Concetti Chiave
- La rivoluzione industriale in Italia iniziò solo nel secondo dopoguerra, portando a notevoli cambiamenti economici e sociali.
- Il genere della letteratura di fabbrica emerse negli anni '50, riflettendo le trasformazioni urbane e sociali del periodo.
- Romanzi come "Calzolaio di Vigevano" illustrano il passaggio da piccole attività artigianali a produzioni industriali.
- La letteratura di fabbrica affrontava temi come le condizioni difficili degli operai e la perdita dei loro diritti.
- Nonostante alcuni esempi significativi, la letteratura industriale italiana non trovò grande apprezzamento rispetto ad altri paesi.
Indice
La Rivoluzione Industriale in Italia
La rivoluzione industriale è un processo di enorme sviluppo economico e sociale che si è sviluppato in Inghilterra a partire dall’inizio del Diciannovesimo secolo, tuttavia arrivò in Italia molto tempo dopo, la penisola rimase infatti per diverso tempo ancora un paese strettamente agricolo e rurale. Il vero e proprio boom economico che portò ad una crescita esponenziale arrivò nel nostro paese solamente nel secondo dopoguerra e durò più o meno per due decenni, dando luogo anche ad una profonda trasformazione dei centri urbani.
Letteratura di Fabbrica e Mutamenti Sociali
Questo indusse dunque anche mutamenti sociali e il mondo della letteratura non venne sicuramente escluso, infatti cominciò a sorgere il filone della letteratura di fabbrica già verso la metà del secolo, quindi negli anni cinquanta. Ci sono alcuni romanzi che si focalizzano sulle realtà delle piccole medie imprese, ancora particolarmente redditizie e diffuse, un esempio chiaro di questa tipologia è sicuramente “Calzolaio di Vigevano” di Lucio Mastronardi, pubblicato nel 1959.
In quant’opera viene raccontata l’esperienza di un ciabattino che vive il miracolo economico: è costretto a passare dalla bottega alla produzione seriale, questo passaggio per lui coincide con un duro lavoro che lo conduce a mettersi in società con un altro calzolaio per costruire piano piano una fabbrica e quindi diventare lui stesso un industriale.
Condizioni dei Lavoratori e Letteratura
Il genere della letteratura di fabbrica, oltre alla trasformazione di questi self made men, si concentra anche sulla condizione dei lavoratori operai, la rivoluzione industriale aveva infatti portato ad un grave danneggiamento ai diritti di coloro che lavoravano in fabbrica, costretti a turni di dieci o dodici ora di fila e senza una paga adeguata che li costringeva a sopravvivere a malapena in condizioni terribili, solitamente in piccoli appartamenti che condividevano con altre persone e in cui la pulizia rimaneva un optional, dando quindi spazio a malattie per una diffusione rapida. Nella letteratura italiana ci furono in particolare alcuni esempi che descrivevano la terribile situazione degli operai, tra questi esempi spiccano sicuramente “Il primo maggio” di Edmondo de Amicis, pubblicato già nel 1889, “Tre Operai” di Carlo Bernari, pubblicato nel 1934 oppure ancora “Il capofabbrica” scritto da Romano Bilenchi nel 1935. A differenza però di paesi come l’Inghilterra, in Italia questi esempi di letteratura che fornisce un punto di vista innovativo e moderno, non vennero particolarmente apprezzati e quindi rimangono solo esempi sporadici.
Domande da interrogazione
- Quando è avvenuta la rivoluzione industriale in Italia?
- Qual è l'importanza della letteratura di fabbrica in Italia?
- Quali sono alcuni esempi di opere che trattano le condizioni dei lavoratori durante la rivoluzione industriale in Italia?
- Come sono state accolte in Italia le opere di letteratura di fabbrica?
La rivoluzione industriale in Italia è arrivata molto tempo dopo rispetto all'Inghilterra, con un vero boom economico nel secondo dopoguerra che ha portato a una trasformazione urbana significativa.
La letteratura di fabbrica ha iniziato a emergere negli anni cinquanta, riflettendo i mutamenti sociali e concentrandosi sulle realtà delle piccole e medie imprese e sulle condizioni dei lavoratori.
Alcuni esempi includono "Il primo maggio" di Edmondo de Amicis, "Tre Operai" di Carlo Bernari e "Il capofabbrica" di Romano Bilenchi, che descrivono le difficili condizioni degli operai.
A differenza di altri paesi come l'Inghilterra, in Italia queste opere non sono state particolarmente apprezzate e rimangono esempi sporadici di un punto di vista innovativo e moderno.