simonemartini25
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Romanticismo in Italia (2) scaricato 1 volte

Concetti Chiave

  • Il romanzo storico, introdotto da Walter Scott, divenne una moda in Europa, combinando grandi eventi storici con la vita quotidiana della gente comune.
  • Madame de Staël criticava la cultura italiana per la sua stagnazione e insisteva sull'importanza delle traduzioni per rivitalizzare la letteratura.
  • I romantici rifiutavano il classicismo, cercando di connettere la letteratura con la società e promuovendo una cultura che contribuisse al progresso civile.
  • Manzoni sosteneva che la poesia e la letteratura dovessero mirare all'utile, al vero e all'interessante, distinguendosi dal puro intrattenimento.
  • Nei "Promessi Sposi", Manzoni ricostruisce un'epoca passata attraverso personaggi immaginari, riflettendo la vita quotidiana e sociale dell'epoca.

Indice

  1. Il romanzo storico
  2. Polemica con i classicisti
  3. Programmi dei Romantici
  4. Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni
  5. Storia e invenzione poetica
  6. Promessi Sposi e romanzo storico

Il romanzo storico

Il romanzo storico fu introdotto dallo scozzese Walter Scott dal 1814, ebbe un enorme successo e impose una vera e propria moda in tutta Europa. Offriva un quadro di una determinata epoca del passato, prossimo e remoto, illustrando solo i grandi avvenimenti politici e militari ritenuti storici ma anche i loro effetti nella vita privata: i costumi, mentalità, modi di vita della gente comune. Questo attraverso una rappresentazione animata in atto cioè attraverso il racconto delle vicende dei protagonisti. I grandi eventi e i personaggi storici diventavano sfondo e in primo piano vi erano le vicende di personaggi immaginari e oscuri per mostrare la vita quotidiana della società. Vi era un interesse per il passato; il sentimento nazionale che spingeva a cercare le radici per l’identità del popolo. Il romanzo storico era un genere d’intrattenimento che veniva in contro al gusto dell’esotico. Manzoni riteneva che Scott era importante per l’invenzione del romanzo ma criticava l’eccessiva scenografia che aveva poco risconto storico.

Polemica con i classicisti

Madame de Steal nel 1816 pubblica un articolo sulla “biblioteca italiana” dal titolo Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni. La scrittrice metteva in evidenza la decadenza della cultura italiana invitando gli italiani ad uscire dal loro culto del passato aprendosi al contemporaneo europeo. L’articolo portò a violente reazioni da parte dei classicisti che insorsero nella difesa della gloria della nazione e dei principi dell’arte classica. Divide l’opinione pubblica. Nel 1818 nasce il giornale dal titolo il conciliatore che doveva diventare il portavoce delle nuove idee letterarie ma aveva anche finalità di progresso civile. Questo venne censurato nel 1819.

Programmi dei Romantici

Rifiuto della cultura classicista in quanto separata dal corpo della società e scrive solo per altri letterati. Vi è un esigenza di un rapporto con il corpo sociale e di una cultura viva. Cercando un pubblico più largo di lettori comuni. 2. Rifiuto della letteratura delle nude parole, cioè del formalismo che seppur attento alla eleganza non evidenza la sostanza. 3. Idea della cultura utile che possa migliorare o sviluppo civile economico moderno. Per esempio il Conciliatore non si limita alla letteratura ma a discipline classiche, scienze economiche, sociali, giuridiche, statistiche. (Si dice erede del caffè)

Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni

Quando i letterati d'un paese si vedono cader tutti e sovente nella ripetizione delle stesse imagini, degli stessi concetti, de' modi medesimi", segno è manifesto che le fan. tasie impoveriscono, le lettere isteriliscono, a rifornire non ci è migliore compenso" che tradurre da poeti di altre nazioni. [...]. Dovrebbero a mio avviso gl'italiani tradurre diligentemente assai delle recenti poesie inglesi e tedesche; onde mostrare qualche novità a' loro cittadini, i quali per lo più stanno contenti all'antica mitologia, né pensano che quelle favole sono da un pezzo anticate", anzi il resto d'Europa le ha già abbandonate e dimentiche*. Perciò gl'intelletuali ti della bella Italia, se amano di non giacere oziosi, rivolgano spesso l'attenzione al di la dall'Alpi, non dico per vestire le fogge straniere*, ma per conoscerle; non per diventare imitatori, ma per uscire di quelle usanze viete", le quali durano nella letteratura come nelle compagnie i complimenti, a pregiudizio della naturale schiettezza?. Che se le lettere si arricchiscono colle traduzioni de' poemi, traducendo i drammi si conseguirebbe una molto maggiore utilità; poiché il teatro è come il magistrato della letteratura. Skakespeare, tradotto con vivissima rassomiglianza dallo Schlegel, fu rappresentato ne' teatri di Germania, come se Shakespeare e Schiller fossero divenuti concittadini. E facilmente in Italia si avrebbe un eguale effetto; poiché i drammatici francesi tanto si accostano all'italiano quanto Shakespeare al tedesco. [...] Havvi oggidì nella letteratura italiana una classe di eruditi che vanno continuamente razzolando le antiche ceneri"per trovarvi forse qualche granello d'oro: ed un'altra di scrittori senz'altro capitale che molta fiducia nella lor lingua armoniosa, donde raccozzano suoni vôti d'ogni pensiero", esclamazioni, declamazioni, invocazioni, che stordiscono gli orecchi, e trovan sordi i cuori altrui, perché non esalarono dal cuore dello scrittore. Non sarà egli dunque possibile che una emulazione operosa, un vivo desiderio d'esser applaudito ne' teatri, conduca gl'ingegni italiani a quella meditazione che fa essere inventori', e a quella verità di concetti e di frasi nello stile", senza cui non ci è buona letteratura e neppure alcuno elemento di essa? Nell'invitare i letterati italiani a tradurre gli scrittori stranieri, Madame de Statel traccia un quadro fortemente critico della cultura italiana del tempo: nella ripetizione delle stesse immagini, nel rifarsi continuamente alla mitologia antica, ormai morta. le fantasie si impoveriscono, le lettere si isteriliscono. Oggi i letterati o "razzolano" nelle «ceneri» della cultura classica, per trovarvi ancora qualche «granello d'oro» di cui appropriarsi, o scrivono poesie sonore e vuote, incapaci di muovere i cuori perché non nate da ispirazione potra autenticamente sentita. Per ridare vita alla cultura italiana, per la de Staél, non resta che aprirsi alla circolazione viva con la cultura europea: non per trovare nuovi modelli da imitare ma per arricchire le conoscenze e stimolare la creazione con nuovi temi e nuove forme. Anche se dura, la critica nasceva da un sincero amore per la letteratura italiana e da un desiderio di vederla risorgere. In realtà la cultura italiana dell'età napoleonica era stata ricca di fermenti, aperta alle letterature straniere (si pensi solo a Foscolo che riprende il Werther e dami traduce Sterne). Però quella stagione era finita, e negli anni stagnanti della Restaurazione la genti della ripetizione degli schemi classici era ormai irrimediabilmente superata. L'intervento della de Staël, suscitando accese discussioni, ebbe il merito di far venire alla luce energie e idee nuove.

