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Sciascia, Leonardo - Biografia e Il giorno della civetta scaricato 1 volte

Concetti Chiave

  • Leonardo Sciascia, nato nel 1921 ad Agrigento, è stato un influente scrittore e politico italiano, noto per la sua denuncia del fenomeno mafioso attraverso opere teatrali e letterarie.
  • Si distinse per il suo impegno politico come consigliere comunale a Palermo e deputato nel Partito Radicale, esprimendo sempre un forte pessimismo e una costante ricerca di giustizia nelle sue opere.
  • Nei suoi romanzi, Sciascia esplorò la realtà contadina siciliana e il contrasto tra la forza della ragione e la violenza del potere mafioso, come dimostrato in opere come "Il giorno della civetta".
  • "Il giorno della civetta" è un racconto poliziesco che narra le indagini del capitano Bellodi su un omicidio mafioso, evidenziando l'omertà e le collusioni politiche che proteggono i colpevoli.
  • Sciascia utilizzò il suo acuto spirito di osservazione per esplorare le trame nascoste del potere politico e mafioso, creando narrazioni che combinano elementi di finzione e realtà storica.

Indice

  1. Vita e Opere di Leonardo Sciascia
  2. La mafia nelle opere di Sciascia: Il giorno della civetta
  3. Trama de Il giorno della civetta

Vita e Opere di Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia, personaggio di spicco della sfera politica e letteraria italiana, insegnante di scuola elementare, giornalista per importanti testate giornalistiche italiane quali "La Stampa" e il "Corriere della Sera" nacque nel 1921 a Racalmuto di Agrigento da una famiglia di artigiani.
Sin da giovane mostrò interesse per la letteratura, il periodo illuminista e il Settecento.
Fu il primo a trattare il fenomeno mafioso all’interno delle sue opere, denunciandolo attraverso il teatro (ad esempio "L'onorevole") e la scrittura.
Nel 1975 fu eletto come indipendente nelle liste del PCI al consiglio comunale di Palermo, ma si dimise presto a causa di disaccordo col partito. Partecipo al Partito Radicale e fu deputato dal 1979 al 1983.
Pessimista, scettico, ironico, sempre ossessionato dall’idea di giustizia, polemico razionalista dall’incisivo impegno politico e culturale, Sciascia ha espresso in saggi e romanzi la rabbia e la delusione provata per le atrocità avvenute nella Sicilia e nell’Italia di quegli anni.
Nelle sue opere, oltre a raccontare la realtà siciliana contadina sono presenti due fulcri interessanti: la forza della ragione e la verità che vanno in contrasto con la violenza e oscurità del potere mafioso.
Tra le sue opere piu’ importanti ricordiamo: “Il giorno della civetta”, “A ciascuno il suo”, “La morte dell’inquisitore”, “La scomparsa di Majorana”, "Le parrocchie di Regalpetra", “L'affaire Moro” nel quale parla del sequestro e dell'uccisione di Aldo Moro. Gli ultimi anni della sua vita si dedica alla saggistica storico-letteraria e allo studio del fenomeno mafioso, come nell'occasione del maxi-processo palermitano a Cosa Nostra del 1986, grazie alle dichiarazioni del "pentito" Tommaso Buscetta.
Sciascia muore a Palermo nel 1989.

La mafia nelle opere di Sciascia: Il giorno della civetta

Ancora nel 1961 nessuno aveva il coraggio di pronunciare la parola “mafia” ma egli fu il primo a parlarne all'interno di un racconto letterario ovvero “Il giorno della Civetta”, un romanzo in parte storico e in parte giallo che si ispirò a fatti realmente accaduti in Sicilia ovvero l’omicidio del sindacalista comunista Accursio Miraglia, assassinato dalla mafia a Sciacca nel gennaio del 1947.
Nel “Il giorno della civetta” Sciascia tratta il tema della mafia da 360°: dal punto di vista storico, sociale e morale.
In quest’opera Sciascia narra di un aspro contrasto fra un giovane ufficiale ex partigiano, arrivato in Sicilia per combattere la mafia, e un capo-mafia potente e solitario, destinato ad avere la meglio grazie al contributo con il contributo dell’omertà.

