Concetti Chiave
- La poesia esplora la brutalità umana, descrivendo atti di violenza tra uomini che si privano dell'essenza stessa dell'umanità.
- Viene sottolineata la paura del riconoscimento nei "buoni" che preferiscono ignorare piuttosto che affrontare i colpevoli, temendo di vedersi riflessi in loro.
- Strutturalmente, la poesia utilizza figure retoriche come anafore, climax, e metafore per esprimere l'intensità della violenza e dell'indifferenza.
- Il meccanismo della diversità è esplorato come un modo per le persone di sentirsi superiori, etichettando i colpevoli come "diversi" o "mostri".
- L'autore critica l'indifferenza e l'irresponsabilità, esortando a denunciare le ingiustizie e a non restare muti di fronte alla crudeltà.
1 Sanguina da tutte le sue parti il loro corpo,
2 si decimano le loro bande proditoriamente,
3 si scuoiano gli uni agli altri la pelle dalla fronte,
4 si strappano l'immagine dell'uomo
5 dalle loro opposte facce vicendevolmente
6 a gara derubano della loro persona gli incolpevoli,
7 a gara li umiliano e li vendono
8 o all'alba si ritrovano il loro sangue sotto le unghie -
9 e voi che alzate gli occhi su di loro
10 e subito li chiudete bene e forte col sigillo delle dita
11 timorosi di conoscerli, spaventati di ravvisarvi,
12 non è questo, lo so, che volete sentirvi dire
13 eppure non c'è nulla a cui più appassionatamente pensi -
14 parla alto, parla distintamente sotto la grande cupola
15 di sordità la mia ben poca anima
16 ancora viva tra le sue rovine. E voi? Muti.
Indice
Il Corpo e la Violenza
Il loro corpo sanguina da ogni parte, si uccidono fra di loro a tradimento, si strappano la pelle dalla faccia vicendevolmente, si strappano l’immagine stessa dell’essere umano; fanno a gara ad uccidere gli innocenti, ad umiliarli e a venderli oppure, all’alba, si trovano sotto le unghie il loro sangue.
La Paura del Riconoscimento
-E voi, che li guardate e subito vi coprite gli occhi con le mani perché avete paura di riconoscerli, di vedervi riflessi in loro, non volete sentirvi dire quel che sto per dirvi, lo so, eppure non c’è nient’altro a cui io pensi con così tanta forza- grida la mia anima, parla chiaramente sotto la campana fatta di sordità la mia piccola coscienza che ancora vive nonostante sia in mezzo alle rovine. E voi? State muti.
Struttura e Figure Retoriche
La poesia è composta da tre strofe, di diversa lunghezza (cinquina, terzina, ottava), i versi sono liberi e sciolti (cioè non c’è uno schema di rime riconoscibile); solo in un caso si registra una rima (vv. 2 e 4).
-Anafora: vv. 2-3-4 (“si”); vv. 6-7
-Climax: vv. 2-3-4 (“si decimano, si scuoiano, si strappano”) e vv. 6-7 (“derubano, umiliano, vendono”)
-Metonimia: il concreto per l’astratto v. 6 (persona per anima o vita)
-Metafora: v 10 (“il sigillo delle dita”); vv. 14-15 (“cupola di sordità”); v. 16 (“le sue rovine”)
-Parallelismo: v.11 (“timorosi di conoscerli, spaventati di ravvisarvi”)
-Enjambement: vv. 14-15-16
-Allitterazione: v. 16 (in V e R)
Lessico e Pronomi Possessivi
Il lessico è carico di termini forti e cruenti, i verbi e gli avverbi sottolineano l’inumanità, l’efferatezza dei comportamenti, la mancanza di rispetto e di coraggio nell’affrontarsi (“proditoriamente”) e nello stesso tempo la diffusa bestialità che coinvolge tutti (“gli uni agli altri “, “vicendevolmente”)
La poesia ha una forte presenza di pronomi personali e aggettivi possessivi (soprattutto del pronome possessivo di terza persona plurale) che insistono nell’attribuire la”proprietà” di ciò che viene descritto ( “il loro corpo” v. 1; “le loro bande” v. 2; “dalle loro opposte facce” v. 5; “della loro persona” v. 6; “il loro sangue” v. 8; “su di loro” v.9), quasi ci fosse bisogno di sottolineare in continuazione “chi fa cosa a chi”.