Storia e invenzione poetica

Vero poetico vero storico (Essenza poesia non inventare i fatti). Ma, si potrà forse dire, se si toglie al poeta ciò che lo distingue dallo storico, il diritto di inventare i fatti, che cosa gli resta? Che cosa gli resta? la poesia; si, la poesia. Perché, in definitiva, che cosa ci da la storia? degli avvenimenti, che, per così dire, non sono noti che dall'esterno; ciò che gli uomini hanno compiuto: ma ciò che essi hanno pensato, i sentimenti che hanno accompagnato le loro deliberazioni e i loro progetto i loro successi e i loro infortuni; i discorsi con cui hanno fatto o cercato di far prevalere le loro passioni e le loro volontà su altre passioni e su altre volontà, con i quali hanno espresso la loro collera, riversato la loro tristezza, con i quali, in una parola, hanno rivelato la loro individualità: tutto ciò è quasi totalmente passato sotto silenzio dalla storia; e tutto ciò è il dominio della poesia. Ahl sarebbe vano temere che essa manchi di occasioni di creare, nel senso più serio, e forse il solo serio di tale parola! Ogni segreto dell'animo umano si svela, tutto ciò che fa i grandi avvenimenti, tutto ciò che caratterizza i grandi destini, si scopre alle immaginazioni dotate d'una forza di simpatia sufficiente. Tutto ciò che la volontà umana ha di forte o di misterioso, tutto ciò che la sventura ha di religioso e di profondo, il poeta lo può indovinare; o per meglio dire, coglierlo, afferrarlo e renderlo. L’UTILE, IL VERO, L’INTERESSANTE Manzoni dice di partecipare al romanticismo ma non europeo, poiché molto fantastico, ma italiano siccome è figlio dell’illuminismo francese. Omettendo quindi i precetti o i consigli positivi proposti per casi particolari e con applicazione immediata; precetti e consigli, alcuni dei quali certamente potranno divenire soggetto da quistione, e che tutti insieme formano, a quel che me ne pare, un saggio molto pregevole, ma un saggio di ciò che può farsi col tempo, mi limiterò ad esporle quello che a me sembra il principio generale a cui si possano ridurre tutti; sentimenti particolari sul positivo romantico.

Il principio, di necessità tanto più inde terminato quanto più esteso mi sembra poter essere questo: che la poesia e la letteratura in genere debba proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo. Debba per conseguenza scegliere gli argomenti pei quali la massa dei lettori ha un affezione nata da abitudini scolastiche, e la moltitudine una riverenza non sentita né ragionata, ma ricevuta ciecamente. E che in ogni argomento debba cercare di scoprire e di esprimere il vero storico e il vero morale, non solo come fine, ma come più ampia e perpetua sorgente del bello: giacché e nell'uno e nell'altro ordine di cose, il falso può bensì dilettare, ma questo diletto, questo interesse è distrutto dalla cognizione del vero; è quindi temporario e accidentale. Il diletto mentale non è prodotto che dall'assentim ento ad una idea, l'interesse, dalla speranza di trovare in quella idea, contemplandola, altri punti di assentimento e di riposo: ora quando un nuovo e vivo lume ci fa scoprire in quella idea il falso e quindi l'impossibilità che la mente vi riposi e vi si compiaccia, vi faccia scoperte, il diletto e l'interesse spariscono. Ma il vero storico e il vero morale generano pure un diletto, e questo diletto è tanto più vivo e tanto più stabile, quanto più la mente che lo gusta è avanzata nella cognizione del vero: questo diletto adunque debbe la poesia e la letteratura proporsi di far nascere. Il falso è un piacere momentaneo. Se leggo il vero storico e il vero poetico è un piacere che rimane perché insegna qualcosa.

Promessi Sposi e romanzo storico

I Promessi Sposi propongono un quadro di un’epoca passata ricostruendo gli aspetti della società, i costumi, la mentalità, le condizioni di vita, i rapporti economici e sociali. I protagonisti non sono grandi personaggi ma personaggi inventati, di oscura condizione quelli di cui la storia non si occupa (genti meccaniche). La storia riflette l’esperienza quotidiana della gente comune. Manzoni si documenta come uno storico leggendo opere storiografiche, cronache del tempo, biografie, testi letterari e religiosi, memorie, raccolte di leggi.

Domande da interrogazione

  1. Chi ha introdotto il romanzo storico?
  2. Walter Scott.

  3. Cosa rappresentava il romanzo storico?
  4. Offriva un quadro di una determinata epoca del passato, illustrando sia gli avvenimenti politici e militari che la vita quotidiana della gente comune.

  5. Quali erano i programmi dei romantici?
  6. Rifiuto della cultura classicista, ricerca di un rapporto con il corpo sociale, rifiuto della letteratura delle nude parole, idea della cultura utile per lo sviluppo civile ed economico.

  7. Cosa sosteneva Madame de Steal nel suo articolo?
  8. Sosteneva la decadenza della cultura italiana e invitava gli italiani ad aprire alla cultura contemporanea europea.

  9. Come si documentava Manzoni per scrivere i Promessi Sposi?
  10. Si documentava come uno storico, leggendo opere storiografiche, cronache del tempo, biografie, testi letterari e religiosi, memorie, raccolte di leggi.

Domande e risposte

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