Concetti Chiave
- Morgante incontra Margutte, un personaggio bizzarro, metà gigante e metà uomo, con cui instaura un'amicizia basata su avventure divertenti.
- Margutte, inventato dallo scrittore, è descritto come un viandante di aspetto strano e inquietante, noto per la sua natura scettica e irriverente.
- Margutte si dichiara privo di fede religiosa, manifestando un'ironica adorazione per cibi e bevande, parodiando i dogmi cristiani.
- Racconta di essere nato da una monaca greca e un prete musulmano, combinando elementi di culture diverse e abbracciando una vita di peccato e avventura.
- Con un passato turbolento e un numero spropositato di peccati, Margutte rappresenta un personaggio complesso e affascinante nel racconto.
Indice
L'incontro tra Morgante e Margutte
Dopo numerose avventure, Morgante incontra uno strano personaggio, Margutte, un imbrogliate, metà gigante e metà uomo normale con cui egli stabilisce subito un legame di amicizia. Insieme. vivranno le avventure più strane e divertenti. Margutte è frutto della pura invenzione dello scrittore e gli è utile per dare sfogo alla sua fantasia.
Il dialogo iniziale
Un giorno, giunto ad incrocio, dopo aver attraversato una vallata in mezzo ad un fitto bosco, Morgante scorse venire da lontano, di sbieco, uno uomo che in viso sembrava molto scuro.
Col capo del battaglio [è l’arma impropria dell’arma di cui Morgante si serve di solito] dette un colpo in terra, e esclamò :” Non lo conosco costui”: e si mise a sedere su di una pietra fintanto che lo sconosciuto non arrivò
Morgante osserva attentamente tutto il suo corpo più di una volta dalla testa ai piedi, esse gli sembrano strane, orribile e brutte: - Dimmi il tuo nome, gli chiese – o viandante.
Costui rispose: - Mi chiamo Margutte; sarebbe piaciuto anche a me essere un gigante, ma, arrivato a metà dell’opera, cambiai idea, per cui, come vedi sono alto soltanto quattro metri - . [Nei dialetti dell’Italia centrale “margutte” indica qualcosa di brutto; a volte è uno spaventapasseri, altre volte indica il fantoccio da giostra che ricorda un pupazzo saraceno.]
Morgante rispose - Che tu sia il benvenuto: allora, appeso al fianco mi troverò d’ora in poi un piccolo fiasco [per le piccole dimensioni, rispetto a Morgante, Margutte è paragonato metaforicamente, ad un piccolo fiasco], e sono due giorni che non bevo [la metafora del fiaschetto continua perché Morgante se lo potrà tranquillamente, visto che da ben due giorni non beve vino]. Se verrai con me, per strada, io ti tratterò come si conviene [Morgante propone a Margutte di diventare amici]. Ma dammi altre informazioni a tuo riguardo: non ti ho chiesto se sei cristiano o saracino, oppure se credi in Cristo o in Apollino _ [presunta divinità musulmana che insieme a Macometto e a Trivigante, nella credenza popolare, costituirebbe una sorta di triade corrispondente alla SS. Trinità cristiana.]
Allora Margutte rispose: - Te lo dico subito, io non credo a nulla, soltanto al cappone, fatto lesso o arrosto; e a volte credo anche nel burro, nella birra e quando è disponibile, nel succo di uva e molto di più nel mostro aspro che nel mangurro [il mangurro è un’antica moneta turca di rame e di poco valore. Qui si nota un gioco di parola perché il termine “aspro” oltre ad indicare una qualità di vino, è anche una moneta d’argento dal valore ben superiore rispetto all’aspro turco.], ma soprattutto la mia fede religiosa è rivolta verso il buon vino e penso che chi ci crede si salverà [avrà diritto alla salvezza eterna].
