire la loro forma originale. Gli umanisti lo fanno con i testi antichi greci e latini, infatti nel medioevo gli amanuensi commettevano errori nel ricopiare i testi, e quindi bisognava accostare varie copie per ricostruire i manufatti. Il metodo filologo rivela che si rifiuta l’idea di una verità data dalla tradizione, e invece bisogna verificare le fonti. La verità è quindi qualcosa che bisogna cercare personalmente. Es La falsa donazione di Costantino . Il medioevo aveva creduto alla “donazione di Costantino”, un documento in cui l’imperatore lasciava Roma al papa (potere temporale sullo stato pontificio). In realtà Lorenzo Valla riesce a smentire con il metodo filologico questa credenza. In realtà i longobardi donano al papa (donazione di Sutri)
Lo scopo della cultura e dello studio è per la formazione dell’uomo. Questi studi vengono definiti “studia humanitatis" cioè studi di umanità, quelli che formano l’uomo nella sua completezza, nell’armonia perfetta di tutte le sue facoltà. Lo scopo della scuola era quindi quello di far sviluppare delle facoltà all’allievo nella loro interezza, e non inculcare un sapere enciclopedico, facendo partecipare in maniera attiva l’intelligenza dell’alunno. Un uomo completo infatti aveva conoscenze sia teoriche che pratiche.
Le virtù umanistiche C’è una rivalutazione del corpo esteriore, infatti i greci pensavano che la bellezza esteriore fosse considerata specchio di quella interiore (kalokagathia “bello e buono”). Si insegnavano anche le virtù, coraggio, forza d’animo, ragione.
la concezione umanistica nella vita comune L’uomo doveva partecipare alla vita politica, inoltre gli umanisti esaltano il matrimonio e la vita familiare, l’umanista infine loda l’attività economica, è più attaccato ai soldi e ai piaceri terreni.
le due fasi dell’umanesimo: civile e cortigiano