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Concetti Chiave

  • Totò Merumeni è una satira sugli esteti scritta da Guido Gozzano, con un protagonista anti-eroe influenzato da Nietzsche.
  • Il personaggio vive in isolamento, incapace di provare sentimenti, trovando conforto nella riflessione e nella poesia.
  • Gozzano utilizza un linguaggio aulico e inferiore, parodiando il dannunzianesimo con riferimenti letterari e culturali.
  • Totò, rappresentante del decadentismo, si considera superiore per la sua istruzione, ma vive con una famiglia disfunzionale.
  • L'ultima parte del brano riflette sulla futilità della vita, con due interpretazioni contrastanti dell'esistenza di Totò.

Totò Merumeni, che significa “il punitore di sé stesso”, è uno dei testi scritti da Guido Gozzano. Il testo descrive gli esteti o meglio è una presa in giro degli esteti. Il personaggio è un anti-eroe, lettore del filosofo tedesco Nietzche, ma ben lontano dall’essere un superuomo. Il fallimento diventa cosi simbolo di una vita che non ha mantenuto le promesse e che non può essere vissuta, perciò la scelta di vita cade sull’isolamento, sull’esilio nella vita.

Egli non può più provare sentimenti e sensazioni vitali; lui trova rifugio e consolazione solo nella riflessione e soprattutto nell’attività poetica. Sul piano lessicale la poetica di Gozzano è caratterizzata dall'uso di un linguaggio aulico e talvolta di un linguaggio inferiore. Interessante ricordare che si parla di una diciottenne cuoca (amante di Totò). Al declino poetico si accompagna quello fisico delle persone (capelli bianchi). L’ambientazione non è reale, ma è letteraria, inoltre questo brano è una vera e propria parodia del dannunzianesimo; Totò significa Antonio e Merumeni deriva dal greco e significa “tormentatore”.

Indice

  1. Caratteristiche del personaggio
  2. Riflessioni e parodie letterarie
  3. Interpretazioni finali del brano

Caratteristiche del personaggio

Totò ha 25 anni, vive con la madre inferma, una prozia vecchia e uno zio scemo; è un ragazzo che si sente superiore a tutti perché ha studiato molto, perciò guarda tutti con ribrezzo e si sente figlio del decadentismo.

Riflessioni e parodie letterarie

Nei versi 25-26 c’è un chiasmo, ovvero disporre in modo incrociato le parti di due proposizioni; al verso 30 c’è la prima presa in giro vero D’Annunzio: “È il buono che divideva il Nietzsche” che in realtà vuol dire “è buono perché sa di non poter essere forte”; dal verso 33 in poi c’è la seconda presa in giro, infatti, al verso 39 si parla di attrici e principesse facendo riferimento alla Duse e a Maria Harduin.

Il fatto di non provare sentimenti, di fare ragionamenti che non portano a nulla, facendo di Totò ciò che le fiamme fanno di un edificio, ovvero lo bruciano; però lui non è morto del tutto, qualcosa ancora scrive, alterna le sue scritture con la riflessione.

Interpretazioni finali del brano

L’ultimo verso del brano ha due interpretazioni: la prima non molto forte che afferma come un giorno di vita è noto e un giorno di vita morirà, la seconda è più forte e descrive come Totò un giorno è nato perché qualcuno l’ha messo al mondo, e un giorno morirà, dato che la vita è inutile.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del nome "Totò Merumeni"?
  2. "Totò Merumeni" significa "il punitore di sé stesso", con "Totò" che sta per Antonio e "Merumeni" che deriva dal greco e significa "tormentatore".

  3. Qual è la caratteristica principale del personaggio di Totò?
  4. Totò è un anti-eroe che si sente superiore agli altri per la sua istruzione, ma vive isolato e incapace di provare sentimenti vitali, rifugiandosi nella riflessione e nella poesia.

  5. Come viene rappresentata la parodia del dannunzianesimo nel testo?
  6. La parodia del dannunzianesimo si manifesta attraverso prese in giro di D'Annunzio, come nei versi che fanno riferimento a Nietzsche e a figure come la Duse e Maria Harduin.

  7. Quali sono le interpretazioni finali del brano?
  8. L'ultimo verso del brano ha due interpretazioni: una più debole che parla della vita come un ciclo noto, e una più forte che vede la vita di Totò come inutile, destinata a finire come è iniziata.

Domande e risposte

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