Concetti Chiave
- Petrarca's encounter with Laura on April 6, 1327, and her death on the same date in 1348, highlight the theme of human frailty and the vanity of earthly matters.
- The narrative from "I Trionfi" depicts Death's victory over Laura by taking a golden hair from her head as a symbol of her life being taken away.
- The text uses allegorical elements, such as Death dressed in black, to convey the inevitability of death, regardless of one's virtues or beauty.
- Laura's serene acceptance of her fate and the weeping of her friends underscore the poignant contrast between life and death.
- The detailed description of Laura's departure illustrates the serene beauty and peace in her death, emphasizing the transient nature of human existence.
Indice
L'incontro di Petrarca con Laura
Il 6 aprile 1327, Petrarca incontrò Laura nella chiesa di Santa Chiara di Avignone. Lo spesso giorno dello stesso mese di 21 anni più tardi (= 6 aprile 1348), la donna muore vittima della peste che infieriva in Europa. È molto probabile che si tratti di un’invenzione letteraria come del resto le allegorie presenti nel testo: la Morte vestita di nero che si avvicina a Laura e quest’ultima che si sottomette serenamente alla volontà divina, senza nemmeno versare una lacrima.
Il Trionfo della Morte
Il passo è tratto da I Trionfi, ed esattamente dalla parte che riguarda Il Trionfo della Morte. Mentre ritorna in Provenza dopo aver trionfato a Cipro sull’Amore, Laura incontra la Morte che le strappa un capello dorato, come segnale che è venuta a strapparla dalla vita. Il tema sottinteso è quello della caducità delle umane e della vanità di tutto ciò che è terreno, di fronte ad una grave calamità naturale come la peste. Da segnalare che sono presenti delle reminiscenze della Sacra scrittura e di origine classica.
La morte di Laura
… Era arrivata l’ultima ora
di quella breve vita piena di gloria,
e il dubbioso passo per il quale tutti tremano
La stava a guardare un’altra schiera
di donne gentili, ancora in vita,
che speravano che la morte fosse presa a compassione [e non rapisse Laura]
Quella bella compagnia era qui raccolta
soltanto a vedere e a contemplare il fine ultimo
che deve giungere soltanto una volta.
Erano tutte sue amiche e della stessa terra.
Allora da quella bionda testa
la Morte strappò con la mano un capello,
In tal mondo essa scelse il più bel fiore del mondo;
non per odio [nei confronti di Laura], ma per rendere più manifesta
la propria potenza, trionfando sulle cose eccelse.
Quanti lamenti e quante lacrime furono sparsi
qui, mentre solo gli occhi di Laura restavano asciutti
per i quali per lungo io cantai [le lodi] e arsi d’amore!
E fra tanti sospiri e tante sofferenze
In silenzio, e l’unica felice fra tutte, giaceva,
cogliendo già i frutti il premio della sua vita virtuosa.
- Te ne puoi andare in pace, o veramente una dea, sebbene mortale –
dicevano; e dea veramente essa fu, mas non le servì a nulla
contro la Morte, così spietata nel far valere le proprie ragioni.
Che sarà delle altre donne, se questa fu invasa dalla febbre e liberata
In poche notti, e più volte cambiò di stato?
[Laura aveva più volte la febbre, poi sembrava guarita, fra speranze di guarigione e ricadute nel male]
Oh umane speranze cieche e non veritiere!
Se numerose lacrime furono versate
per compassione di quell’anima nobile
lo sa bene chi era presente; tu, o lettore, lo puoi immaginare.
Il dolore di Petrarca
Era l’alba del 6 aprile,
lo stesso giorno e mese in cui fui stretto dai lacci d’amore, ed ora, ahimè, ne venivo sciolto:
come la Fortuna è solita cambiare il suo corso!
Nessuno si è mai lamentato di essere schiavo,
né di dover morire, quanto io di essere rimasto libero dai lacci d’amore
e della vita che, invece, altri [la Morte] tolse:
obbligo verso il mondo e verso il tempo
che io morissi prima di Laura, perché ero giunto prima sulla terra,
e, perciò, non doveva essere strappato al mondo il suo vanto [Laura].
Qui non si può misurare quando profondo fosse il dolore,
che a mala pena oso pensarci, non che io abbia il coraggio
di parlarne in poesia latina o in volgare.[in rime o in prosa]
- La virtù è morta, [come morte sono] la bellezza e la leggiadria! –
le belle donne, intorno al casto letto [di Laura]
dicevano con l’aria triste: - Che ne sarà ormai di noi?
Chi vedrà mai più in una donna una creatura così perfetta?
Chi udrà più ona parola così saggia,
e un canto pieno di delizia angelica? –
L’anima ]di Laura] partendo da quel bel seno,
in sé raccolta con tutte le virtù,
aveva rischiarato il cielo in quella parte verso la quale si dirigeva.
Nessuno fra i demoni ebbe tanto coraggio
di apparire con un aspetto minaccioso
per tutto il temo che la Morte assaliva Laura. [forse il tempo dell’agonia].
Dopo che, gli donne presenti cessarono di piangere e di aver paura,
ognuna era intenta ad ammirare le sue belle sembianze,
e per la caduta di ogni speranza, era ormai meno turbata,
non come una fiamma che viene spenta da una forza esterna
ma come se fosse consumata dalle proprie forze
l’anima serena se ne andò in pace,
come una luce chiara e soave
a cui viene a mancare poco volta il nutrimento,
mantenendo fino alla fine il suo consueto aspetto.
Dalla carnagione non pallida, ma più bianca della neve
che scende su di un bel colle, senza essere trasportata dal vento
sembrava che si fosse adagiata sul letto come una persona stanca;
avendo l’anima già abbondato il corpo,
i suoi begli occhi caddero come in un sonno delicato,
che gli sciocchi [= coloro che ignorano che la morte, per i giusti, è il trapasso alla vera vita] chiamano “morte:
Impressa nel suo bel viso, anche la morte pareva bella.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del 6 aprile nella vita di Petrarca e Laura?
- Come viene rappresentata la Morte nel "Trionfo della Morte"?
- Qual è la reazione delle donne presenti alla morte di Laura?
- Come descrive Petrarca il suo dolore per la morte di Laura?
- Qual è l'immagine finale di Laura dopo la sua morte?
Il 6 aprile è significativo perché è il giorno in cui Petrarca incontrò Laura nel 1327 e anche il giorno della sua morte nel 1348, un evento che segna profondamente il poeta.
La Morte è rappresentata come una figura vestita di nero che si avvicina a Laura, strappandole un capello dorato, simbolo della sua imminente dipartita e della caducità della vita umana.
Le donne presenti sono colpite dal dolore e dalla bellezza di Laura, esprimendo lodi e lamenti per la sua virtù e bellezza, mentre Laura rimane serena e in pace.
Petrarca descrive il suo dolore come profondo e difficile da esprimere, lamentando la sua libertà dai "lacci d'amore" e il fatto che Laura, il vanto del mondo, sia stata strappata via.
Laura è descritta come serena e bella anche nella morte, con un aspetto che mantiene la sua grazia e virtù, simile a una luce che si spegne dolcemente, lasciando un'impressione di bellezza anche nel trapasso.