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Concetti Chiave

  • Italo Svevo, nato a Trieste nel 1861, vive in un contesto mitteleuropeo e subisce l'influenza culturale e linguistica tedesca, pur essendo formatosi sui classici italiani.
  • Le opere di Svevo sono caratterizzate da personaggi antieroi e inetti, che riflettono il senso di inadeguatezza e disagio esistenziale, in contrasto con dominatori integrati nella società.
  • Svevo è affascinato dalla psicoanalisi di Freud, non per la sua efficacia terapeutica, ma per il suo potenziale come strumento letterario per esplorare lo spazio interiore dell'individuo.
  • Nel romanzo "La Coscienza di Zeno", il protagonista Zeno Cosini rappresenta l'inettitudine umana, con il vizio del fumo che simboleggia i suoi fallimenti e la sua incapacità di cambiare.
  • Nel finale del romanzo, Svevo critica la psicoanalisi e la società, suggerendo che la vera malattia è l'incapacità umana e prevede un futuro distruttivo con l'innovazione di armi potenti.

Indice

  1. Vita di Italo Svevo
  2. Opere
  3. Freud e Svevo
  4. La Coscienza di Zeno (1923)
  5. Prefazione e preambolo
  6. Il fumo
  7. Il finale

Vita di Italo Svevo

Nasce a Trieste nel 1861, allora parte dell’impero austro-ungarico, motivo per cui non si identifica con l’Italia e la sua lingua risente molto dell’influenza tedesca. E’ un autore mitteleuropeo (il suo pseudonimo stesso sottintende questa volontà). Si forma sui classici italiani. La sua vita privata è scossa da vari lutti, prima il fratello poi i genitori. Inizialmente lavora nell’azienda del padre, poi in una banca e infine nel colorificio del suocero. Questa sua nuova mansione lo costringe a rinunciare alla scrittura, a compiere numerosi viaggi e a conoscere necessariamente l’inglese. Prende lezioni da James Joyce, che influenzerà la sua produzione letteraria. Diventa progressivamente sempre più interessato alla psicoanalisi, in particolare a Freud. Dopo l'annessione di Trieste al regno d’italia nel 1920, riprende la scrittura arrivando a pubblicare nel 1923 ‘La coscienza di Zeno’. Il romanzo viene tradotto e pubblicato anche in francese.

Opere

Nelle sue opere il personaggio è un antieroe, è un inetto: fa cose che non riflettono i loro desideri, non riescono a compiere un'evoluzione e sono incapaci di agire, sono deboli. Questo aspetto è il tema principale delle opere di Svevo in cui egli distingue i dominatori, coloro che sono sicuri di sé, e gli inetti, come Zeno, che hanno un senso di inadeguatezza.Sono dei romanzi vicini a noi, fanno da specchio alla nostra anima in quanto il senso dell’inadeguatezza è un tema odierno: ci riconosciamo in Zeno in quanto siamo tormentati da questo senso di inadeguatezza
Distinguiamo tre personaggi in tre romanzi:
1. Alfonso Nitti in ‘Una vita’⟶ rappresenta l’insuccesso (un inetto che si suicida). Romanzo pubblicato a sue spese
2. Emilio Brentani in ‘Senilità’⟶ no vecchiaia anagrafica ma mentale, non sa prendere decisioni
3. Zeno Cosini in ‘La Coscienza di Zeno
A questi inetti si oppongono degli antagonisti vincenti, i dominatori, perfettamente integrati nella società: Macario (1),Stefano Balli (2) e Guido Speier (3). Ricorre spesso anche l’opposizione tra un personaggio femminile superficiale, una sorta di femme fatale (Ada), e una moralmente solida (Augusta).
I romanzi mostrano varie affinità con la biografia dell’autore (ad es. il problema col fumo e lo stesso matrimonio con Augusta in lcdz). L’autobiografia è un pretesto per parlare del disagio esistenziale del protagonista e le sue incertezze. La scrittura diventa perciò una sorta di terapia.