E credo nella torta e nel tortello, il primo è la madre e l’altro è il figlio e il vero padre è il fegatello, [con questi versi, inizia la parodia dei dogmi cristiani dell’Incarnazione e della SS. Trinità su cui sono impostati i versi successivi.] e possono essere tre, due o uno solo, e derivano tutti dal fegato [come il Figlio e lo Spirito Spirito derivano dal Padre, pur condividendo la stessa sostanza e pur costituendo un tutto unico]. E perché io vorrei volentieri bere con un ghiacciolo [recipiente di notevole capacità, utilizzato per raccogliere il ghiaccio] se vieta il mosto [in senso lato tutte le bevande alcoliche] e rimprovera chi lo beve, sostenendo tale proibizione, non possono essere che mostri dell’immaginazione [nella tradizione popolare, la tregenda è una riunione notturna di demoni]
E Apollin deve essere colui che è preso da capricci bizzarri e che farnetica e Trivigante è forse il convegno notturno dei demoni. La fede può essere paragonata al solletico: se tu hai discernimento mi capisci [a buon intenditor poche parole. Il senso del confronto con il solletico è questo: come c’è chi soffre o chi non soffre il solletico, così c’è chi ha e chi non ha fede e non c’è nulla da fare.] A questo punto tu potresti affermare che sono eretico; affinché tu non cerchi inutilmente di convincermi, ti anticipo che la mie stirpe non devia dal proprio cammino [detto in modo ironico] ed io non sono un terreno adatto per impiantare una vigna [per far fruttificare il seme della fede].
Origini e vita di Margutte
Questa fede è congenita all’uomo. Vuoi vedere che tipo di fede sia la mia? Sono nato da una monaca greca e da un sacerdote musulmano a Bursia [città sacra dell’Anatolia] in Turchia. All’inizio mi piaceva suonare la ribeca [un antico strumento a corde] e mi dilettavo cantare le vicende di Troia, di Ettore e di Achille, non una sola volta, ma tantissime volte.
Quando suonare la chitarra mi venne a noia, allora cominciai a portare l’arco e la faretra. Un giorno che nella moschea causai una rissa e che in tale circostanza uccisi il mio vecchio padre, collocai al mio fianco questa scimitarra [si tratta della spada dei Turchi, dalla lama ricurva] e comincia a vagare per il mondo: e come compagni portai con tutti i peccati commessi dai Turchi e dai Greci, anzi tanti peccati quanti ce ne sono laggiù nell’inferno: io ne ho settantasette, tutti mortali, che non mi lasciano mai e li commetto sia d’estate che d’inverno: pensa un po’ quanti ne ho di veniali! [peccati più leggeri]
I peccati di Margutte
Non penso che, se il mondo durasse in eterno, potesse commettere tanti peccati, quanti ne ho commesso io solo nella mia vita: e conosco ogni parte di questa materia, con tanta precisione, da poterla ordinare secondo l’alfabeto [questa frase allude all’elencazione dei peccati].
Domande da interrogazione
- Chi è Margutte e qual è la sua relazione con Morgante?
- Qual è la fede di Margutte?
- Quali sono le origini di Margutte?
- Quali peccati ha commesso Margutte?
- Come descrive Margutte la sua fede e la sua vita?
Margutte è un personaggio inventato, metà gigante e metà uomo, che Morgante incontra e con cui instaura un'amicizia. Insieme vivono avventure strane e divertenti.
Margutte non crede in nulla di religioso, ma piuttosto nel cibo e nel vino, parodiando i dogmi cristiani con riferimenti culinari.
Margutte è nato da una monaca greca e un sacerdote musulmano a Bursia, in Turchia, e ha vissuto una vita di musica e avventure.
Margutte afferma di aver commesso settantasette peccati mortali e molti altri veniali, portando con sé i peccati dei Turchi e dei Greci.
Margutte descrive la sua fede come rivolta al cibo e al vino, e la sua vita come piena di peccati, vissuta senza credenze religiose tradizionali.