Dammacco
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Concetti Chiave

  • Italo Svevo introduces the psychological novel using interior monologue, where the protagonist is often portrayed as socially, familiarly, and individually inept.
  • The narrative style evolves across Svevo's works: from an impersonal third-person narration in "Una vita" to a more introspective first-person stream of consciousness in "La coscienza di Zeno".
  • Svevo's novels differ from Joyce’s Ulysses, as Svevo maintains a literary framework for memories, while Joyce allows thoughts to flow freely without narrative constraints.
  • Antagonists in Svevo's novels embody what the protagonists aspire to be, often resulting in a complex relationship fueled by servility and resentment.
  • The ending of "La coscienza di Zeno" is ambiguously positive, hinting at humanity's potential self-destruction and the bourgeois class's inaction due to pessimism.

Indice

  1. Il Romanzo Psicologico di Svevo
  2. Evoluzione dello Stile Narrativo
  3. Confronto tra Svevo e Joyce
  4. Antagonisti e Protagonisti nei Romanzi
  5. Il Finale di "La coscienza di Zeno"

Il Romanzo Psicologico di Svevo

Svevo inaugura anche il romanzo psicologico con il monologo interiore, che in Jpyceprende il nome di Stream of Consciousness. Il protagonista è l’autore stesso e la caratteristica comune è l’inettitudine. Il protagonista così è l’inetto, visto da punti di vista differenti, quasi seguendo un climax discendente: si va infatti da una inettitudine sociale, a una famigliare e a una individuale.

In “Una vita” c’è un quadro sociale più ampio; in “Senilità” c’è un quadro famigliare: infatti tutte le vicende si realizzano tra i quattro protagonisti. In “La coscienza di Zeno” Zeno è il personaggio principale, mentre gli altri personaggi sono in funzione dei ricordi e la causa dei suoi problemi.

Evoluzione dello Stile Narrativo

Questo cambiamento si evidenzia anche nello stile narrativo: in “Una vita” il narratore è esterno, conosce le vicende, ma non è uno dei personaggi. C’è quindi un forte distacco tra le vicende e l’autore, tant’è che non ci sono riflessioni personali. In “Senilità’” la narrazione è più personale, nonostante resti ancorata alla terza persona. È una focalizzazione interna perché l’autore ha vissuto la storia; ci sono frequenti digressioni sul protagonista e sui diversi personaggi, che spesso sottolineano l’incapacità del protagonista di prendere le decisioni giuste. Egli quindi viene visto in modo negativo, tant’è che si parla di Senilità: la vecchiaia rappresenta la mancanza di attività mentale e il non fare. In “La coscienza di Zeno” è completamente diverso il modo di narrare gli eventi: viene pubblicato dallo psicanalista DOTTOR S., dopo che il protagonista aveva abbandonato le sue cure. Infatti Zeno aveva messo per iscritto le sue paure, ed essendo un diario, Zeno racconta in prima persona, secondo il flusso di coscienza, cioè ricordi senza limiti razionali.

Confronto tra Svevo e Joyce

L’opera è simile all’Ulysses di Joyce. Hanno in comune i tormenti del protagonista, ma sono diversi da un punto di vista narrativo: in Joyce non ci sono limitazioni narrative e i pensieri sono liberi di essere esposti, senza filtri letterari o razionali. Nell’opera di Svevo invece è presente una profonda dimensione letteraria: vi è un inquadramento dei ricordi in un contesto narrativo, pur essendo narrati in I persona.

Antagonisti e Protagonisti nei Romanzi

L’ultima differenza tra le due opere riguarda i protagonisti: in ogni romanzo di Svevo ci sono degli antagonisti che sono la realizzazione di ciò che il protagonista vorrebbe essere. Vi è inoltre un forte senso di servilismo del protagonista verso l’antagonista, che genera un forte odio e spirito di vendetta, consumato nell’ultimo romanzo di Svevo. Il suicidio goffo di Speier infatti è una sorta di ripicca verso il brillante protagonista. Nel romanzo “La coscienza di Zeno” l’antagonista è anche il padre che critica il figlio perché non sa fare scelte legittime. Il figlio così finirà per sentirsi vittima del padre, maturando notevole distanza nei suoi confronti, espressa dallo schiaffo in punto di morte.

Il Finale di "La coscienza di Zeno"

Il finale dell’opera è solo apparentemente positivo perché la vicenda si conclude con il successo economico e professionale del protagonista. Tuttavia negli ultimi righi si annuncia una esplosione che distruggerà il mondo e su questo evento sono state date due interpretazioni: da un lato l’umanità, proiettata verso il male, finirà per distruggere se stessa, ma dall’altro la classe borghese che, imprigionata nei suoi schemi non agisce come dovrebbe; la sua soluzione è la rinuncia ad intervenire perché non c’è nulla da fare (pessimismo) e all’uomo non resta che chiudersi in sé.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del monologo interiore nei romanzi di Svevo?
  2. Nei romanzi di Svevo, il monologo interiore inaugura il romanzo psicologico, permettendo al protagonista di esprimere la propria inettitudine attraverso una narrazione personale e introspettiva.

  3. Come evolve lo stile narrativo nei romanzi di Svevo?
  4. Lo stile narrativo evolve da un narratore esterno in "Una vita" a una narrazione più personale in "Senilità", fino al flusso di coscienza in prima persona in "La coscienza di Zeno".

  5. In che modo Svevo e Joyce differiscono nel loro approccio narrativo?
  6. Sebbene entrambi esplorino i tormenti del protagonista, Joyce utilizza un flusso di coscienza senza filtri, mentre Svevo inquadra i ricordi in un contesto narrativo letterario.

  7. Qual è la dinamica tra protagonisti e antagonisti nei romanzi di Svevo?
  8. Nei romanzi di Svevo, gli antagonisti rappresentano ciò che il protagonista vorrebbe essere, creando un senso di servilismo e vendetta, come illustrato nel suicidio di Speier.

  9. Qual è il significato del finale di "La coscienza di Zeno"?
  10. Il finale apparentemente positivo nasconde un pessimismo profondo, suggerendo che l'umanità o la classe borghese finiranno per autodistruggersi, con l'uomo che si chiude in sé stesso.

Domande e risposte

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