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Concetti Chiave

  • Giovanni Pico della Mirandola era un filosofo rinascimentale noto per la sua memoria prodigiosa e il tentativo di unire teologia e filosofia.
  • Scrisse le "Conclusiones", sostenendo che tutto è manifestazione di Dio e cercando la convergenza tra filosofia e cristianesimo.
  • Le sue teorie furono considerate rivoluzionarie e pericolose, portando all'accusa di eresia e al rifiuto del papa di presentarle a Roma.
  • Morì a 31 anni, probabilmente avvelenato, con circostanze misteriose mai chiarite, forse a causa delle sue idee innovative.
  • Nel suo lavoro "Disputationes adversus astrologos", distingueva tra astronomia e astrologia, sostenendo il libero arbitrio umano.

Indice

  1. La vita e le opere di Pico della Mirandola
  2. Convergenza tra filosofia e cristianesimo
  3. Condanna e ritorno a Firenze
  4. Disputationes adversus astrologos

La vita e le opere di Pico della Mirandola

Era noto per la sua memoria prodigiosa ed era soprannominato “fenice degli ingegni”. Era nato a Mirandola nel 1463, ma visse per lungo tempo a Parigi.

Convergenza tra filosofia e cristianesimo

Egli cercherà per tutta la vita di dimostrare la convergenza delle dottrine teologiche e quelle filosofiche.

Anche lui quindi cerca di recuperare in qualche modo il cristianesimo unendolo alla filosofia. Per Valla era la filosofia Epicurea, qui ci sono diverse dottrine. Gli scrive infatti 1400 “Conclusiones”, che erano delle sue conclusioni, a cui giunge attraverso il suo ragionamento. Al loro interno sostiene che tutto è manifestazione di Dio e tutto confluisce in Dio. E quindi si può stabilire una convergenza fra filosofia e cristianesimo. Inoltre ritiene che fra il pensiero umano, i testi sacri e il mondo fisico ci sia un elemento comune, di identità. Tutto quindi può essere condotto ad unità: non si deve per forza mettere in opposizione il pensiero cristiano alle dottrine filosofiche e alle nuove dottrine umanistiche, ma tutto può convergere in una stessa identità.

Condanna e ritorno a Firenze

Voleva presentarle a Roma alla presenza dei più grandi dotti del tempo, ma papa Innocenzo VIII gli nega il permesso, conoscendo la portata rivoluzionaria di tali teorie e lo accusa di eresia. Pico della Mirandola risponde con un’apologia, una difesa, ma viene condannato e torna in Francia. Riuscirà poi a tornare a Firenze grazie a Lorenzo il Magnifico.

Morirà a 31 anni, probabilmente avvelenato (così anche Poliziano). Le circostanze misteriose in cui morì non vennero mai spiegate, ma è probabile che entrambi siano stati avvelenati. Ovviamente questo è dovuto alle idee rivoluzionarie che stavano portando avanti.

Disputationes adversus astrologos

Scrisse inoltre le “Disputationes adversus astrologos”=“discussioni contro gli astrologi”. È un’opera fondamentale che inizia a sottolineare la distinzione tra astronomia e astrologia, che nel medioevo erano un tutt’uno. Pico della Mirandola non nega che gli astri abbiano un’influenza sull’uomo, ma pensa che questa influenza si fermi sulla vita naturale, terrena, senza andare ad intaccare il libero arbitrio dell’uomo. L’uomo è sempre libero di scegliere fra bene e male. Con questo testo pone le basi dello studio degli astri e delle costellazioni separati dalla loro influenza sull’uomo.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'obiettivo principale di Pico della Mirandola nella sua ricerca filosofica?
  2. Pico della Mirandola cercava di dimostrare la convergenza tra le dottrine teologiche e filosofiche, sostenendo che tutto è manifestazione di Dio e che il pensiero umano, i testi sacri e il mondo fisico condividono un elemento comune.

  3. Perché Pico della Mirandola fu condannato e cosa accadde dopo la sua condanna?
  4. Fu condannato per eresia da papa Innocenzo VIII a causa delle sue teorie rivoluzionarie. Dopo la condanna, tornò in Francia ma riuscì a ritornare a Firenze grazie a Lorenzo il Magnifico.

  5. Qual è il contributo di Pico della Mirandola nel distinguere tra astronomia e astrologia?
  6. Nelle "Disputationes adversus astrologos", Pico della Mirandola inizia a distinguere tra astronomia e astrologia, affermando che gli astri influenzano la vita naturale ma non il libero arbitrio dell'uomo, ponendo le basi per uno studio separato degli astri dalla loro influenza sull'uomo.

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