Concetti Chiave
- La canzone "Vergine bella, che di sol vestita" conclude il Canzoniere e consta di dieci stanze seguite da un congedo, ogni stanza inizia con un'invocazione alla Vergine.
- La prima stanza introduce i temi principali: lodi alla Vergine, preghiera del poeta, riconoscimento della condizione umana e speranza nella misericordia divina.
- Le stanze successive sviluppano temi come lodi, preghiere e immagini simboliche, con riferimenti biblici e teologici, esplorando la relazione tra l'umanità e la divinità.
- Stanze centrali rivelano confessioni intime del poeta, il suo dolore legato a Laura, e riflessioni sulla vita e la dannazione, culminando in una richiesta di perdono e guida divina.
- Il congedo riassume i temi della vita, morte, e redenzione, chiedendo l'intercessione della Vergine e riflettendo sulla trasformazione spirituale del poeta.
Indice
- Struttura della Canzone
- Temi della Prima Stanza
- Lodi e Preghiere Generiche
- Lode e Simbolismo Sacro
- Eloquenza e Metafore Teologiche
- Lode e Richiesta di Aiuto
- Vergine come Stella Guida
- Confessioni e Malinconia
- Dolore e Logica Astringente
- Supplica e Immagini Mitologiche
- Amore e Purificazione
- Congedo e Temi Rilevanti
Struttura della Canzone
Si tratta della Canzone che è posta al termine del Canzoniere. Si compone di dieci stanze, a cui fa seguito il congedo.
Ogni stanza è articolata comprende 13 versi (endecasillabi o settenari) ed inizia sempre con un’invocazione alla Vergine che, inoltre, si ripete al nono verso di ogni strofa.Temi della Prima Stanza
La prima stanza può essere vista come la trama di tutta la Canzone; in essa sono accennati i vari “motivi” che le stanze svolgeranno successivamente: le lodi alla vergine, l’accorata e fiduciosa preghiera del poeta, la sua malinconica presa di coscienza di riconoscersi come essere umano immerso nel male (= fango del mondo), il suo sentimento dell’enorme distanza che lo separa dalla beatitudine celeste, la sua speranza in un soccorso della misericordia divina. Nella prima stanza sono già presenti anche riferimenti ai testi biblici, su cui è costruito tutto il componimento.
Lodi e Preghiere Generiche
Nella seconda stanza, le lodi e la preghiera sono meno intimamente collegate al particolare stato d’animo del poeta: i concetti espressi tendono ad essere generici. I richiami ai testi sacri sono numerosi, come la parabola delle vergini sagge e delle vergini folli, la presenza della Vergine ai piedi della Croce. Molte espressioni oscillano fra allusione alla realtà umana e accenno alla beatitudine dei cieli. Da notare l’allitterazione dell’ultimo verso della stanza: “…. che sconsigliato a te vèn per consiglio” che alcuni critici considerano troppo artificiosa.
Lode e Simbolismo Sacro
La terza stanza è quella della lode, più inno che preghiera. Pertanto, diventano più numerose le immagini simboliche tratte dai testi sacri: il pianto di Eva dopo aver commesso il peccato originale, gli estremi giorni (secondo la credenza, poco tempo sarebbe trascorso tra la venuta di Gesù Cristo e il giudizio Universale), l’immagine della Vergine come finestra del cielo (ripresa dalla letteratura religiosa medioevale), il tema dell’Incarnazione per cui la Vergine è figlia e nel contempo anche madre di Dio.
Eloquenza e Metafore Teologiche
Nella quarta stanza, continuano le lodi, ma senza che ci sia un’ispirazione vera e propria. Ciò che prevale è soprattutto una notevole abilità letteraria che evidenzia una grande eloquenza dello scrittore. Vi troviamo un’ispirazione derivata da S. Ambrogio e dallo stesso Dante, quando viene accennata l’umiltà non mistificata della Vergine. Importante è la metafora del sole che riporta la serenità del mondo, dopo aver allontanato i peccati (ossia gli errori oscuri e numerosi); essa rappresenta Gesù Cristo che, venendo sulla terra, ha liberato l’umanità dal peccato. Dal punto di vista teologico è significativo il verso che definisce la Vergine, madre, figliuola e sposa, legato al mistero della SS. Trinità.
Lode e Richiesta di Aiuto
La quinta stanza alterna momenti di lode con altri che di preghiera e di richiesta di aiuto. Un’immagine un po’ fuori dal comune e dal gusto di un barocco antesignano è quella della mente inginocchiata davanti alla Vergine per chiedere sostegno per poter ritornare sulla dritta via (il peccato è rappresentato da un cammino tortuoso).
