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Concetti Chiave

  • Il sonetto di Petrarca esplora il giorno in cui si innamorò di Laura, collegandolo simbolicamente alla Passione di Cristo, mostrando un contrasto tra sofferenza personale e collettiva.
  • Amore è personificato e rappresentato come una divinità che colpisce il poeta indifeso durante il Venerdì Santo, sottolineando l'inevitabilità e la potenza del sentimento amoroso.
  • La donna è descritta come "armata", con virtù che la proteggono dall'innamorarsi, mentre il poeta, disarmato, è vulnerabile e sopraffatto dall'amore non corrisposto.
  • A livello metrico, il sonetto segue lo schema ABBA ABBA per le quartine e CDE DCE per le terzine, con un uso retorico significativo di perifrasi e dittologia.
  • Il sonetto di Petrarca è confrontato con quello di Guido Cavalcanti, con entrambi i testi che utilizzano la metafora della guerra per descrivere le pene d'amore, ma con approcci formali e tematici distinti.

Indice

  1. L'incontro fatale di Petrarca
  2. Il simbolismo della Passione di Cristo
  3. Le armi dell'amore e della virtù
  4. Confronto con Cavalcanti
  5. Temi stilnovisti e tormento interiore

L'incontro fatale di Petrarca

Questo sonetto, scritto da Petrarca subito dopo la morte di Laura, avvenuta nel 1348, rievoca il giorno in cui il poeta si innamorò della donna, incrociando il suo sguardo inaspettatamente. Egli afferma che da quel momento iniziarono i suoi guai e le sue sofferenze, proprio nel giorno in cui i cristiani ricordano la Passione di Cristo, ovvero il Venerdì Santo. È possibile, infatti, individuare un contrasto tra la dimensione individuale e quella collettiva nel sonetto, esattamente nell’ottavo verso “nel commune dolor s’incominciar”, in cui Petrarca afferma che i suoi guai incominciarono nel giorno del dolore, comune a tutta la comunità cristiana, per la morte e passione di Cristo.

Il simbolismo della Passione di Cristo

Il poeta sottolinea anche l’insensibilità di Amore, che qui è personificato e, quindi, agisce come una vera e propria divinità, nel colpirlo proprio quando era “in quello stato”, ovvero disarmato, indifeso e ignaro di quello che gli avrebbe riservato questo nuovo sentimento, proprio perché intento nella commemorazione della Passione di Cristo. Quest’ultima è introdotta nel sonetto, sotto forma di perifrasi, già nel primo verso, dal verbo “era”. Tale verbo è all’imperfetto per la scelta del poeta di suggerire un senso di maggior concretezza alla vicenda amorosa, che, così, viene inquadrata in un determinato momento. Questa scelta di Petrarca, però, non ha lo scopo di determinare temporalmente l’istante del suo incontro con Laura, ma di creare un parallelismo simbolico tra la sua sofferenza e quella di Cristo. Il suo dolore ha inizio, infatti, proprio nel giorno in cui si celebra e si ricorda quello del Redentore, motivo per cui il poeta si fa trovare indifeso da Amore.

Le armi dell'amore e della virtù

Quest’ultimo concetto, ribadito nella prima terzina dall’aggettivo “disarmato”, emerge già nella prima quartina, in cui il poeta afferma che, poiché era il giorno della Passione di Cristo, quando fu preso dagli occhi della donna non se ne guardò, ovvero non si mise in guardia, né tantomeno si difese, incredulo che in quel giorno di lutto vi potessero essere pericoli. Nella seconda quartina, poi, il poeta dice “m’andai secur, senza sospetto”, cioè continuò ad essere sicuro, senza alcun sospetto di ciò che lo avrebbe atteso. D’altra parte, però, Petrarca, nell’ultimo verso, afferma che la donna è “armata”. Le armi dell’amata sono le virtù che le permettono di resistere ai colpi dell’amore, ovvero che non le consentono di innamorarsi del poeta. Quest’ultimo, essendo disarmato, non riesce, quindi, a resistere ai suoi colpi e si innamora di lei. È significativa, in questo senso, anche l’ultima espressione del sonetto, “non mostrar pur l’arco”, che si riferisce al fatto che Amore ha colpito con la freccia il poeta, seppur disarmato, mentre non ha mostrato nemmeno il suo arco, cioè non ha nemmeno sfiorato la donna, che comunque era armata. Ciò ha, quindi, portato l’uomo ad innamorarsi perdutamente di lei e a soffrire per l’amore non corrisposto della donna. A livello metrico il sonetto è costituito da due quartine e due terzine a versi endecasillabi. Le rime delle quartine sono incrociate, secondo lo schema ABBA ABBA, mentre quelle delle terzine ripetute con inversione, secondo lo schema CDE DCE. A livello retorico, invece, è evidente una dittologia nell’undicesimo verso, “uscio e varco”, che si riferisce agli occhi. Il poeta intende dire che questi ultimi sono sia la via che arriva al cuore, sia uscio e varco delle lacrime. Questi due termini sono sinonimi, ovvero fanno riferimento entrambi all’idea di ingresso/uscita.