Freud e Svevo

Svevo si interessa agli studi freudiani non tanto per la loro efficacia terapeutica, sulla quale si dichiara in realtà scettico, quanto sulla sua potenzialità letteraria. Gli offre la possibilità di indagare lo spazio interiore dell’io. In una lettera indirizzata al critico Jahier Svevo rivela il proprio scetticismo a riguardo la validità terapeutica della psicoanalisi. Sottolinea l’importanza degli studi freudiani solo per i romanzieri, in quanto trattata come fantascienza. Si chiede perché dovremmo curare la nostra malattia. Si scaglia inoltre contro D’Annunzio per aver promulgato l’immagine estetizzante del superuomo nietzschiano.

La Coscienza di Zeno (1923)

Il romanzo si divide in 8 capitoli, tra cui due contengono rispettivamente una prefazione e un preambolo. Il dottor S. (fa ipoteticamente rif. a Freud), per ripicca contro un paziente, Zeno Cosini, che ha interrotto la cura con lui, decide di pubblicare il diario che questi gli aveva chiesto di scrivere. Zeno ripercorre la storia della propria malattia attraverso sei nuclei tematici:
III)fumo⟶ scadente tentativo di smettere. Guarisce quando smette di voler smettere di fumare. E’ un inetto perché non riesce nel suo obiettivo.
IV) morte del padre
V) matrimonio con Augusta⟶ in realtà lui amava la sorella Ada e alla fine si ritrova a sposare l’unica delle 4 sorelle che non l’aveva rifiutato. Ada si sposa con il suo rivale Guido Speier, antagonista in amore, dominatore
VI) moglie e amante (Carla)
VII) attività commerciale presso l’azienda di Speier. Pieno di debiti però Guido si suicida, lasciando Ada vedova.
VIII) scoppio della Grande Guerra e scoperta della propria apparente salute
Zeno è però un narratore bugiardo e la sua non può essere che una coscienza difettosa, non possiamo indicare se sia vero o meno. Il titolo è dunque ambiguo, dopotutto come lo è il protagonista stesso. La scelta del nome del personaggio non è casuale. Zeno deriva da xenos (straniero) e potrebbe essere stato scelto anche per l’assonanza con la parola zero (vale zero). Cosini sta ad indicare “cose di poco conto”.

Prefazione e preambolo

Nella prefazione è il dottor S che parla. Dichiara di voler pubblicare le memorie del suo paziente come vendetta in seguito all’interruzione della terapia da parte di quest’ultimo. Ha chiesto al suo paziente di scrivere la sua autobiografia come materia di studio per il dottore, una prassi non richiesta solitamente dai freudiani. Sottraendosi, il dottore non ha potuto concludere il suo studio. Decide quindi di vendicarsi, sperando che questo dispiaccia a Zeno, mostrando quindi la sua falsa professionalità. Ammette di essere persino disposto a dargli i soldi pur di riprendere le sue indagini. Il diario di Zeno è però inaffidabile in quanto è un insieme di verità e bugie.
Nel preambolo Zeno Cosini prende la parola. Sin dalle prime parole notiamo che egli stesso mette in dubbio la descrizione della sua infanzia. Egli non crede che la psicoanalisi abbia una valenza terapeutica efficace, ma che sia più una prassi culturale. Minimizza anche l’importanza che Freud attribuisce ai sogni. Zeno prova a sforzarsi a ricordare ma talmente immerso nel passato si addormenta. Il giorno dopo si sforza nuovamente ma gli vengono in mente immagini che non hanno alcun nesso. Cerca di rivolgersi anche al piccolo figlio della cognata, quasi invidiando la sua giovane età. Gli consiglia di memorizzare i momenti della sua infanzia perché da adulto sarà facilitato, nei momenti di difficoltà, perché potrà ripensare ai bei momenti passati. I due testi ci confondono, non ci possiamo fidare di nessuno dei due: il dottore lo fa unicamente per i soldi, non è professionale, mentre Zeno racconta delle menzogne. Il valore della lettura è dubbioso perché non si sa a chi credere realmente.