Vergine come Stella Guida
La sesta stanza è incentrata sulla similitudine della Vergine ad una stella, di un’ estrema lucentezza, che guida il nocchiero di una nave attraverso le avversità ( = la tempesta) della vita umana. Affinché la sua preghiera sia più efficace, il poeta ricorda alla Vergine che fu proprio il peccato dell’uomo che indusse Dio, per salvare l’umanità, ad incarnarsi nel suo seno di una vergine. Per indicare il seno della Madonna, il poeta ricorre all’immagine del chiostro che nella tradizione religiosa medioevale è indicato come “claustrum verginitatis”. Il chiostro si associa all’idea di preghiera, si silenzio e di devozione a Dio; inoltre la forma architettonica quadrata richiama l’umanità, mentre il pozzo circolare nel centro, per la sua perfezione ci rimanda alla divinità, per cui, la Vergine acquista il ruolo di mediatrice fra l’uomo e Dio
Confessioni e Malinconia
La settima stanza è la stanza più viva di tutta la canzone. Insieme all’invocazione e alla preghiera, emergono delle confessioni intime e molto dolorose: i pianti, le preghiere e il ricordo delle lodi inutili nei confronti di Laura, che gli ha procurato solo un danno poiché oltre a creare al poeta una vita di sofferenza, l’ha anche allontanato dalla retta via, minacciando la dannazione eterna. Fonte di particolare malinconia e desolazione sono i versi che richiamano il luogo di origine (le rive dell’Arno) e il ricordo degli atti e delle parole di Laura che hanno costituito soltanto un inutile presenza, se non un ingombro, per la sua anima. La stanza termina con il tema del tempo che fugge inesorabilmente, fra cose di poca importanza e peccati, espresso da versi improntati da una forma di malinconia che, però, esclude lamenti e lacrime.
Dolore e Logica Astringente
Nell’ottava stanza continua la confessione intima iniziata nella strofa precedente, ma il senso di abbandono è meno marcato. Al poeta preme sottolineare che il suo rapporto con Laura gli ha sempre causato dolore, sia in vita che da morta. Con un ragionamento logico assai astringente, precisa che la donna l’ha fatto soffrire senza che essa ne fosse a conoscenza, ma anche se avesse corrisposto la sua passione amorosa per il poeta avrebbe comportato la dannazione e per lei il disonore (Laura era sposata).
Supplica e Immagini Mitologiche
La nona stanza riprende la supplica e introduce un elemento nuovo: il poeta ricorda alla Vergine che l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, e per questo, ancor più, non può essere abbandonato a se stesso in punto di morte. Viene anche introdotta un’immagine mitologica, l’unica della Canzone: Laura è paragonata alla Medusa che con il suo sguardo trasformò Atlante in una pietra. E la similitudine continua con le lacrime del poeta che sgorgano dalla pietra e che, proprio per questo, non sono servite a nulla.
Amore e Purificazione
Nela decima stanza, la preghiera si arricchisce di una nuova motivazione. Il poeta prega in nome dell’amore che la Vergine può provare per gli uomini, perché, tutto sommato, anch’essa è una creatura umana. Inoltre, se nella vita lo scrittore è riuscito ad essere fedele nei confronti di un essere umano che ora è trasformato in terra, quale dovrebbe essere ora il suo comportamento nei confronti di un essere così nobile come la Vergine? L’unica risposta da dare è purificare e consacrare alla Vergine tutto se stesso. La stanza termina con la metafore del guado da attraversare che segna il passaggio dalla vita terrena all’aldilà con l’augurio che la Vergine possa accompagnare il poeta nel modo più sicuro.
Congedo e Temi Rilevanti
Il congedo concentra tutti i temi più rilevanti presenti nella Canzone: il tempo che trascorre, la morte che si avvicina, la presa di coscienza dei peccarti, il tormento dell’anima, la raccomandazione alla Vergine affinché intercede presso il figlio (non esente da un’affermazione teologica: vero uomo e vero Dio). L’ultimo verso “ch’accolga ‘l mio spirto ultimo in pace” è stato oggetto di discussione da parte dei critici letterari. “spirto ultimo” potrebbe indicare l’ultimo respiro, ma anche l’anima del poeta nell’ultima ora della vita. Ma probabilmente questi due significati si fondono per indicare la contrapposizione fra quello che il poeta è stato e ciò che è diventata l’anima del poeta, rinnovata e purificata.
Domande da interrogazione
- Qual è la struttura della Canzone e come si articola?
- Quali sono i temi principali della prima stanza?
- Come viene rappresentata la Vergine nella sesta stanza?
- Qual è il significato della settima stanza?
- Quali sono i temi trattati nel congedo della Canzone?
La Canzone è composta da dieci stanze, ciascuna di 13 versi, seguite da un congedo. Ogni stanza inizia con un'invocazione alla Vergine, ripetuta al nono verso.
La prima stanza introduce i temi delle lodi alla Vergine, la preghiera fiduciosa del poeta, la sua malinconia e la speranza nella misericordia divina, con riferimenti ai testi biblici.
Nella sesta stanza, la Vergine è paragonata a una stella guida che aiuta il nocchiero a navigare attraverso le avversità della vita, simbolizzando il suo ruolo di mediatrice tra l'uomo e Dio.
La settima stanza esprime confessioni intime e dolorose del poeta, riflettendo sulla sofferenza causata dall'amore per Laura e il suo allontanamento dalla retta via.
Il congedo riassume temi come il tempo che passa, la morte imminente, la consapevolezza dei peccati e la richiesta di intercessione della Vergine presso suo figlio.