luca.felice
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Concetti Chiave

  • Il sonetto di Petrarca esprime una dura condanna contro la corruzione e la lussuria della Chiesa Avignonese.
  • Il testo utilizza simboli classici e biblici come Babilonia, Venere, e Bacco per rappresentare i vizi della curia.
  • Petrarca prefigura un futuro in cui un "novo soldan" riporterà giustizia, anche se non avverrà quando lui desidera.
  • La sintassi lineare e il linguaggio figurato intensificano il tono profetico-apocalittico del sonetto.
  • Si evidenzia un contrasto fonico tra suoni aspri per la corruzione attuale e suoni aperti per l'antichità virtuosa.

L'avara Babilonia à colmo il sacco


d'ira di Dio, e di vitii empii et rei,


tanto che scoppia, ed à fatti suoi dèi


non Giove et Palla, ma Venere et Bacco.


Aspectando ragion mi struggo et fiacco; 
ma pur novo soldan veggio per lei,


lo qual farà, non già quand'io vorrei,


sol una sede, et quella fia in Baldacco.


Gl'idoli suoi sarranno in terra sparsi,

et le torre superbe, al ciel nemiche, 
e i suoi torrer' di for come dentro arsi.


Anime belle et di virtute amiche


terranno il mondo; et poi vedrem lui farsi


aureo tutto, et pien de l'opre antiche.

Indice

  1. Analisi del Sonetto
  2. Lessico e Riferimenti Storici
  3. Linguaggio Figurato e Condanna
  4. Aspetti Fonici e Condanna della Chiesa
  5. Condanna della Chiesa Avignonese

Analisi del Sonetto

Livello metrico. Il sonetto è costituito da endecasillabi piani. Lo schema delle rime è ABBA ABBA CDC DCD.

Livello sintattico. La sintassi risulta lineare e prevalentemente paratattica perché prevalgono le coordinate.

Lessico e Riferimenti Storici

Livello lessicale. Nel testo sono presenti numerosi termini che rimandano all’antichità e al mondo classico, sia per quanto riguarda gli aspetti positivi (“Giove”, “Palla”) sia in quelli negativi (“Venere”, “Bacco”). Il lessico non risulta particolarmente ricercato, anche se sono presenti riferimenti ad episodi biblici, come Babilonia e la distruzione della torre di Babele.

Linguaggio Figurato e Condanna

Livello retorico. Il testo presenta un ricco linguaggio figurato, a partire Babilonia che rappresenta la curia avignonese, paragonata ad un sacco carico di vizi che ormai scoppia da tanto che è pieno. Nella prima strofa Giove e Atena incarnano, rispettivamente, gli ideali di giustizia e sapienza, mentre Venere e Bacco rappresentano la lussuria e la gozzoviglia. Il verbo “veggio” al v.6 fa riferimento a una visione della mente e si inserisce in un contesto profetico-apocalittico.

Per sottolineare ulteriormente la gravità dei peccati di cui è macchiata la curia avignonese il poeta inserisce un forte enjambement tra i primi due versi (sacco//d’ira).

Aspetti Fonici e Condanna della Chiesa

Livello fonico. Dal punto di vista fonico, in linea con la durezza della condanna di Petrarca verso la corruzione della Chiesa, troviamo suoni aspri come “sacco”, “Bacco”, “fiacco”, “sparsi”, “arsi”; “torre superbe”; d’altra parte, quando il poeta si riferisce all’antichità (“Giove”, “Palla”, “mondo…aureo”) o alla purezza di una Chiesa povera come il cristianesimo delle origini (“Anime belle di virtute amiche”) prevalgono i suoni aperti come la “a” e la “e”.

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Condanna della Chiesa Avignonese

In questo sonetto il poeta condanna aspramente la Chiesa Avignonese, in cui prevalgono la corruzione e la lussuria, invece che le virtù di povertà e castità, proprie di una Chiesa delle origini. Petrarca guarda all’antico, in particolare alle opere antiche (v.14), le quali, però, sono poste in stretto rapporto col futuro. Il poeta infatti, richiamando il “veltro” dantesco, scrive che verrà un “novo soldan" che ridarà una sede al papato. Secondo alcuni critici la nuova sede sarà Bagdad perché in questo testo non è la cristianità a essere vista come divisa in due centri spirituali (Avignone e Roma), ma è il mondo musulmano che vede in Avignone una sua seconda capitale; durante la cattività avignonese dunque, secondo questa tesi, la città è infestata dagli infedeli cristiani, che verrano scacciati proprio da un “novo soldan” musulmano. Oppure più semplicemente il poeta potrebbe voler paragonare agli infedeli musulmani i membri della curia di Avignone.

Ad ogni modo i versi del sonetto costituiscono una condanna molto dura e ci presentano un Petrarca apparentemente risoluto e convinto. In realtà è da sottolineare che il “novo soldan” verrà “non già quand'io vorrei”. Ancora una volta emerge quindi l’impossibilità di un cambiamento nel tempo presente, che da un lato guarda con nostalgia al passato, ma dall’altro rivolge tutte le sue speranze in un tempo futuro.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del sonetto?
  2. Il tema principale del sonetto è la condanna della corruzione e della lussuria della Chiesa Avignonese, paragonata a Babilonia, e la speranza in un futuro rinnovamento.

  3. Come viene rappresentata la Chiesa Avignonese nel sonetto?
  4. La Chiesa Avignonese è rappresentata come un sacco pieno di vizi, paragonata a Babilonia, e viene criticata per la sua corruzione e lussuria, in contrasto con le virtù di povertà e castità della Chiesa delle origini.

  5. Quali figure mitologiche vengono utilizzate nel sonetto e cosa rappresentano?
  6. Le figure mitologiche utilizzate sono Giove e Palla, che rappresentano giustizia e sapienza, e Venere e Bacco, che simboleggiano lussuria e gozzoviglia.

  7. Qual è il significato del "novo soldan" menzionato nel sonetto?
  8. Il "novo soldan" rappresenta una figura profetica che porterà un rinnovamento, ridando una sede al papato, e simboleggia la speranza in un futuro cambiamento.

  9. Quali aspetti fonici caratterizzano il sonetto e cosa sottolineano?
  10. Il sonetto è caratterizzato da suoni aspri per sottolineare la durezza della condanna verso la corruzione della Chiesa, mentre suoni aperti prevalgono quando si riferisce alla purezza e all'antichità.

Domande e risposte

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