Concetti Chiave
- Aron Hector Schmitz, meglio conosciuto come Italo Svevo, nacque a Trieste nel 1861 in una famiglia benestante ed ebrea.
- Dopo studi a Wurzburg, Svevo divenne commercialista, imparando quattro lingue e sviluppando un interesse per la letteratura.
- L'azienda di famiglia fallì, costringendo Svevo a lavorare alla Unionbank di Vienna, continuando però a coltivare la sua passione letteraria.
- Adottò il nome Italo Svevo per rappresentare la sua identità culturale italo-tedesca e pubblicò il suo primo romanzo "Una vita" nel 1892.
- Nonostante la critica negativa per il suo secondo romanzo "Senilità" nel 1898, Svevo proseguì il suo percorso letterario.
Le origini e la formazione di Aron Hector Schmitz
Aron Hector Schmitz nacque a Trieste nel 1861 da una famiglia benestante ed ebrea. I suoi studi a Wurzburg lo indirizzarono verso la carriera di commercialista, come desiderava il padre, e gli permisero di apprendere quattro lingue, in particolare il tedesco, che gli diede accesso a opere fondamentali come quelle di Schopenhauer.
Nel 1878, Svevo rientrò a Trieste, dove si iscrisse a un istituto superiore commerciale, per rispettare le aspettative paterne.
Aveva però già sviluppato una passione segreta per la letteratura.
Il fallimento dell'azienda familiare lo costrinse a cercare un lavoro. Nel 1880 fu assunto presso la filiale triestina della Unionbank di Vienna come addetto alla corrispondenza in tedesco e francese.
Nonostante il lavoro, Svevo continuò a coltivare la sua passione per la scrittura, dedicando il tempo libero alla lettura dei classici italiani, in particolare Boccaccio e Machiavelli.
La nascita di Italo Svevo e le prime opere
Dopo il fallimento dell’azienda di famiglia, Aron Hector Schmitz si dedicò completamente alla letteratura e scelse lo pseudonimo Italo Svevo per esprimere il suo legame con entrambe le culture italiana e tedesca.Nel 1892 pubblicò a proprie spese il suo primo romanzo, Una vita, che venne ignorato dalla critica.
Nel 1898, sempre a proprie spese, pubblicò il secondo romanzo, Senilità, che ricevette critiche molto dure: gli venne rimproverato uno stile povero e un uso dell'italiano poco elegante.
Ciononostante, Svevo non abbandonò la letteratura, ponendo le basi per un riconoscimento postumo del suo valore.