Fabrizio Del Dongo
Genius
9 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La Giostra di Firenze del 1475, vinta da Giuliano de’ Medici, era una tradizione nobiliare che combinava sport e devozione amorosa, immortalata in poemetti come le "Stanze per la giostra" di Poliziano.
  • Poliziano trasforma la cronaca sportiva in un poema epico-mitologico, con Giuliano diventato Iulio, un cacciatore divino, e Simonetta una ninfa, mentre divinità come Amore, Venere e Marte influenzano gli eventi.
  • La trama vede Iulio, appassionato di caccia, essere sedotto da Amore per incontrare una donna straordinaria, trasformando un evento sportivo in un'epica storia d'amore e crescita personale.
  • Poliziano nobilita la realtà con uno stile elevato, usando la caccia come metafora epica e creando un paesaggio letterario senza riferimenti spaziali e temporali specifici, immerso nel mito e nella favola.
  • La figura femminile di Simonetta è descritta con echi stilnovistici; la sua interazione con la natura, rappresentata come un'armonia organica, anticipa un tema letterario che influenzerà gli scrittori successivi.

Il brano è tratto dal primo libro delle Stanze per la giostra. Si tratta, in totale, di 11 ottave, in versi endecasillabi, secondo lo schema ABABABCC.

Indice

  1. Il Torneo di Giuliano de' Medici
  2. La Trasformazione Epica di Poliziano
  3. La Caccia e l'Inganno di Amore
  4. L'Incontro con la Musa
  5. La Nobilitazione della Giostra
  6. La Donna e la Natura

Il Torneo di Giuliano de' Medici

Il 29 gennaio 1475, nella Piazza Santa Croce a Firenze, si tenne un torneo, in cui risultò vincitore Giuliano de’ Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico. Era una tradizione che i rampolli delle nobili famiglie fiorentine facessero ingresso in società, partecipando a questo tipo di gare. A suo tempo, anche Lorenzo vi aveva partecipato, riportando la vittoria, sei anni prima, ad una giostra che si era tenuta anch’essa in Piazza di Santa Croce. Era corrente anche che, secondo l’usanza cortese, i cavalieri esprimessero pubblicamente la loro devozione amorosa versa una dama e se Lorenzo aveva gareggiano nel nome di Lucrezia Donati, Giuliano lo aveva fatto nel nome di Simonetta Cattaneo, musa ispiratrice del Botticelli. Era anche norma che questi tornei fossero immortalati tramite poemetti in ottave: quello di Lorenzo de’ Medici era stato scritto dal Pulci, mentre l’esordio nella vita pubblica di Giuliano fu cantato dal Poliziano con il poemetto Stanze per la giostra.

La Trasformazione Epica di Poliziano

In pratica, si trattava di una sorta di reportages sportivi, ricchi di particolari descrittivi e pittoreschi che si avvicinavano ai canti carnascialeschi e quindi taglio popolare. Invece Poliziano dà al suo pometto un carattere completamente diverso. I personaggi sono del tutto trasformati: Giuliano diventa Iulio, un giovane cacciatore dall’aspetto divo, e Simonetta ha le sembianze di una ninfa dei boschi. Accanto ai personaggi comuni, agiscono le divinità mitologiche: Amore, Venere e Marte, per cui un avvenimento sportivo diventa l’occasione per narrare la conversione di un giovane eroe mediceo da Marte a Venere, cioè dall’interesse per le armi, all’interesse per l’amore. Le Stanze rimasero incompiute a causa della morte di Giuliano nella congiura dei ‘Pazzi nel 1578. Poliziano fece in tempo a narrare l’innamoramento di Giuliano per Simonetta; il giovane decide di rendersi degno dell’amore della ragazza partecipando vittoriosamente ad un’impresa che, chiaramente, avrebbe dovuto corrispondere al torneo vinto tre anni prima e che sarebbe stata trasfigurata in uno scontro di proporzioni epiche.

La Caccia e l'Inganno di Amore

In una mattina di primavera, Iulio si reca a caccia con la sua muta di cani e con tutto un seguito di gente armata di lacci, frecce, corni e archi. Il bosco viene invaso e circondato in mondo da impedire la fuga degli animali selvaggi che lì hanno la loro tana. C’è un gran frastuono di fischi, di colpi, di passi e di cani che abbaiano. Il rumore è così assordante da essere paragonato alle cascate del Nilo o alla tromba delle Furie: esso terrorizza gli animali, mentre i cacciatori si preparano a catturarli. Allora, Amore decide di compiere la sua vendetta su Iulio, troppo appassionato di caccia e dei suoi passatempi virili per degnare di attenzione il dio dell’amore.

Per raggiungere lo scopo, il dio fa apparire l’immagine di una cerva bianca davanti al giovane che, immediatamente la insegue, da solo.

