Concetti Chiave
- Il sonetto descrive un contrasto tra la pace notturna della natura e l'inquietudine interiore del poeta, causata dall'amore per Laura.
- La prima quartina evoca un silenzio universale, utilizzando figure retoriche come l'asindeto e l'iperbato per ampliare l'enumerazione e creare un senso di vastità.
- Nella seconda quartina, l'atmosfera cambia con il ritmo concitato generato da un'asindeto che riflette il malessere interiore, culminando in un ossimoro "dolce dolore".
- Le terzine utilizzano elementi della poesia dei trovatori, come la metafora della nave, per rappresentare l'esistenza del poeta, evidenziando il suo distacco dalla salvezza divina.
- L'amore per Laura è descritto come una "dolce pena", generando sofferenza che allontana il poeta dalla tranquillità spirituale e dalla vicinanza a Dio.
Or che ‘l ciel e la terra e ‘l vento tace,
e le fere e gli augelli il sonno affrena,
notte il carro stellato in giro mena
e nel suo letto il mar senz’onda giace;
vegghio, penso, ardo, piango e chi mi sface
sempre m’è innanzi per mia dolce pena:
guerra è il mio stato, d’ira e di duol piena;
e sol di lei pensando ho qualche pace.
Così sol d’una chiara fonte viva
move il dolce e l’amaro ond’io mi pasco;
una man sola mi risana e punge.
E perché il mio martir non giunga a riva,
mille volte il dì moro, e mille nasco;
tanto dalla salute mia son lunge!
Ora che il cielo, la terra e vento tacciono,
e che il sonno tiene immobili gli animali feroci e gli uccelli,
che la notte conduce in giro la Costellazione del Carro
e il mare giace, placato nel suo letto;
vedo, penso, brucio d’amore, piango; e chi mi consuma lentamente
mi è sempre davanti con l’amara dolcezza del suo amore:
io mi trovo in una situazione conflittuale, di affanno e piena di sofferenza;
ed è solo pensando a lei che trovo qualche momento di tregua
Così da una stessa fonte chiara e viva (= Laura)
hanno origine la dolcezza e l’amarezza di cui io mi nutro;
è la stessa mano che risana le ferite che mi ha inferto.
E affinché la mia sofferenza non abbia mai fine,
durante la giornata, mille volte muoio e mille rinasco ;
[a seconda che prevalga il dolore o la speranza, un concetto che riprende l’immagine della prima quartina secondo cui la stessa mano ferisce e guarisce]
e così mi trovo ben lontano dalla mia salvezza
[viene ripresa l’immagine della nave che percorre il mare alla ricerca di un porto sicuro, anche se qui per salvezza è da intendersi quella spirituale che proviene da Dio.
Si potrebbe concludere che questo alternare di cui è causa Laura comporta un allontanamento del poeta da Dio]Indice
La quiete notturna e l'inquietudine interiore
Alla pace notturna, descritta nella I quartina, si oppone l’inquietudine interiore del poeta. Gli elementi che contribuiscono a darci il senso di una vasta e completa serenità sono il silenzio della natura e l’immobilità dell’aria, il sonno degli animali, la notte stellata e il mare in bonaccia. Il cuore del poeta è agitato a causa dell’amore che prova verso laura, definito con ossimoro “dolce pena”. Questo amore, invece di creare per il suo animo un sentimento di pace, genera sofferenza che a sua volta determina un allontanamento da Dio e dalla salvezza spirituale.
La quartina iniziale crea un’impressione di spazio infinito e di sovrumano, che potrebbe essere definito un silenzio universale. Sembra quasi che tutto taccia e sia sospeso in attesa di un evento importante. L’enumerazione del primo verso, rensa ancora più ampia per la presenza della figura retorica dell’asindeto è resa ancora più ampia dalla costruzione del secondo verso in cui i complementi oggetto del verbo “effrena”, cioè “fere” e “augelli, precedono il soggetto (“sonno”) e sono perciò collocati in modo da prolungare l’elencazione (figura retorica dell’iperbato). Sulla vastità insistono anche i due versi successivi con l’immagine della curva del cielo stellato e della immobile distesa del mare L’impressione di silenzio assoluto nasce anche dal ritmo e dalla suggestione creata dai termini “notte”, “letto”, giace” che richiamano “tace”, sonno”, “effrena”. Si potrebbe anche notare che molti termini appartengono al campo semantico del silenzio assoluto e dell’immobilità.
Contrasti e malinconia del poeta
La seconda quartina ci introduce in un’atmosfera di contrasto molto vivo che introduce il malessere interiore; l’asindeto “vegghio, penso, ardo, piango” genera un ritmo più concitato, ma alla fine esso riprende il tono della prima per esprimere una velata malinconia, descritto con un ossimoro “dolce dolore”, che più si adatta al vero animo del poeta. Da notare l’uso della parola “guerra”, raramente usato dal Petrarca che si oppone all’ultima parla del verso seguente “pace” (figura retorica del chiasmo).
Artifici letterari e condizione esistenziale
Le terzine richiamano più da vicino gli artifici letterari della poesia dei trovatori: la fonte chiara e viva, il dolce che si oppone all’amaro, la metafora della nave che non giunge in un porto sicuro, rappresentazione della condizione esistenziale del poeta. Alla fine abbiamo un concetto inaspettato nel contesto del sonetto, ma frequente nella poetica del Petrarca: l’alternanza fra dolore e tregua, fra felicità e sofferenza distoglie lo scrittore dalla strada che lo condurrebbe alla salvezza divina e questo contribuisce a rendere la sua angoscia ancora più profonda.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto?
- Come viene descritta la notte nella prima quartina?
- Quali figure retoriche sono utilizzate per esprimere i contrasti interiori del poeta?
- Qual è il ruolo di Laura nel sonetto?
- Come si manifesta l'influenza della poesia dei trovatori nel sonetto?
Il tema principale del sonetto è il contrasto tra la quiete notturna e l'inquietudine interiore del poeta, causata dall'amore per Laura, che genera sofferenza e allontanamento dalla salvezza spirituale.
La notte è descritta come un momento di pace e silenzio universale, con il cielo, la terra e il vento che tacciono, e il mare che giace immobile, creando un'impressione di serenità infinita.
Vengono utilizzati ossimori come "dolce pena" e "dolce dolore", oltre a figure retoriche come l'asindeto e il chiasmo, per esprimere i contrasti tra amore e sofferenza, guerra e pace.
Laura è la fonte di dolcezza e amarezza per il poeta, la cui presenza provoca un'alternanza di dolore e tregua, distogliendo il poeta dalla salvezza divina.
L'influenza della poesia dei trovatori si manifesta attraverso l'uso di metafore come la fonte chiara e viva e la nave che non giunge a un porto sicuro, rappresentando la condizione esistenziale del poeta.