Concetti Chiave
- Virginia Woolf, nata nel 1882 a Londra, ha avuto un'infanzia segnata dalla cultura familiare e dal tragico impatto della perdita dei genitori, che influenzarono profondamente la sua opera letteraria.
- Il Bloomsbury Club, di cui Woolf era membro, ha giocato un ruolo cruciale nel promuovere il cambiamento sociale e intellettuale, opponendosi alle convenzioni vittoriane e sostenendo l'indipendenza intellettuale e la libertà sessuale.
- Virginia Woolf è stata una figura chiave nel passaggio dal romanzo tradizionale al modernismo inglese, utilizzando tecniche narrative innovative come il flusso di coscienza e il monologo interiore per esplorare la vita interiore dei personaggi.
- Il rapporto con Vita Sackville-West ha permesso a Woolf di esplorare i temi dell'amore e dell'androginia, ispirando il personaggio centrale del suo romanzo "Orlando" e rafforzando il suo impegno per l'uguaglianza di genere.
- Nonostante la sua brillante carriera, Woolf ha lottato con la depressione e la fragilità mentale, culminando nel suo suicidio nel 1941, lasciando un'eredità duratura nel campo letterario e nei diritti delle donne.

Indice
Vita di Virginia Woolf nel dettaglio
Nata a Londra il 25 gennaio del 1882, è la terza dei quattro figli di Leslie Stephen, critico letterario e saggista, e della sua seconda moglie Julia Jackson, anche lei vedova e modella per artisti preraffaeliti.
Com’era in uso nelle famiglie borghesi dell’età vittoriana, Virginia, in quanto donna, venne educata in casa, dove poteva accedere liberamente alla biblioteca paterna e respirare l’aria di innovazione culturale e letteraria dell’epoca.
Gran parte dell’opera letteraria di Virginia Woolf ruota attorno ai ricordi della sua infanzia, e i più felici e significativi sono quelli legati alla loro casa a Saint Ives in Cornovaglia. La residenza della famiglia, che si affaccia sull’oceano, è un luogo magico per Virginia, tanto da condizionarne le memorie e le impressioni che verranno rivissuti e rielaborati in uno dei suoi romanzi più noti, “Gita al faro” (1927). Qui la scrittrice, riprendendo i rapporti familiari e gli ambienti a lei cari, si dedica alla narrazione introspettiva dei personaggi, riflettendo sui sentimenti, sulle angosce e le sfumature dell’animo umano.
Dopo la morte della madre nel 1895, e la decisione da parte del padre di vendere l’amata casa al mare, Virginia cade in una profonda prostrazione. Nel 1904 muore anche suo padre: entrambi i lutti provocano crescenti manifestazioni di quella depressione che, in diversi momenti, accompagnerà la scrittrice nel corso della sua dolorosa esistenza, fino al tragico gesto del suicidio, compiuto annegandosi nel fiume Ouse il 28 marzo 1941.
Il Bloomsbury Club e la lotta alle convenzioni sociali
La sorella maggiore Vanessa, nel tentativo di aiutare Virginia a uscire dal suo crollo nervoso e tenere uniti i fratelli, porta tutta la famiglia a vivere nel quartiere di Bloomsbury, una zona di Londra considerata all’epoca poco raccomandabile. Gli Stephen danno così vita al famoso Circolo di Bloomsbury, un gruppo che influenzò profondamente l'ambiente intellettuale inglese del primo Novecento, facendosi promotore di un forte cambiamento dei costumi che metteva al bando il rigido moralismo vittoriano.
Il fervore culturale in cui si trovava immersa e la libertà di cui finalmente poteva godere, portarono alla pubblicazione, nel 1904 del suo primo scritto sul "The Guardian", mentre nel 1905 iniziò una collaborazione con "The Times Literary Supplement" che proseguirà per tutta la vita.
