Concetti Chiave
- Italo Svevo è lo pseudonimo di Ettore Schmitz, usato per riflettere la sua identità culturale mista italiana e tedesca.
- Svevo visse tra Italia e Germania, influenzato dalla cultura letteraria tedesca e da filosofi come Schopenhauer e Freud.
- Nonostante iniziali insuccessi letterari, Svevo trovò il successo con "La coscienza di Zeno", grazie anche all'incoraggiamento di James Joyce.
- La sua scrittura esplora profondamente l'interiorità dei personaggi, criticando la psicoanalisi freudiana e la società borghese.
- Svevo fu influenzato da diverse teorie e autori, tra cui Darwin, Dostoevskij e Nietzsche, che ispirarono le sue critiche sociali e filosofiche.
Indice
L'identità complessa di Italo Svevo
Italo Svevo, è in realtà lo pseudonimo di Ettore Schmitz, poiché lui aveva una personalità "mista" e infatti vive un realtà italiana e una tedesca, in quanto è nato a Trieste, allora sotto dominio austriaco. Infatti "Italo" fa riferimento alle sue origini italiane, mentre "Svevo" alle origini sveve e quindi tedesche. Nelle sue opere, non scriverà mai il suo vero nome, forse perché non voleva far sapere che le aveva scritte lui, o forse perché voleva far conoscere la sua duplice personalità.
Nasce il 19 dicembre 1861 a Trieste in una famiglia borghese ebraica: la famiglia paterna era di origine austriaca, mentre quella materna di origine italiana.
Formazione e influenze culturali
Anche nello studio questo bilinguismo è protagonista, infatti studia nella scuola israelitica di Trieste, dove impara sia l'italiano che il tedesco. Successivamente si trasferisce in Baviera per continuare gli studi e in particolare apprendere le discipline tecniche e commerciali. Qui ha la possibilità di conoscere la cultura letteraria tedesca, come Schopenhauer (filosofo che lo influenzò molto) e Goethe. Ritorna poi a Trieste all'età di 17 anni, dove frequenta l'istituto superiore per il commercio. Nel 1880 l'industria di famiglia fallisce e quindi Italo si ritrova a lavorare nella Banca Union di Vienna, dove vi rimase per addirittura 18 anni anche se non era soddisfatto del suo lavoro.
Carriera e delusioni letterarie
Rispetto a tutti gli altri autori, non si dedica completamente alla scrittura, ma si occupa principalmente del lavoro e la scrittura la vede più come un passatempo. In questo periodo scrive per il giornale "L'indipendente", ma sotto lo pseudonimo di Ettore Samigli. In questo giornale scrive recensione teatrali e articoli di interesse letterario e filosofico, e nel tempo libero, oltre a dedicarsi alla scrittura, legge molti classici della letteratura.
Nel 1892 pubblica il suo primo romanzo, intitolato "Una vita", ma fu una grande delusione per lui perché non ebbe successo e nessuno (ne il pubblico, ne la critica letteraria) guarderà il suo libro.
Nel 1896 si sposa con sua cugina, Livia Veneziani, che ha 13 anni in meno di lui, ma aveva una buona condizione sociale e quindi Italo tornò ad essere economicamente stabile e il loro matrimonio fu tendenzialmente felice.
Dopo quest'unione, nel 1899, decide di andare a lavorare nell'azienda del suocero che procede vernici per imbarcazioni, dove diventa il direttore. Questo nuovo impiego lo porta a concentrarsi di più sul lavoro e ad abbandonare momentaneamente la scrittura. In realtà, non è solo per questo motivo che trascura la sua passione, ma a causa di un altro insuccesso letterario: infatti, nel 1898, pubblica il suo secondo romanzo intitolato "Senilità" che, come il primo, non ebbe nessun riscontro. E proprio a causa di questa seconda delusione, dal 1898 al 1915, Italo smise di scrivere (continua comunque a scrivere per qualche giornale).
Nonostante questa interruzione, non si ferma il suo interesse per la letteratura, infatti inizia a seguire Freud, perché suo cognato si fece curare da lui. Italo non era d'accordo con la psicoanalisi, ma era molto incuriosito dalla teoria dell'io (io= parte conscia, es= inconscio, super-io= collegamento) e per questo si occuperà della traduzione di alcune sue opere, tra cui i libro sull’interpretazione dei sogni.
