Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il sonetto "I’ vo piangendo i miei passati tempi" esprime il pentimento del poeta per aver sprecato la propria vita in passioni terrene invece di aspirare a cose più elevate.
  • La figura di Laura, solitamente legata a bellezza e fascino, è ora vista come "cosa mortale", sottolineando la consapevolezza del poeta sulla vanità dei suoi passati sentimenti.
  • Il poeta utilizza immagini di volo e ali per esprimere il suo potenziale non sfruttato, accennando a un orgoglio mitigato dalla consapevolezza della propria debolezza.
  • La struttura del sonetto è ben orchestrata, con simmetrie e antitesi che rafforzano il contrasto tra vita vissuta in tempesta e l'aspirazione a una morte in pace.
  • Elementi latini e epiteti formano la base formale del sonetto, riflettendo la raffinatezza stilistica e l'intento di dare profondità al messaggio di speranza e redenzione.

I’ vo piangendo i miei passati tempi

i quai posi in amar cosa mortale,

senza levarmi a volo, abbiend’io l’ale,

per dar forse di me non bassi exempi.

Tu che vedi i miei mali indegni et empi,

Re del cielo invisibile immortale,

soccorri a l’alma disvïata et frale,

e ’l suo defecto di tua gratia adempi:

sí che, s’io vissi in guerra et in tempesta,

mora in pace et in porto; et se la stanza

fu vana, almen sia la partita honesta.

A quel poco di viver che m’avanza

et al morir, degni esser Tua man presta:

Tu sai ben che ’n altrui non ò speranza.

Indice

  1. Riflessioni sul Passato e il Pentimento
  2. Invocazione Divina e Speranza
  3. Desiderio di Pace e Onore
  4. Consapevolezza della Vanità e Preghiera

Riflessioni sul Passato e il Pentimento

Io sto piangendo i tempi passati

passati spesso ad amare una creatura mortale,

senza mai sollevarmi da terra, pour avendone le ali,

forse per dare di me esempi di valore.

Invocazione Divina e Speranza

Tu che vedi i miei mali vergognosi e sacrileghi

o re del cielo invisibile e immortale,

[si tratta di due aggettivi che si oppongono a Laura che è visibile e mortale]

Vieni in aiuto della mia anima fragile e uscita dalla dritta via

[l’anima del poeta è talmente fragile da meritare la misericordia e l’aiuto divino]

e con la tua generosa grazia compensa l’imperfezione della mia anima;

Desiderio di Pace e Onore

poiché io vissi momenti di guerra e di tempesta,

che possa morire in pace e in porto sicuro; e se la dimora sulla terra

fu inutile, che almeno la porte sia onorevole.

[inutile perché non lo preparò a guadagnarsi la beatitudine del cielo]

Per quel poco tempo che mi resta da vivere

che la tua mano si degni di essere pronta a soccorrermi:

tu sai bene che non ho nessun altro che mi possa aiutare.

[Il poeta non spera in un aiuto esterno, ma nemmeno spera in se stesso, per cui nell’ultimo verso si ha un malinconico abbandono. Nella terzina si può rinvenire un rinvio ai Salmi penitenziali: “Nulla mihi spes salutis, nullum praesidium aliunde; sed in misericordia tua, Domine, sperabo” = “In me non c’è alcuna speranza di salvezza e nessuno aiuto mi viene dagli altri; ma spererò nella tua misericordia, o Dio”].

Si tratta del penultimo sonetto de Canzoniere, seguito dalla Canzone finale, rivolta alla Vergine Maria.

Consapevolezza della Vanità e Preghiera

Il sonetto inizia con un tono di pentimento per la propria vita sciupata dietro a varie passioni e anche di rimpianto non aver usato l’ingegno per occuparsi di cose più alte. Da questa riflessione sorge una preghiera, in cui si fondono insieme la coscienza della propria debolezza e l’invocazione della memoria divina alla venga in suo aiuto e lo salvi.

Nel secondo verso, laura è indicata con l’espressione “cosa mortale”. Di solito egli rievoca la donna amata con aggettivi legati al fascino della sua bellezza e se ora essa diventa una cosa 8nemmeno un essere) mortale è perché il poeta ormai ha piena coscienza della vanità che in passato ha provato per lei.

Nel terzo verso l’espressione che fa riferimento al volo e alle ali, comporta un certo senso di fierezza, cioè nel Petrarca è presente la coscienza del valore che gli dava lo slancio per compiere grandi cose. Il concetto è ripreso nel verso successivo con il ricorso alla litote “non bassi esempi”; magari, si potrebbe aggiungere che il moto di orgoglio è, in parte, attenuato dal “forse”.

Dal punto di vista formale, il sonetto è ben studiato: troviamo gli epiteti due a due (indegni e empi, invisibile immortale, disviata e frale, le partizioni sono simmetriche, le antitesi ben collocate (guerra…/… tempesta; stanza vana…/….partita onesta; …tempesta/…porto). Abbastanza frequenti sono anche i latinismi: defecto, gratia, honesta, exempi

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del sonetto?
  2. Il tema principale del sonetto è il pentimento per il tempo passato a inseguire passioni terrene e la richiesta di aiuto divino per trovare pace e salvezza.

  3. Come viene descritta Laura nel sonetto?
  4. Laura è descritta come una "cosa mortale", evidenziando la consapevolezza del poeta sulla vanità del suo amore passato.

  5. Qual è l'invocazione del poeta nel sonetto?
  6. Il poeta invoca l'aiuto del "Re del cielo invisibile immortale" per soccorrere la sua anima fragile e compensare le sue imperfezioni con la grazia divina.

  7. Cosa desidera il poeta per il suo futuro?
  8. Il poeta desidera morire in pace e onore, nonostante abbia vissuto una vita di guerra e tempesta.

  9. Quali elementi formali caratterizzano il sonetto?
  10. Il sonetto è caratterizzato da epiteti a coppie, partizioni simmetriche, antitesi ben collocate e l'uso di latinismi come "defecto", "gratia", "honesta", "exempi".

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