Concetti Chiave
- Il teatro dell'assurdo nasce nel secondo dopoguerra, influenzato dal teatro sintetico futurista con il suo stile grottesco.
- Esponenti chiave come Samuel Beckett ed Eugene Ionesco hanno utilizzato situazioni illogiche e dialoghi privi di senso per riflettere sull'assurdità della vita.
- Il teatro dell'assurdo si caratterizza per l'assenza di un contenuto specifico, svuotando il teatro tradizionale di senso e struttura.
- Ionesco esplora la monotonia della vita borghese, portando a riflessioni politiche e sociali, mentre Beckett si concentra sul non-senso della vita e l'attesa di un cambiamento.
- Beckett sperimenta con il linguaggio e la gestualità, riducendo il dramma a elementi minimi, come in "Respiro", dove utilizza un palcoscenico vuoto.
Indice
L'evoluzione del teatro avanguardistico
Nel corso del ventesimo secolo si assistette a diverse esperienze di teatro in ambito avanguardistico, sicuramente emerge il teatro sintetico futurista che con le sue battute al limite del grottesco, portavano ad un’interpretazione quasi ridicola della vita, sicuramente questo tipo di esperienza fu fondamentale per quello che sarebbe poi diventato il teatro dell’assurdo.
Il teatro dell'assurdo e i suoi protagonisti
Quest’ultimo emerge nel secondo dopoguerra, quando figure come Samuel Beckett, irlandese classe 1906, e Eugene Ionesco, rumeno naturalizzato francese classe 1912, portarono al successo di questa tipologia di teatro. Il nome del teatro si rifà proprio all’assurdità delle situazioni che venivano proiettate sul palco, con personaggi che narrano vicende strampalate e si scambiano battute spesso senza senso, che sia il pubblico che l’attore stesso trova difficoltà nel reperire un vero e proprio senso logico. I copioni fanno infatti emergere frasi fatte e luoghi comuni che sembrano narrate quasi per sforzarsi di occupare quel tempo senza rimanere in silenzio, il tempo a cui fanno riferimento è un’attesa ma anche in questo caso non si sa di cosa, oppure di qualcosa che viene presentato come rivoluzionario ma che mai si verifica.
Il teatro dell’assurdo non ha dunque contenuti specifici, qui infatti non accade mai nulla e se accade i personaggi non ne mostrano consapevolezza, il che rappresenta effettivamente una rivoluzione proprio perché in passato il teatro doveva essere qualcosa, ma qui viene svuotato di qualsiasi senso e contenuto, in quanto vengono meno tutti quegli elementi che prima componevano il teatro.
Ionesco e Beckett: visioni a confronto
Ionesco in particolare ragiona sulla banalità e monotonia della tipica vita borghese, fatta di valori e convenzioni ripetute fino alla sfinimento ma che proprio per questo porta ad una profonda riflessione di tipo politico e sociale che non si distanzia molto dal teatro epico che aveva teorizzato Brecht. Beckett invece si concentra sulla vita in generale, mettendone a nudo il mancato senso, a cui si oppone l’attesa inesorabile che qualcosa accada che possa prelevare l’uomo e liberarlo, condizione raggiungibile solamente con la morte. Lui però, a differenza di Ionesco, ragiona molto anche sul linguaggio, portando allo scardinamento di strutture teatrali, in quanto va a ridurre il dramma rappresentato ad una semplice, ma al contempo complessa e ragionata, gestualità, addirittura in “Respiro” del 1969 arriva a presentare un palcoscenico completamente vuoto mentre il pubblico è costretto ad utilizzare altri sensi, come l’udito, grazie al quale sente un lento respiro amplificarsi nel teatro.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo del teatro sintetico futurista nell'evoluzione del teatro avanguardistico?
- Quali sono le caratteristiche principali del teatro dell'assurdo?
- Come differiscono le visioni di Ionesco e Beckett nel teatro dell'assurdo?
- In che modo Beckett ha innovato le strutture teatrali tradizionali?
Il teatro sintetico futurista, con le sue battute grottesche, ha influenzato il teatro dell'assurdo, contribuendo a una visione ridicola della vita che ha preparato il terreno per questo nuovo genere teatrale.
Il teatro dell'assurdo si caratterizza per situazioni assurde e dialoghi privi di senso logico, con personaggi inconsapevoli degli eventi, svuotando il teatro di contenuti specifici e rivoluzionando la tradizione teatrale.
Ionesco si concentra sulla monotonia della vita borghese e riflessioni politiche e sociali, mentre Beckett esplora il non-senso della vita e l'attesa della morte, focalizzandosi anche sul linguaggio e la gestualità teatrale.
Beckett ha innovato le strutture teatrali riducendo il dramma a gestualità e suoni, come in "Respiro" del 1969, dove presenta un palcoscenico vuoto e utilizza il respiro amplificato per coinvolgere il pubblico.