Trama de Il giorno della civetta

Il racconto parla del capitano Bellodi, ex partigiano, repubblicano settentrionale che conduce un’inchiesta per scoprire i nomi dei mandanti di un delitto di mafia, la cui vittima era Salvatore Colasberna, presidente di una piccola cooperativa. Bellodi risale al capomafia locale, Mariano Arena e lo incrimina ma a causa del favoreggiamento del mondo politico, gli imputati vengono scagionati. A Bellodi viene data la possibilità di tornare a Parma, sua città natale, e rinunciare al caso ma decide di tornare in Sicilia e continuare il lavoro.
Nello specifico “Il giorno della civetta” racconta di Accursio Miraglia, che Sciascia nell’opera chiamò Salvatore Colasberna, un imprenditore ucciso, mentre sta per prendere un autobus diretto a Palermo, per mano mafiosa.
Le indagini di questo delitto furono affidate al comandante dei Carabinieri di Agrigento Renato ovvero il Capitano Bellodi, ex partigiano di Parma.
Arrivati sulla scena del crimine, i carabinieri dovettero subito fare i conti con l’omertà popolare. Tutti si i passanti e i passeggeri dell’autobus si dileguarono, nessuno aveva visto e sentino niente circa la vicenda. I militari dell’arma riuscirono a parlare soltanto con l’autista e il bigliettaio i quali dichiararono di non aver assolutamente assistito all’episodio e di non conoscere l’identità della vittima, ovvero Salvatore Colasberna. Dopo tanti sforzi i carabinieri riuscirono ad ottenere le dichiarazioni di un venditore di panelle (frittelle di ceci palermitane) che, dopo due ore e mezza di interrogatorio, ammise di aver sentito degli spari provenire dall’angolo della chiesa.
La figura del capitano Bellodi, si contraddistingue per il forte senso di onore e giustizia che lo spingono a non arrendersi dinanzi all’omertà generale e a proseguire le indagini riuscendo a trovare tutta una serie di indizi che collegano l’omicidio alle organizzazioni mafiose locali (legate a don Mariano Arena) e alle forze politiche al potere, grazie anche al contributo del mafioso Calogero Dibella, successivamente ucciso.
Dopo una serie di vicissitudini Bellodi, grazie anche all’aiuto di altri personaggi del racconto riesce a scoprire il nome del presunto assassino, tale Diego Marchica detto Zicchinetta, e dei suoi mandanti (Rosario Pizzuco e don Mariano), i quali poco dopo verranno rilasciati e a godere della stima del boss don Mariano, che lo considera un "uomo" in mezzo a molti "quaquaraquà". Vediamo come a causa di forti pressioni politiche (la Democrazia Cristiana) e gli alibi costruiti da influenti personaggi politici, Zicchinetta verrà scagionato, il caso archiviato e nel corso del confronto si reputerà la mafia pura invenzione dei comunisti e il delitto di Colasberna verrà fatto risalire a un caso di infedeltà coniugale. Inseguito Bellodi venne mandato nella sua città natale per una vacanza forzata e dichiara di volersi "rompere la testa" tornando in Sicilia a combattere la mafia.
Essendo attento osservatore delle oscurità della vita politica e sociale di quegli anni, caratterizzate da trame occulte, da segrete collusioni di potere tra organi dello Stato, società segrete e criminalità organizzata, da misfatti incredibili e stragi rimaste impunite, dalla corruzione e dall’allentarsi dei vincoli della società civile, nelle opere di Sciascia emerge un’ostinata ricerca della verità e la fiducia che, nonostante tutto, vi possa esistere una convivenza tra cittadini fondata sulla giustizia, sulla trasparenza, sull’onestà.
Da questa sua attenta osservazione Sciascia dà vita ad in una serie di opere in cui tratta con lucidità e vigore le relazioni che intercorrono tra il fenomeno mafioso e il potere politico.
La forma narrativa prediletta fu il racconto poliziesco, in cui l’indagine è affidata a un personaggio portatore di valori di giustizia e razionalità.
Il racconto di Sciascia è un racconto storico, un documentario, un commento alla storia attraverso l’invenzione.
In Sciascia non si riesce a distinguere tra scrittura come invenzione e scrittura come realtà, come documento di quello che accade.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Leonardo Sciascia e quale fu il suo contributo alla letteratura italiana?
  2. Leonardo Sciascia era un importante scrittore e giornalista italiano, noto per aver trattato il fenomeno mafioso nelle sue opere. Nato nel 1921 a Racalmuto, Sciascia ha espresso la sua rabbia e delusione per le atrocità in Sicilia e in Italia attraverso saggi e romanzi, tra cui "Il giorno della civetta".

  3. Qual è il tema principale de "Il giorno della civetta" di Sciascia?
  4. "Il giorno della civetta" affronta il tema della mafia da un punto di vista storico, sociale e morale, narrando il contrasto tra un giovane ufficiale e un capo-mafia, evidenziando l'omertà e la collusione politica che ostacolano la giustizia.

  5. Come viene rappresentata la mafia ne "Il giorno della civetta"?
  6. La mafia è rappresentata come un potere oscuro e violento che si scontra con la forza della ragione e della verità. Il romanzo mostra come l'omertà e le collusioni politiche impediscano la risoluzione dei crimini mafiosi.

  7. Chi è il protagonista de "Il giorno della civetta" e quale ruolo svolge nella trama?
  8. Il protagonista è il capitano Bellodi, un ex partigiano che conduce un'inchiesta per scoprire i mandanti di un delitto di mafia. Nonostante le pressioni politiche e l'omertà, Bellodi continua a cercare la verità e la giustizia.

  9. Quali sono le opere più importanti di Leonardo Sciascia oltre a "Il giorno della civetta"?
  10. Tra le opere più importanti di Sciascia ci sono "A ciascuno il suo", "La morte dell’inquisitore", "La scomparsa di Majorana", "Le parrocchie di Regalpetra" e "L'affaire Moro", che trattano temi di giustizia, verità e potere mafioso.

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