Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il sonetto appartiene alla seconda sezione del Canzoniere e riflette il ricordo di Laura, ormai defunta, causando al poeta grande sconforto.
  • Il tema centrale è la sofferenza per la morte della donna amata, che porta il poeta all'incapacità di continuare a scrivere poesie, evidenziando la caducità della vita umana.
  • Le quartine del sonetto oscillano tra la rievocazione di Laura e la riflessione, con una struttura ripetitiva che elenca i tratti fisici della donna amata.
  • La prima terzina utilizza la metafora tradizionale del poeta come una nave sguarnita in tempesta, simbolizzando la sua vita di sofferenza senza Laura.
  • Il testo impiega figure retoriche come polisindeti, parallelismi e allitterazioni, e include espressioni significative come "fatto singular da l'altra gente".

Gli occhi di ch’io parlai sì caldamente,

e le braccia e le mani e i piedi e ’l viso,

che m’avean sì da me stesso diviso

e fatto singular da l’altra gente;

le crespe chiome d’òr puro lucente,

e ’l lampeggiar de l’angelico riso,

che solean fare in terra un paradiso,

poca polvere son che nulla sente.

Et io pur vivo; onde mi doglio e sdegno,

rimaso, senza ’l lume ch’amai tanto,

in gran fortuna e ’n disarmato legno.

Or sia qui fine al mio amoroso canto:

secca è la v’usato ingegno,

e la cètera mia rivolta in pianto.

Indice

  1. Riflessioni sulla perdita e la vita
  2. Il sonetto e il ricordo di Laura
  3. Metafore e significati nel sonetto

Riflessioni sulla perdita e la vita

Gi occhi di cui io parlai cosi appassionatamene,

le braccia, le mani, i piedi e il viso,

che mi avevano reso così immemore di lei

e fatto diverso dalle altre persone;

le ricce chiome di puro oro luminoso,

e il lampeggiare del sorriso simile a quello degli angeli,

che erano soliti creare un paradiso sulla terra,

ora sono diventai soltanto poca polvere inerte.

Invece io sono vivo; per cui soffro e provo sdegno,

rimasto come sono senza la luce che tanto amai,

in mezzo ad una tempesta e su di una nave sguarnita.

Che il mio canto d’amore termini qui:

la mia vena poetica è inaridita,

e la mia cetra riesce soltanto a piangere.

Il sonetto e il ricordo di Laura

Il sonetto (struttura metrica (ABBA, ABBA, CDE, CDE) fa parte della seconda sezione del Canzoniere in cui è presente il ricordo di Laura , orma morta.

Il poeta sta attraversando un momento di grande sconforto e quasi prova meraviglia di trovarsi ancora in vita sebbene Laura sia morta, dato che per lui era tutto: luce e paradiso sulla terra.

Il tema è la sofferenza per la morte della donna amata, se da un lato porta il poeta all’incapacità di continuare a scrivere poesie (perché manca la fonte d’ispirazione), dall’altro lo porta a riflettere su come l’esistenza umana sia caduca

Metafore e significati nel sonetto

Nelle quartine, il sonetto oscilla fra la rievocazione di Laura e la riflessione.

Nonostante questo le sue lodi si risolvono in un elenco dei tratti fisici che dà un senso di monotonia: gli occhi, le braccia, le mani, i piedi, il viso, i capelli, il sorriso. La stessa architettura dei versi appare piuttosto ripetitiva, appoggiata com’è ad una serie di proposizioni relative (“ch’io parlai…. che m’avean…. che solean… ch’amai tanto….”).

Il verso più significo è il v.8 (“ poca polvere son che nulla sente”) che si ricollega, con il suo tono conciso ed essenziale al tema della caducità della vita umana.

La prima terzina presenta la consueta metafora tradizionale spesso già presente in altri sonetto: il poeta è come una nave (= legno, figura retorica della metonimia che utilizza la materia per l’oggetto di cui si parla), sguarnito, senza equipaggio e senza timone, in mezzo alla tempesta della vita, fatta di sofferenze. L’ispirazione poetica assimilata ad una cetra che può celebrare solo il pianto è ripresa dalla Bibbia.

L’espressione più significativa si trova al verso 4. “e fatto singular da l’altra gente”. Esso significa che Laura ha reso il poeta una persona diversa, migliore rispetto a tutti gli altri. Il termine va inteso nell’ accezione che aveva nel Duecento e del Trecento di “uomo eccezionale, privilegiato”.

Dal punto di vista retorico, nel testo troviamo polisindeti, parallelismi e alcune allitterazioni.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del sonetto?
  2. Il tema principale del sonetto è la sofferenza per la morte della donna amata, Laura, e la riflessione sulla caducità della vita umana.

  3. Come viene descritta Laura nel sonetto?
  4. Laura viene descritta attraverso un elenco di tratti fisici come gli occhi, le braccia, le mani, i piedi, il viso, i capelli e il sorriso, che creavano un paradiso sulla terra.

  5. Qual è il significato del verso "poca polvere son che nulla sente"?
  6. Il verso "poca polvere son che nulla sente" sottolinea la caducità della vita umana, indicando che Laura, una volta fonte di luce e ispirazione, è ora ridotta a polvere inerte.

  7. Quale metafora tradizionale viene utilizzata nel sonetto?
  8. La metafora tradizionale utilizzata è quella del poeta come una nave sguarnita, senza equipaggio e senza timone, in mezzo alla tempesta della vita.

  9. Quali figure retoriche sono presenti nel testo?
  10. Nel testo sono presenti polisindeti, parallelismi e alcune allitterazioni, che contribuiscono alla struttura e al tono del sonetto.

Domande e risposte

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