Concetti Chiave
- Dario Fo, nato nel 1926 a Sangiano, in provincia di Varese, proviene da una famiglia umile con radici antifasciste.
- Ha iniziato il suo percorso nel teatro grazie al nonno materno, che raccontava storie nei borghi per attirare clienti.
- Nel 1950, grazie a Franco Parenti, entrò nel mondo del teatro professionale e conobbe la sua futura moglie, Franca Rame.
- Fo utilizzò la satira politica e sociale nei suoi lavori teatrali, ottenendo enorme successo ma anche critiche e censura.
- Fondò una propria compagnia teatrale, ricevendo il Premio Nobel per la Letteratura nel 1997, e continuò a lavorare fino al 2016.
Indice
Le origini e l'infanzia di Dario Fo
Dario Fo è nato nella città di Sangiano, in provincia di Varese, nel 1926 da una famiglia di origini umili, il padre era infatti un ferroviere e la madre una contadina, che tuttavia gli insegnò dei principi puri e soprattutto di opposizione al regima fascista che si stava instaurando quando ancora lui era troppo piccolo per comprendere cosa stesse accadendo.
L'inizio della carriera teatrale
Dario Fo iniziò ad avvicinarsi al mondo del teatro in maniera molto semplice, fu infatti il nonno materno, di mestiere ortolano, che lo introdusse a questo panorama in quanto lui girava per i vari borghi raccontando favole e fiabe grottesche con l’obiettivo di attirare più clienti, dunque nel 1940 si iscrisse all’Accademia di Brera anche se poi, ovviamente dopo la fine della seconda guerra mondiale, si iscrisse alla facoltà di architettura del Politecnico di Milano, anche se non riuscì a conseguire una laurea. Uno dei suoi primi veri e propri contatti con il teatro arrivò nel 1950, quando l’attore Franco Parenti lo invitò ad entrare nella sua compagnia e in questo periodo conobbe anche la sua futura moglie, Franca Rame, che sposò nel 1954 e con cui rimase per tutta la vita fino alla morte di lei, avvenuta nel 2013.
Collaborazioni e successi teatrali
Insieme sempre a Parenti, e con la collaborazione anche di Giustino Durano, presentarono al Teatro Odeon le riviste di “Cocoricò” nel 1951, “Il dito nell’occhio” del 1953 e “I sani da legare” del 1954, questi testi andavano ad utilizzare un’acuta satira sociale e politica e proprio per questo ebbero un successo enorme.
Espansione verso cinema e televisione
Tuttavia, l’attività di Dario Fu non rimase solo chiusa nel mondo del teatro, verso la metà degli anni cinquanta ad esempio scrisse diverse sceneggiature e recitò nel film “Lo svitato” del 1956, nello stesso anno scrisse per la radio “Non si vive solo di pane” e poi approdò in televisione nel 1962 con “Canzonissima”. Anche in questo caso il successo fu enorme ma venne accompagnato anche da un’ondata di critiche per i temi che trattavano, per la prima volta infatti si raccontò di mafia, delle morti bianche, degli scioperi portando quindi anche al dubbio sulla credibilità dei parlamentari, questo gli costò diverse minacce di morte e una forte controffensiva della censura che bloccò la trasmissione.
Innovazione e riconoscimenti
Nel frattempo però fondò la propria compagnia organizzando rappresentazioni in luoghi adibiti, come teatri, ma anche nelle piazze, nelle case del popolo e nelle fabbriche, continuando questa attività innovativa, ricevendo anche un Nobel nel 1997, fino al 2016, quando morì a Milano.
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini e l'infanzia di Dario Fo?
- Come è iniziata la carriera teatrale di Dario Fo?
- Quali furono i successi teatrali di Dario Fo?
- In che modo Dario Fo si espanse verso il cinema e la televisione?
Dario Fo è nato a Sangiano nel 1926 da una famiglia umile; suo padre era ferroviere e sua madre contadina. Fin da piccolo, apprese principi di opposizione al regime fascista.
La carriera teatrale di Dario Fo iniziò grazie al nonno materno che lo introdusse al teatro. Si iscrisse all'Accademia di Brera nel 1940 e successivamente al Politecnico di Milano. Nel 1950, Franco Parenti lo invitò nella sua compagnia teatrale.
Dario Fo, insieme a Franco Parenti e Giustino Durano, presentò spettacoli di satira sociale e politica come "Cocoricò", "Il dito nell’occhio" e "I sani da legare", ottenendo un enorme successo.
Negli anni '50, Dario Fo scrisse sceneggiature e recitò nel film "Lo svitato". Nel 1962, approdò in televisione con "Canzonissima", affrontando temi controversi che portarono a critiche e censure.