Incontri e rinascita letteraria
Grazie la suo lavoro di direttore della fabbrica, che gli permette di fare numerosi viaggi (soprattutto Londra), fece l'incontro che cambierà la sua carriera letteraria, proprio a Trieste. Visti numerosi viaggi, decide di imparare l'inglese, e in una scuola di Trieste, conosce James Joyce (un famoso scrittore) che gli insegna questa nuova lingua e tra i due nasce una sincera amicizia. Infatti fu proprio Joyce a incoraggiare Italo a non smettere di scrivere perché i suoi romanzi erano molto belli e quindi lui aveva un talento. Fu quindi grazie al britannico che Italo scrisse il suo celebre romanzo "La coscienza di Zeno" (1923). Il romanzo venne pubblicato dopo la guerra perché durante il conflitto, la fabbrica di Italo ebbe uno stop (chi vernicia le barche durante la guerra) e quindi lui ebbe il tempo per ampliare il suo interesse per la psicologia e per completare il nuovo romanzo. Come gli altri due, all'inizio non ebbe successo, ma grazie ad un critico letterario triestino, Bobi Bazlen, che lesse questo romanzo e i precedenti, i riconoscimenti per Italo aumentarono. Infatti Bazlen scrisse diversi articoli sull'autore e addirittura un saggio intitolato proprio a lui, dove riconosce l'attualità e l'originalità della sua scrittura. In più, anche Eugenio Montale riconobbe "La coscienza di Zeno" come un'opera molto interessante e, a livello letterale, molto aulica. Infatti a differenza dei romanzi precedenti, questo analizza molto profondamente la coscienza del protagonista.
Successo e influenze letterarie
Grazie a questo romanzo, Italo ebbe un grande successo, e decise quindi di scriverne la continuazione, intitolandola "Il vecchione o Le confessioni di un vegliardo". Purtroppo non riuscirà mai a finire questa continuazione perché muore a causa di un incidente stradale nel 1928.
Teorie e critiche sociali
Svevo, nelle sue opere, da molta importanza all'interiorità dei personaggi, grazie alla conoscenza di diversi autori.
Viene influenzato da Freud, anche se lo critica perché non è d'accordo con la sua visione, infatti nella "Coscienza di Zeno" spiega come la psicoanalisi non è la soluzione. Schopenhauer invece, uno scrittore tedesco, lo influenza perché aveva individuato i meccanismi di autoillusione, secondo i quali l'uomo crede di poter fare delle scelte ma in realtà non è lui a scegliere. In più Italo, sempre grazie allo scrittore tedesco, ipotizza una teoria, molto presente in "Senilità", tra il lottatore, che si impegna per avere una vita da vincente, e il contemplatore, condannato alla sconfitta perché incapace di assumere un ruolo nella società. Da qui nasce proprio la visione dell'inetto (☆ vedi nell'opera "Una vita").
Un'altra teoria che affascina molto Italo è la teoria di Darwin della selezione naturale, poiché anche nella società bisogna lottare. In più, in tutti i suoi romanzi, troviamo una critica verso la borghesia, legata al socialismo e al marxismo.
Un'altro autore che influenzò Italo è Dostoevskij, poiché trova una motivazione alla non volontà dell'uomo di sconfiggere le difficoltà della vita.
In più, viene condizionato, anche se meno rispetto ad altri autori, da Nietzsche a causa della sua critica verso la cultura e la società, infatti anche Italo la critica perché priva di valori e felicità.
Vita personale e contesto storico
Come sostiene Italo stesso, lui non ha una vita molto entusiasmante, soprattutto rispetto a D'Annunzio, con il quale si passa solamente 2 anni. Inoltre è da notare la data della sua nascita poiché è la stessa dell'Unità d'Italia e poi nasce proprio a Trieste, città che visse periodi molto movimentati, passando dell'impero austriaco a quello italiano dopo la prima Guerra Mondiale.
Domande da interrogazione
- Qual è il vero nome di Italo Svevo?
- Dove è nato Italo Svevo?
- Quali lingue ha imparato Italo Svevo durante i suoi studi?
- Chi ha incoraggiato Italo Svevo a continuare a scrivere?
- Qual è il romanzo più famoso di Italo Svevo?
Il vero nome di Italo Svevo è Ettore Schmitz.
Italo Svevo è nato a Trieste.
Italo Svevo ha imparato sia l'italiano che il tedesco durante i suoi studi.
James Joyce ha incoraggiato Italo Svevo a continuare a scrivere.
Il romanzo più famoso di Italo Svevo è "La coscienza di Zeno".