Confronto con Cavalcanti

Tale sonetto di Petrarca, inoltre, rimanda a quello di Guido Cavalcanti “Voi che per li occhi mi passaste ‘l core” per temi e caratteristiche. Entrambi i sonetti rievocano le sofferenze provocate dall’amore ai poeti. Tali dolori sono collegati, in ambo i casi, al campo semantico della guerra, infatti nel sonetto cavalcantiano l’amore getta un dardo nel fianco sinistro, provocando il tremore dell’anima e la morte della parte sinistra del cuore. Nel sonetto petrarchesco, invece, l’amore ferisce il poeta con una “saetta”. In entrambe le liriche, poi, l’amore è personificato e perciò appare come una divinità in grado di smuovere gli animi, ma anche di ferire profondamente. Lo sguardo della donna è, poi, tema ricorrente in ambo le poesie. Esso è un tema proprio stilnovista, ripreso da tutti i poeti stilnovistici, ma anche da Petrarca, che è considerato il ponte tra la poesia medievale e quella dell’Umanesimo, epoca storica che, dal punto di vista letterario, ha inizio nel 1300.

Temi stilnovisti e tormento interiore

Nella prima lirica lo sguardo della donna è proprio quello che provoca effetti devastanti sul poeta, che viene privato delle funzioni vitali (“deboletti spiriti) e di cui rimane solo l’aspetto esteriore e un filo di voce che “parla dolore”; anche nel secondo sonetto, quello petrarchesco, è l’incontro del poeta con gli occhi della donna che lo fanno innamorare di lei. In questo caso, però, ciò che fa soffrire il poeta è il fatto che l’amore non sia corrisposto, proprio perché la donna è “armata” e non toccata da tale sentimento (con l’aggettivo “armato” vi è un ulteriore riferimento al campo semantico della guerra già citato). Le pene amorose hanno come conseguenza, quindi, da un lato la distruzione degli spiriti vitali, dall’altro l’inizio del tormento interiore del poeta, tormento che sarà poi al centro di tutto il “Canzoniere”. Entrambi i sonetti, inoltre, si sviluppano in un ambiente puramente psicologico, quindi senza legami con la realtà materiale. In Cavalcanti, però, la situazione è ancor più generalizzata perché il poeta non parla di una sua esperienza amorosa, come invece fa Petrarca con Laura, ma traccia il disegno di un amore universale, con le sue conseguenze sull’uomo. Dal punto di vista formale, invece, le due liriche sono entrambe sonetti, ma non presentano lo stesso schema rimico. Il sonetto di Cavalcanti presenta rime incrociate nelle quartine e ripetute nelle terzine, mentre quello di Petrarca rime incrociate sì nelle quartine, ma ripetute con inversione nelle terzine. Entrambi sono ambientati al passato, presentano cioè verbi al passato prossimo e remoto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato simbolico dell'incontro di Petrarca con Laura nel sonetto?
  2. L'incontro di Petrarca con Laura avviene il Venerdì Santo, giorno della Passione di Cristo, creando un parallelismo simbolico tra la sofferenza del poeta e quella di Cristo, evidenziando il contrasto tra la dimensione individuale e collettiva del dolore.

  3. Come viene personificato l'Amore nel sonetto di Petrarca?
  4. L'Amore è personificato come una divinità insensibile che colpisce Petrarca quando è disarmato e indifeso, durante la commemorazione della Passione di Cristo, sottolineando la vulnerabilità del poeta.

  5. Quali sono le "armi" dell'amata nel sonetto di Petrarca?
  6. Le "armi" dell'amata sono le sue virtù, che le permettono di resistere ai colpi dell'amore e di non innamorarsi del poeta, mentre Petrarca, disarmato, soccombe all'amore non corrisposto.

  7. In che modo il sonetto di Petrarca si confronta con quello di Guido Cavalcanti?
  8. Entrambi i sonetti trattano le sofferenze d'amore, utilizzando il campo semantico della guerra e personificando l'amore come una divinità. Tuttavia, Petrarca si concentra su un'esperienza personale con Laura, mentre Cavalcanti descrive un amore universale.

  9. Quali sono i temi stilnovisti presenti nel sonetto di Petrarca?
  10. I temi stilnovisti includono lo sguardo della donna che provoca effetti devastanti sul poeta e il tormento interiore causato dall'amore non corrisposto, elementi centrali nel "Canzoniere" di Petrarca.

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