Nel 1906 Thoby, il fratello prediletto, muore per una febbre tifoide e nel 1907 Vanessa, pittrice di discreto successo, sposa il critico d’arte Clive Bell. Cerca di far fronte a questi continui abbandoni buttandosi a capofitto nella scrittura, nell’insegnamento (darà ripetizioni serali alle operaie della periferia e insegnerà Storia al Marley College) e nelle riunioni del Bloomsbury. Contrari alle convenzioni sociali, religiose e sessuali, i membri del circolo professavano idee antimonarchiche, di scetticismo religioso, di libertà sessuale e di indipendenza intellettuale; ne fanno parte figure brillanti come i filosofi Bertrand Russell e Ludwig Joseph Wittgenstein, i critici Giles Lytton Strachey e Roger Fry, l'economista John Maynard Keynes, gli scrittori Edward Morgan Forster e Leonard Woolf. Con quest'ultimo Virginia si sposa nel 1912 e insieme, nel 1917, fondano a Londra la casa editrice The Hogart Press, per la quale usciranno, oltre alle opere della stessa scrittrice, i primi scritti di Thomas S. Eliot e di Katherine Mansfield. È un periodo di operosa tranquillità, anche se non mancano momenti in cui si riacutizzano le crisi psichiche (nel 1913 tenta il suicidio), che non le impediscono tuttavia di partecipare alle battaglie per la conquista del diritto di voto alle donne.
I mutamenti della scrittura: dal romanzo tradizionale al modernismo inglese
Risale al 1915 la pubblicazione del suo primo romanzo, “La Crociera”, la storia di una donna che, innamoratasi durante una crociera in un imprecisato paese dell'America meridionale, muore di febbre tropicale quando pensa di aver raggiunto il culmine della felicità. Segue, nel 1919, “Notte e Giorno”, in cui Virginia si cimenta nel padroneggiare la tradizione realistica del romanzo inglese, pur non nascondendo una critica all’alta società edoardiana. Sono opere ancora costruite secondo schemi e canoni tradizionali, che verranno modificati ne La “Camera di Jacob” (1922), dedicato al defunto fratello Thoby, in cui la normale sequenza degli avvenimenti risulta alterata e stravolta: la storia del giovane protagonista è ricostruita e narrata attraverso i ricordi delle persone che l'hanno conosciuto, con un continuo spostarsi dei piani del racconto dagli anni trascorsi a Cambridge agli amori passati, dai viaggi in Francia e in Grecia fino alla morte in guerra. Il recupero memoriale, destinato a divenire una componente essenziale nella narrativa della Woolf, favorisce l'uso di tecniche che si avvicinano al monologo interiore e al flusso di coscienza, introducendo forti connessioni con l'opera di Proust e Joyce.
Le innovazioni risaltano particolarmente ne "La Signora Dalloway" (1925), il cui racconto occupa il breve spazio di una giornata, quella che la protagonista, una donna qualunque dell’alta borghesia, impiega nel preparare una festa che avrà luogo nella sua dimora la sera stessa. Si introduce così, attraverso la narrazione di normali azioni, come le spese, gli incontri, i pensieri estemporanei, la dimensione del quotidiano, che entra a far parte della letteratura del Novecento. Immagini e ricordi si intrecciano in un processo di trasfigurazione fantastica in cui si intersecano i piani del reale.
La scrittura della Woolf è intima e privata, nella quale prevale l’assenza di una cronologia precisa, in cui l’azione è ridotta al minimo, poiché la vera protagonista è la vita interiore dei suoi personaggi: i pensieri, le percezioni, le riflessioni, le emozioni, che variano da attimo ad attimo. Stravolgendo completamente il romanzo tradizionale, Virginia Woolf si erge a pilastro del modernismo inglese. Non è un caso che questi mutamenti nella sua scrittura siano avvenuti dopo anni di grandi sconvolgimenti, segnati dalla Prima Guerra mondiale e dalla Spagnola. I romanzi della Woolf, dagli anni Venti in poi, hanno lo scopo di raccontare i cambiamenti non solo dei suoi personaggi, ma dello stesso lettore, che con la lettura ha modo di meditare su ciò che accade attorno e dentro di lui.
