Concetti Chiave
- "Le ceneri di Gramsci" di Pasolini è un componimento in terzine di endecasillabi con rime spesso incatenate e imperfette.
- L'introduzione del poema riflette sulla morte e sepoltura di Antonio Gramsci, sepolto nel cimitero degli inglesi a Roma.
- Pasolini dialoga con Gramsci, paragonandolo a Gesù Cristo per il suo impegno verso i poveri e la coerenza ideologica.
- L'autore critica il moderno intellettuale borghese, diviso tra formazione teorica "borghese" e condizioni economiche "povere".
- Pasolini esamina la sua vita di intellettuale, esprimendo dubbi sul significato e l'impatto delle sue risorse intellettuali.
“Le ceneri di Gramsci” è uno dei componimenti più conosciuti di Pier Paolo Pasolini, è incluso nell’opera omonima pubblicata nel 1954, anche se venne composto nel 1954. Presenta diverse terzine di endecasillabi, le cui rime sembrano nella maggior parte dei casi incatenate e anche imperfette, l’autore aggiunse oltretutto un’introduzione in cui rimembra la storia di Antonio Gramsci, o meglio, la sua morte e sepoltura presso il cimitero degli inglesi nella capitale italiana.
Indice
Riflessioni di Pasolini sulla lapide
Pasolini riporta le parole della lapide “Sul cippo si leggono solamente le parole Cinera Gramsci, con le date”, quindi il titolo non diventa una scelta causale, bensì la traduzione italiana dalle parole latine scritte sulla tomba. L’autore si trova dunque di fronte alla lapide di Antonio Gramsci e questo provoca in lui una profonda riflessione interiore che presto si trasforma in un monologo con il defunto, il quale sembra assumere le sembianze di una sorte di Gesù Cristo, in quanto per lui sono entrambi nati e morti per la salvezza dei poveri ed entrambi rappresentano ed incarnano un modello di coerenza ideologica che si concretizza in azioni vere e proprie e non rimane solamente a livello astratto.
Contraddizioni dell'intellettuale moderno
Le considerazione di Pasolini inizia tramite una riflessione sul tipico moderno intellettuale, che appare ovviamente “borghese” per quanto riguarda la sua preparazione e formazione teorica, tuttavia “povero” dal punto di vista economico, contraddicendo quindi la sua classe sociale.
Lotta contro le ingiustizie sociali
I borghesi sono infatti conosciuti per essere particolarmente sensibili alla bellezza e all’estetica, tuttavia vengono costretti a vivere una vita in una “desolante condizione di diseredato”, in cui viene costretto a sopportare “umilianti speranze”. La riflessione di Pasolini si rivolge anche a quelli che sono stati i suoi obiettivi in vita, ovvero la sua lotta contro le ingiustizie sociali, ma il suo operato non è bastato per risolvere queste questioni, non a caso l’autore riporta di sentire, al di fuori del cimitero, “dal dimesso rione, un vibrare di incudini, in sordina, soffocato e arrocante”. Di fronte a questo, e alla tomba di Gramsci, Pasolini si vede costretto a perpetuare un esame di coscienza in cui mette a nudo tutte quelle che sono le sue difficoltà per la vita da intellettuale che svolge, nonché tutti gli errori che ha commesso in passato, arrivando addirittura al punto di perdere ogni spunto di significato profondo alle proprie risorse intellettuali, e infatti a proposito afferma “ma a che serve la luce?”.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del titolo "Le ceneri di Gramsci"?
- Come Pasolini vede la figura di Antonio Gramsci?
- Quali contraddizioni Pasolini identifica nell'intellettuale moderno?
- Qual è la riflessione di Pasolini sulla lotta contro le ingiustizie sociali?
Il titolo "Le ceneri di Gramsci" deriva dalle parole latine "Cinera Gramsci" incise sulla lapide di Antonio Gramsci, che Pasolini osserva nel cimitero degli inglesi a Roma. Questo provoca in lui una profonda riflessione interiore.
Pasolini vede Gramsci come una figura simile a Gesù Cristo, entrambi nati e morti per la salvezza dei poveri, incarnando un modello di coerenza ideologica che si concretizza in azioni reali.
Pasolini identifica una contraddizione nell'intellettuale moderno, che è "borghese" nella formazione teorica ma "povero" economicamente, contraddicendo la sua classe sociale.
Pasolini riflette sulla lotta contro le ingiustizie sociali, riconoscendo che i suoi sforzi non sono stati sufficienti per risolvere tali questioni, e si interroga sul significato delle sue risorse intellettuali, chiedendosi "ma a che serve la luce?".