L'Incontro con la Musa

A questo punto, nel mezzo della foresta, una volta scomparso l’animale, a Iulio appare una giovane donna, talmente bella da sembrare una musa o una dea. Si tratta di uno stratagemma di Amore: l’intenzione del dio è di allontanare Iulio dal resto della compagnia e di condurlo in presenza della donna che lo farà innamorare. Grazie alla sua presenza, il luogo in cui essa si trova diventa un vero e proprio paradiso: al suo cospetto, scompare in chi la guarda, ogni sentimento meno che nobile. Bellezza e Leggiadria la mostrano a modello; seduta sull’erba, essa ha inanellato una ghirlanda di fiori e, visto il giovane, balza in piedi, tenendo con la mano il lembo dell’abito pieno di fiori. Questa immagine ricorda molto da vicino l’atteggiamento della Primavera (o Flora), dipinta dal Botticelli nella sua opera La Primavera. Per rappresentarla, lo scrittore ricorre a tutto un repertorio stilnovistico: la fronte umilmente superba, gli occhi folgoranti, il volto pieno di letizia. Anche gli effetti benefici che essa diffonde intorno sono di matrice stilnovistica: nulla di strano che un fiero guerriero si innamori perdutamente di lei, soltanto a guardarla.

La Nobilitazione della Giostra

Il brano ci descrive l’antefatto della giostra. E’ il momento in cui Iulio compare alla donna e per la quale, nel seguito del racconto, egli avrebbe dovuto combattere nel torneo. L’episodio può essere diviso in due sequenze:

• la prima racconta una battuta di caccia

• la seconda si sofferma a descrivere in modo statico e contemplativo la bellezza della fanciulla comparsa improvvisamente davanti a lui.

La nobilitazione della giostra tradizionale in poemetto epico-mitologico è particolarmente evidente nel trattamento del personaggio di Giuliano/Iulio. Già la latinizzazione del nome implica un innalzamento stilistico: con questo, è chiaro che il poeta vuole allontanarsi dalla semplice cronaca sportiva. Inoltre la passione per le attività sportive del giovane Medici, si trasforma in caccia, un’occupazione tipica dei giorni dell’antichità classica. In questo caso, il Poliziano ha presente Ippolito, il figlio di Teseo che, stando alla leggenda, era talmente dedito alla caccia, da sdegnare come Iulio sentimento amoroso. Inoltre la caccia, nella prima parte dell’episodio, acquista un carattere epico, particolarmente visibile nel tipo di comparazione: il rumore dei cacciatori è assimilato in modo spropositato, al fulmine di Giove, alle cascate del Nilo.

Un altro elemento, finalizzato a rendere nobile la realtà, è l’indeterminazione spaziale e temporale del poemetto. Il paesaggio non offre alcun riferimento topografico poiché il monte, la selva il verde prato o il folto bosco potrebbero essere situati ovunque e costituiscono un luogo letterario comune. Anche il tempo è collocato fuori da ogni indicazione e tutto è calato nell’astrazione della favola e del mito.

La Donna e la Natura

Per quanto riguarda la donna, per la prima volta essa viene presentata su di uno sfondo naturale e l’interazione fra lei e la natura avrà molto successo nella letteratura a venire. Beatrice, come tutte le donne dello Stilnovo, si muoveva in uno spazio astratto e, in ogni caso in uno spazio cittadino (le vie di Firenze che costituivano lo sfondo del suo saluto). Nel Petrarca, Laura appare su di uno sfondo silvestre; tuttavia, il paesaggio viene rievocato dalla memoria e dal ricordo del poeta e se il paesaggio veniva ricordato era per recuperare il ricordo della donna amata. Con il Poliziano, la natura acquista una propria autonomia per cui la cornice naturale non rimane un semplice fondale, ma si stabilisce un rapporto organico fra la figura femminile e la natura.

Nella descrizione di Simonetta, si riconoscono numerosi echi stilnovistici, con rimandi precisi a Cavalcanti e a Dante, come la personificazione delle virtù morali come “Onestate”, e “Gentilezza in contrasto la “Superbia” domata. Inoltre la donna ha il potere di convertire al bene il cuore dei presenti e trasformare il cuore rozzo e duro in gentile, inducendo gli uomini malvagi al pentimento e quindi ad una trasformazione spirituale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico del torneo di Giuliano de' Medici?
  2. Il torneo si tenne il 29 gennaio 1475 a Firenze, nella Piazza Santa Croce, e fu vinto da Giuliano de' Medici. Era una tradizione per i giovani nobili fiorentini partecipare a tali eventi per entrare in società.

  3. Come Poliziano trasforma l'evento sportivo in un'opera epica?
  4. Poliziano trasforma i personaggi in figure mitologiche, come Iulio e Simonetta, e introduce divinità come Amore, Venere e Marte, elevando l'evento sportivo a un racconto epico-mitologico.

  5. Qual è il ruolo di Amore nella storia?
  6. Amore decide di vendicarsi di Iulio, troppo appassionato di caccia, facendogli apparire una cerva bianca che lo conduce a incontrare una donna che lo farà innamorare.

  7. In che modo la natura è rappresentata nel poemetto di Poliziano?
  8. La natura è descritta come un ambiente autonomo e organico, in cui la figura femminile interagisce armoniosamente, creando un paradiso che eleva lo spirito.

  9. Quali sono gli elementi stilnovistici presenti nella descrizione di Simonetta?
  10. La descrizione di Simonetta include echi stilnovistici, come la personificazione delle virtù morali e la capacità di trasformare spiritualmente chi la osserva, con riferimenti a Cavalcanti e Dante.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community