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Il monologo di Margutte
Dopo essere diventato scudiero di Orlando, Morgante incontra il mezzo gigante Margutte, un personaggio astuto e malvagio inventato da Pulci, che diventerà il suo fido compagno di bravate. La narrazione del loro incontro rappresenta uno degli episodi più significativi del poema, poiché rivela il gusto dell’autore per la trasgressione e per la deformazione comica.I “valori” di Margutte
Le caratteristiche fisiche di Margutte simboleggiano comicamente i suoi “valori” morali: egli è infatti un essere deforme, né uomo né gigante, orrendo come i peccati che si vanta di aver commesso. Interpellato da Morgante riguardo alla sua fede religiosa, si compiace di rovesciare parodicamente i contenuti del “Credo”, la preghiera fondamentale della religione cattolica, e di irridere la fede in quanto tale (ottave 115-117). Nel suo monologo blasfemo afferma di credere soltanto nel cibo e nel vino, cioè in beni concreti e materiali, escludendo così dal proprio orizzonte morale tutto ciò che riguarda lo spirito e il soprannaturale.Il rifiuto della religione
Alludendo ai contenuti delle diverse religioni (cristiana, islamica, ortodossa) si dimostra ancora più trasgressivo: per lui la fede non è un sentimento profondo che tutti sperimentano, ma un «solletico» della mente (117, v. 3) che alcuni sentono e altri no, una superstizione senza fondamento che impone precetti assurdi, come il divieto per i musulmani di bere vino (116, vv. 6-8). Se, come crede, essa dipende dall’educazione ricevuta in famiglia, come si sarebbe potuto sviluppare in lui, figlio di una cristiana ortodossa e di un sacerdote musulmano (118, vv. 3-4), un qualsiasi convincimento religioso? Il suo destino di scettico e di malvagio era segnato fin dalla nascita.Il rapporto con la tradizione
La sua visione del mondo, materialistica e spregiudicata, contrasta anche con quella umanistica, che celebra l’essere umano per le sue doti morali e intellettuali ed esalta valori quali l’eleganza formale, la ragionevolezza e l’equilibrio. I riferimenti ossessivi di Margutte al mangiare e al bere, il disprezzo dei genitori, l’ostentazione di un comportamento peccaminoso (entro il quale rientra l’uccisione del padre), sono infine riconducibili al filone della poesia comico-realistica, cui Pulci si ispira anche nelle opere minori.L’opera: Morgante
Il Morgante è un’opera in ottave che si compone di due poemi scritti in tempi diversi. Il primo poema, di carattere comico e burlesco, si ispira a un cantare anonimo intitolato Orlando ed è formato da ventitré canti (o “cantari”). Il suo nucleo narrativo fondamentale si basa sull’incontro e sul legame stretto tra Orlando (che, offeso dalle calunnie di Gano di Maganza, ha lasciato la corte di Carlo Magno) e Morgante, un gigante musulmano che, sconfitto dal paladino, accetta di convertirsi alla religione cristiana e di diventare suo scudiero. Il secondo poema, più serio nei contenuti e nei toni, si ispira ad altri due cantari anonimi, la Spagna in rima e la Rotta di Roncisvalle, è formato da soli cinque canti e narra della morte di Orlando nell’agguato tesogli a Roncisvalle dal traditore Gano. L’opera nella sua versione definitiva – nota come Morgante maggiore – viene pubblicata nel 1483 ed è quindi composta complessivamente di ventotto cantari.Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo di Margutte nel poema "Morgante"?
- Come vengono rappresentati i "valori" di Margutte?
- Qual è l'atteggiamento di Margutte verso la religione?
- In che modo Margutte si contrappone alla tradizione umanistica?
- Qual è la struttura dell'opera "Morgante"?
Margutte è un mezzo gigante astuto e malvagio che diventa il compagno di Morgante, rappresentando un elemento comico e trasgressivo nel poema.
I "valori" di Margutte sono simboleggiati dalle sue caratteristiche fisiche deformi e dal suo atteggiamento blasfemo e materialistico, che ridicolizza la religione e celebra i beni materiali.
Margutte rifiuta la religione, considerandola una superstizione senza fondamento e un "solletico" della mente, influenzato dall'educazione familiare.
Margutte si contrappone alla tradizione umanistica con la sua visione materialistica e spregiudicata, disprezzando valori come l'eleganza formale e la ragionevolezza.
"Morgante" è composto da due poemi in ottave: il primo di carattere comico e burlesco con ventitré cantari, e il secondo più serio con cinque cantari, pubblicati insieme nel 1483 come "Morgante maggiore".