Concetti Chiave
- La fede religiosa non dà a Petrarca tutte le risposte, portandolo a cercare conforto nella lettura dei classici latini, superando la concezione medievale che li vedeva solo come pagani.
- Petrarca apprezza i classici per la loro capacità di esplorare l'animo umano e li considera guide verso la virtù, nonostante la loro mancanza di fede cristiana.
- Con il suo approccio rigoroso alla ricostruzione dei testi classici, Petrarca è considerato il fondatore della filologia, restituendo loro autenticità storica.
- L'epistolario di Petrarca, composto in latino, include lettere indirizzate ai grandi autori antichi, instaurando un dialogo intellettuale tra epoche diverse.
- La passione per i classici e l'umanesimo si riflettono nelle opere latine di Petrarca, dove aspira a emulare i grandi autori, anche se il suo poema epico "Africa" resta incompiuto.
Indice
La ricerca di risposte oltre la fede
La fede religiosa, come abbiamo detto, non dà a Petrarca tutte le risposte che cerca, anzi in certi momenti diviene per lui fonte di angoscia, più che di consolazione. Per questo, egli chiede aiuto e conforto ad altro, cioè alla lettura dei grandi scrittori latini. La cultura medievale precedente aveva apprezzato solo in parte gli autori classici. Cicerone, Virgilio e Seneca erano scrittori pagani e perciò lontani da Dio; da loro non poteva giungere un vero aiuto per la salvezza dell’anima. Si poteva tutt’al più cercare in loro significati e simboli nascosti, verità parziali che anticipassero i contenuti delle Sacre Scritture. Nella Divina Commedia, per esempio, Virgilio è un maestro di saggezza e di virtù, capace di guidare il pellegrino Dante nell’oltretomba; la sua missione si arresta però al purgatorio: per salire al paradiso occorre Beatrice, cioè la grazia di Dio. L’insegnamento dei classici Petrarca supera la concezione medievale. Certo, agli autori antichi mancava la fede, ma questo aspetto gli appare secondario: essi sono stati comunque capaci di raggiungere la perfezione dello spirito umano. Petrarca li considera come fratelli maggiori, compagni di strada, che ci mostrano come esplorare il nostro intimo, conoscere noi stessi per progredire sulla via della virtù.
L'ammirazione per la civiltà classica
Uno dei sentimenti più radicati in Petrarca (avverrà così anche per gli umanisti quattrocenteschi) è infatti l’ammirazione per la civiltà classica. Uno studio accurato Petrarca non si limita però ad ammirare gli autori latini; si impegna anche a restituire loro una dimensione storica: legge le loro pagine con rigore scientifico per ricostruire i testi così come gli antichi li avevano scritti, senza gli errori e le aggiunte che gli amanuensi avevano inserito durante le fasi di copiatura dei manoscritti. Per questa sua attività Petrarca può essere considerato il fondatore della filologia.
Il dialogo con gli antichi
L’amore per il mondo classico spicca specialmente nelle ventiquattro lettere (tutte composte in lingua latina) dell’epistolario petrarchesco indirizzate agli autori antichi. Petrarca si rivolge a Cicerone, Seneca, Tito Livio, Omero, Orazio, Virgilio quasi fossero interlocutori reali e ancora in vita. Per la prima volta un autore moderno dialoga con gli antichi come in un colloquio tra amici.
L'umanesimo e la scoperta di sé
Petrarca è però consapevole che si tratta di un dialogo tra lontani: lo separano da loro oltre mille anni, una distanza storica incolmabile. Sa quindi di essere distante dai classici, ma spera di non esserlo troppo. Esiste, infatti, un valore che rimane uguale da un’epoca all’altra, resistendo allo scorrere del tempo, al di là delle differenze storiche: il rispecchiarsi nella comune umanità (in latino humanitas, termine da cui deriva la denominazione della nuova epoca da lui anticipata: l’Umanesimo). Leggendo i classici, entrando in rapporto con loro (in colloquio con loro, come direbbe Petrarca), incontreremo anzitutto noi stessi, ovvero la nostra coscienza più profonda: il dialogo con il passato diviene così scoperta di sé e sforzo per divenire uomini migliori. Le due esigenze più profonde del mondo petrarchesco – ricerca dell’interiorità e umanesimo – s’incontrano, si saldano, per dare vita a una nuova cultura.
La produzione letteraria di Petrarca
La produzione in versi L’umanesimo e la passione per i classici scorrono come una linfa in tutte le pagine di Petrarca, incluse le rime in volgare, ma si avvertono maggiormente nelle sue opere latine, sia in prosa sia in versi. Da esse l’autore si attende gloria e fama di filosofo e letterato. Fra tutte la più amata da Petrarca è il poema epico Africa: scritto in versi, tratta della seconda guerra punica tra Roma e Cartagine. All’epoca il poema epico è il genere più prestigioso della tradizione letteraria, poiché narra gli eventi storici o mitologici sui quali si basa l’identità di una nazione. Scrivendone uno, Petrarca vuole entrare in competizione con i grandi autori classici, a cominciare da Virgilio, il poeta dell’Eneide. In realtà, il poema epico non è nelle sue corde: l’Africa, iniziato nel 1337-1338, è infatti rimasto incompiuto.
Domande da interrogazione
- Qual è il rapporto di Petrarca con la fede religiosa?
- Come si distingue l'approccio di Petrarca verso gli autori classici rispetto alla cultura medievale?
- In che modo Petrarca contribuisce alla filologia?
- Qual è l'importanza del dialogo con gli antichi per Petrarca?
- Qual è l'opera più amata da Petrarca e quale obiettivo si prefiggeva scrivendola?
Petrarca trova che la fede religiosa non risponda a tutte le sue domande e, in certi momenti, diventa fonte di angoscia. Cerca quindi conforto nella lettura dei grandi scrittori latini.
Petrarca supera la concezione medievale che vedeva gli autori classici come lontani da Dio, considerandoli invece come guide spirituali e compagni di strada per esplorare l'interiorità umana.
Petrarca si impegna a restituire una dimensione storica agli autori latini, leggendo i loro testi con rigore scientifico per ricostruirli senza errori e aggiunte, fondando così la filologia.
Il dialogo con gli antichi permette a Petrarca di rispecchiarsi nella comune umanità, scoprendo sé stesso e cercando di diventare un uomo migliore, anticipando l'Umanesimo.
L'opera più amata da Petrarca è il poema epico "Africa", con cui sperava di ottenere gloria e fama, entrando in competizione con i grandi autori classici come Virgilio. Tuttavia, l'opera è rimasta incompiuta.