Il fumo

Zeno ci narra il suo vizio del fumo, i suoi tentativi di smettere, sempre invani. Ogni sigaretta è collegata ad un momento chiave della sua vita (es. morte del padre, cambio di studi). Il vizio comincia in giovane età quando in un primo momento gli venivano offerte dagli amici, poi ha iniziato a rubare i soldi al padre per comprare il pacchetto da dieci, fumando una dopo l’altra tutte le sigarette per non tenere il pacchetto. Ogni volta che accende una sigaretta questa sembra essere “l’ultima sigaretta”, e diventa così un ritornello irrealizzabile. Ogni volta che promette a sé stesso di voler smettere di fumare, accende un’ultima sigaretta. Con l’avanzamento dell’età, diminuisce anche la voglia di smettere, fuma senza ripromettersi che ogni volta sia l’ultima. La sua idoneità è amplificata nell’evento del cambio di corso: decide di iscriversi alla facoltà di chimica, dimostrandosi poco idoneo e un vero e proprio inetto nell’attività manuale. Si autocondanna all’inettitudine, anche perché ogni volta sembra essere il pretesto giusto per accendere un’ultima sigaretta. Egli confessa infatti che l’ultima sigaretta abbia un sapore diverso rispetto alle altre, più intenso e speciale. Il vizio del fumo diventa in sostanza un capro espiatorio per Zeno: fintanto che fumerà, le sue mancate vittorie si possono collegare alla dipendenza, e non alla sua effettiva inettitudine. Il pensiero di Zeno non rispetta l’ordine logico o cronologico, uno dei tratti della terapia psicoanalitica. E’ definito il metodo delle associazioni libere.

Il finale

Ultimo capitolo del romanzo, steso da Zeno dal maggio 1915 al maggio 1916 e inviato al dottore come commento al racconto autobiografico. In seguito al successo nelle sue speculazioni di guerra, Zeno si riconosce guarito, giungendo ad attribuire la malattia alla natura umana. Mostra l’inutilità della psicoanalisi, negando di essere stato realmente malato. Non è lui l’inetto, ma in realtà è tutta la società ad essere incapace. La psicoanalisi tende a categorizzare tutto ciò che ha una valenza negativa come “malattia” ma lui confuta questa tesi dimostrando che in realtà anche l’amore, un sentimento buono, in realtà può portare alla sofferenza ma non per questo può essere considerato una malattia. Con lo scoppio della Grande Guerra comincia a comprare vari articoli, investendo soprattutto sull’incenso perché, prevista la miseria in cui avrebbe versato il mondo, l’incenso sarebbe diventato un surrogato della resina, costringendo gli uomini ad accettarlo, in quanto inetti. La malattia dell’umanità risiede nel suo adattamento attraverso ordigni, gas asfissianti. Svevo prevede l’innovazione del 45: la bomba atomica. Ci dice infatti che qualcuno inventerà un esplosivo più potente degli altri che distruggerà l’intero pianeta, permettendo alla terra di ritornare alla forma di nebulosa, priva di parassiti. Per liberare il mondo dalla malattia servirebbe una palingenesi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'influenza della psicoanalisi di Freud su Italo Svevo?
  2. Svevo si interessa alla psicoanalisi di Freud non per la sua efficacia terapeutica, ma per la sua potenzialità letteraria, permettendogli di esplorare lo spazio interiore dell'io.

  3. Chi sono i personaggi principali nei romanzi di Italo Svevo e come vengono caratterizzati?
  4. I personaggi principali sono antieroi inetti come Alfonso Nitti, Emilio Brentani e Zeno Cosini, che si oppongono a dominatori vincenti come Macario, Stefano Balli e Guido Speier.

  5. Qual è il tema centrale del romanzo "La Coscienza di Zeno"?
  6. Il tema centrale è l'inettitudine del protagonista Zeno Cosini, che riflette il senso di inadeguatezza e disagio esistenziale, con la psicoanalisi come sfondo.

  7. Come viene rappresentato il vizio del fumo in "La Coscienza di Zeno"?
  8. Il vizio del fumo è un simbolo dell'inettitudine di Zeno, con ogni sigaretta che rappresenta un momento chiave della sua vita e il fallimento nel suo tentativo di smettere.

  9. Qual è la visione di Svevo sulla società e la psicoanalisi nel finale del romanzo?
  10. Svevo critica la psicoanalisi e la società, sostenendo che la vera malattia è l'incapacità umana, e prevede un futuro distruttivo con l'innovazione di armi potenti come la bomba atomica.

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