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L'amore che sfida le convenzioni
Il matrimonio con Leonard Woolf aveva restituito a Virginia una certa serenità; accomunati da una forte intesa intellettuale e da una comunione di affetti e di interessi, è però solo a quarant’anni che la Woolf scopre la passione e il desiderio grazie al suo rapporto con Vita Sackville–West. È proprio a Vita che la Woolf si ispira per il personaggio di Orlando, dell’omonimo romanzo, un essere androgino che viaggia attraverso i secoli della storia e della cultura inglese, con fattezze a volte maschili a volte femminili.
Grazie al rapporto con Vita, Virginia comprende che l’amore non ha un’unica sfaccettatura, poiché è mutevole ed è l’unica forza in grado di attuare dei veri cambiamenti nella persona. L’amore ci fa uscire da noi stessi, dal tempo e dallo spazio, obbligandoci a conoscerci per chi siamo davvero.
La tenacia e la fragilità degli ultimi anni
Il tema dell’androginia, ovvero dell’accettazione da parte degli uomini del proprio lato femminile e delle donne del loro lato maschile, è l’approdo liberatorio a cui giunge la Woolf, contrastando l’oppressione che la società maschilista del tempo imponeva alle donne e di cui la stessa Virginia si era sentita vittima, esclusa da quel mondo culturale e accademico solo in virtù del suo sesso. Fu perciò ben lieta di accettare l’invito a tenere delle conferenze per le studentesse dell’Università di Cambridge (università alla quale il padre le impedì di andare), dalle quali poi verrà pubblicato il famoso saggio “Una stanza tutta per sé” (1929). La Woolf disse alle ragazze che per scrivere, una donna deve avere un’indipendenza economica e un luogo in cui potersi concentrare, lontana dalle distrazioni. Perseverare e scrivere ogni giorno, così esortava le giovani e così fece Virginia per tutta la vita, trovando nella scrittura la sua salvezza ma anche il suo oblio. Le capita spesso, infatti, di soffrire di nevrosi proprio al termine della stesura dei suoi romanzi, svuotata di ciò che sentiva dentro e con la sensazione di non essere all’altezza delle sue aspettative.
Non più capace di controllare le crisi nervose che l’accompagnano da tutta la vita, non traendo più beneficio dalla vita di campagna, dalle cure del marito, e dalla scrittura, Virginia Woolf si toglie la vita il 28 marzo del 1941. Lascerà due biglietti alle persone che più avevano significato per lei, sua sorella Vanessa e suo marito Leonard, confessando la sua incapacità di lottare contro la perdita di lucidità e la paura di trovarsi sola nell’oblio della follia.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati gli eventi chiave nella vita di Virginia Woolf che hanno influenzato la sua scrittura?
- Che ruolo ha avuto il Bloomsbury Club nella vita di Virginia Woolf?
- Come si è evoluta la scrittura di Virginia Woolf dal romanzo tradizionale al modernismo?
- In che modo l'amore ha influenzato la vita e le opere di Virginia Woolf?
- Quali sono stati i temi principali degli ultimi anni di Virginia Woolf?
Gli eventi chiave includono la sua educazione in casa, l'accesso alla biblioteca paterna, la morte della madre e del padre, e il trasferimento a Bloomsbury. Questi eventi hanno influenzato profondamente la sua scrittura, portandola a esplorare temi di introspezione e memoria.
Il Bloomsbury Club ha fornito a Virginia un ambiente intellettuale stimolante e un rifugio dalle convenzioni sociali vittoriane. Ha influenzato il suo pensiero e la sua scrittura, promuovendo idee di libertà intellettuale e sociale.
La scrittura di Woolf è passata da schemi tradizionali a tecniche moderniste come il flusso di coscienza e il monologo interiore, influenzata da autori come Proust e Joyce. Questo cambiamento è evidente in opere come "La Signora Dalloway" e "Gita al faro".
L'amore, specialmente la relazione con Vita Sackville-West, ha ispirato Woolf a esplorare temi di androginia e cambiamento personale, come nel romanzo "Orlando". Ha compreso l'amore come una forza trasformativa.
Negli ultimi anni, Woolf ha esplorato temi di androginia e indipendenza femminile, come nel saggio "Una stanza tutta per sé". Ha lottato con la sua fragilità mentale, culminando nel suo suicidio nel 1941.