Concetti Chiave
- Il canto di Galicio nell'Arcadia di Sannazaro presenta uno schema metrico simile a quello delle celebri canzoni petrarchesche, utilizzando una struttura di endecasillabi e settenari.
- La terza stanza del canto di Galicio celebra l'età dell'oro con immagini bucoliche e botaniche, esaltando una natura ideale e armoniosa come rifugio dalle avversità della vita reale.
- Il poema evoca il tópos del "locus amoenus", con richiami alla mitologia classica e alla poesia di Petrarca, immergendo il lettore in un paesaggio sereno e mitico.
- L'Arcadia rappresenta un ideale di armonia e semplicità, ma cela anche riferimenti alla società umanistica e alla corte aragonese, rivelando un sottile gioco di allusioni sociali.
- Sannazaro, sebbene celebri la naturalezza, adotta uno stile poetico raffinato, intessuto di riferimenti classici come quelli di Virgilio, seguendo i principi eruditi dell'Umanesimo.
Indice
Influenza petrarchesca e schema metrico
Analizziamo le prime tre strofe del canto di uno dei pastori-poeti dell’Arcadia di Sannazaro, Galicio. Nella canzone traspare l’influsso del modello lirico petrarchesco, essendo utilizzato uno schema metrico identico alla petrarchesca Se ’l pensier che mi strugge , “sorella”, a sua volta, della ancor più celebre Chiare, fresche et dolci acque .
Schema metrico: canzone con strofe di 3 endecasillabi e 10 settenari, di schema abCabCcdeeDff.
Il paesaggio bucolico di Galicio
Il centro di questa invocazione del pastore Galicio è nella terza stanza (vv. 27-40), che inneggia all’età dell’oro con un dettaglio di riferimenti floreali e botanici tipici di molte pagine dell’Arcadia. Intorno al pastore si coglie un paesaggio di tipo bucolico, caratterizzato da una natura amena e spontanea, che rappresenta il teatro ideale per la vicenda amorosa che unisce Galicio ad Amaranta. Il tópos del locus amoenus è richiamato sin dalla prime due stanze in cui si infittiscono i richiami alla mitologia classica e alla poesia di Petrarca a partire dai riferimenti alla «verde riva» (v. 2) e alle «chiare e lucide onde» (v. 3), ai «vaghi ucelli» (v. 10), all’«almo Pastore» (cioè ad Apollo-Sole, v. 16). Nella terza stanza si dispiega poi la serie di elementi canonici che accompagnavano sin dall’antichità la rievocazione dell’età dell’oro: la pacifica convivenza degli opposti (il lupo e l’agnello, le spine e l’uva ecc.), il germogliare spontaneo di piante e fiori in situazioni di norma impossibili, la produzione in natura di frutti senza il ricorso al lavoro dell’uomo.
L'Arcadia come rifugio ideale
L’Arcadia, mitica regione greca, idealizzata in letteratura come lo spazio in cui vissero in totale armonia con la natura gli uomini primitivi, diviene il luogo al di fuori della realtà in cui cercare rifugio dalle avversità e dai contrasti della storia. In realtà, però, dietro i pastori arcadi di Sannazaro si celano riferimenti a personaggi reali del mondo della corte aragonese, tanto da poter riconoscere sotto la maschera bucolica allusioni alla società umanistica e alla dimensione elitaria dell’Accademia pontaniana.
Raffinatezza e ispirazione classica
Uno stile raffinato e colto Paradossale è l’atteggiamento di Sannazaro che, mentre celebra un mondo estraneo all’artificio e ispirato ai principi di naturalezza e spontaneità, poi elabora una poesia molto raffinata nata dall’abile intarsio di fonti classiche e medioevali, secondo i dettami più tipici della cultura filologica dell’Umanesimo. Il rinvio, in questo caso, è alle fonti più specifiche dell’ispirazione pastorale, come il Virgilio della IV Bucolica: «da incolti roveti penderà l’uva rosseggiante / e le dure querce trasuderanno miele rugiadoso» (vv. 29-30). I versi latini di Virgilio sono praticamente tradotti da Sannazaro, che scrive: «e per le spine dure / pendan l’uve mature; / suden di mèl le querce alte e nodose» (vv. 36-38). La stessa celebrazione dell’età dell’oro, si ritrova in una delle opere maggiori della poesia pastorale cinquecentesca, l’Aminta di Tasso, dove il modello classico sarà però evocato soprattutto in funzione di critica della realtà contemporanea.
Domande da interrogazione
- Qual è l'influenza petrarchesca nel canto di Galicio?
- Come viene descritto il paesaggio bucolico di Galicio?
- Qual è il significato dell'Arcadia come rifugio ideale?
- In che modo Sannazaro combina raffinatezza e ispirazione classica?
- Qual è il ruolo della celebrazione dell'età dell'oro nella poesia pastorale?
Il canto di Galicio mostra un'influenza petrarchesca evidente, utilizzando uno schema metrico identico a quello della canzone petrarchesca "Se 'l pensier che mi strugge", con strofe di 3 endecasillabi e 10 settenari.
Il paesaggio bucolico di Galicio è caratterizzato da una natura amena e spontanea, con riferimenti floreali e botanici tipici dell'Arcadia, evocando un locus amoenus ideale per la vicenda amorosa tra Galicio e Amaranta.
L'Arcadia è idealizzata come uno spazio mitico di armonia con la natura, un rifugio dalle avversità storiche, ma nasconde anche riferimenti a personaggi reali della corte aragonese e allusioni alla società umanistica.
Sannazaro celebra un mondo naturale e spontaneo, ma elabora una poesia raffinata attraverso l'intarsio di fonti classiche e medievali, seguendo i dettami dell'Umanesimo, come dimostrato dai riferimenti a Virgilio.
La celebrazione dell'età dell'oro, presente anche nell'Aminta di Tasso, serve a evocare un modello classico che critica la realtà contemporanea, sottolineando la pacifica convivenza e la spontaneità della natura.