Descrizione della Bestialità Umana
La poesia è tratta da “Tutte le poesie” del 1996 e descrive la bestialità con cui gli uomini sono capaci di ferirsi, uccidersi e privare un loro simile persino dell’essenza dell’umanità. I “cattivi” vengono descritti come bestie che cacciano di notte o come sanguinari esseri primitivi che si fanno forza nel branco (“le loro bande”) e attaccano gli avversari senza nemmeno riconoscere la comune appartenenza alla famiglia umana (“si strappano l'immagine dell'uomo / dalle loro opposte facce vicendevolmente”). Da questa ferinità non vengono risparmiati neppure gli innocenti che fanno la fine delle vittime sacrificali, vengono uccisi, venduti, umiliati, pestati.
Gli altri, quelli “buoni” vedono le azioni violente commesse intorno a loro, ma preferiscono tapparsi gli occhi e fare finta di nulla perché temono di riconoscere i colpevoli di tanta cattiveria, o peggio, temono di riconoscere negli occhi di questi “mostri” qualcosa che anche loro provano: una rabbia occasionale, una reazione brusca, un desiderio di vendetta…..Se riconoscessero che anche loro provano gli stessi impulsi dei “cattivi” non potrebbero più etichettarli come bestie crudeli, ma dovrebbero prendere in considerazione che anche questi crudeli assassini sono uomini e che tutti (in quanto esseri umani che provocano gli stessi impulsi) sono “ a rischio” di trasformarsi in bestie.
Il Meccanismo della Diversità
Il meccanismo è molto sottile e molto vero: ognuno di noi, di fronte ad un’azione crudele ed efferata tende a etichettare il responsabile come un mostro, un pazzo, un diverso, per poter intimamente gioire di essere diverso e sentirsi soddisfatto di essere migliore di lui. Questo meccanismo funziona solo se l’altro è percepito come assolutamente diverso da sé, altrimenti scatterebbe un’identificazione pericolosa, che prevederebbe la compassione, l’ascolto, la comprensione.
L'Indifferenza e la Responsabilità
I “buoni", come bravi farisei, ci tengono a mostrarsi come diversi, come estranei a certi meccanismi e rimangono muti, come se la questione non li interessasse.
Proprio contro questa indifferenza si scaglia con forza l’autore che interpella tutti (usando il "voi") e mette ciascuno di fronte alla propria responsabilità. Non basta fare come le scimmiette “non vedo, non sento, non parlo” per risolvere il problema, la soluzione, secondo Luzi, sta invece nel denunciare ad alta voce ciò che accade, nel gridare con forza e distintamente anche di fronte a chi non vuole stare ad ascoltare.
La Morale e la Responsabilità
La morale è come una città bombardata, in rovina, la responsabilità personale e collettiva è svanita perché ognuno vive sotto una campana di vetro che lo isola da ogni contatto con l’esterno e rende sordi alle richieste di giustizia.
La poesia di Luzi è un attacco forte e appassionato contro chi si sente responsabile solo di ciò che accade “nel proprio orticello”, che non vuole prendersi responsabilità, che ha abdicato al suo compito di cittadino attivo, onesto e attento. La poesia ha ormai 15 anni, ma è ancora attualissima e invita a non chiudere gli occhi di fronte ai molti e crudeli massacri nel mondo, alle guerre ingiuste e fratricide, alle torture e ai soprusi che colpiscono gli uomini in ogni parte del mondo.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della poesia analizzata?
- Come viene rappresentata la paura del riconoscimento nella poesia?
- Quali figure retoriche sono utilizzate nella poesia?
- Come viene descritto il meccanismo della diversità?
- Qual è il messaggio morale della poesia?
La poesia tratta della violenza e bestialità umana, descrivendo come gli uomini si feriscano e uccidano tra loro, privandosi dell'essenza dell'umanità.
La paura del riconoscimento è rappresentata attraverso l'immagine di persone che chiudono gli occhi per non vedere le atrocità e per non riconoscere in sé stessi gli stessi impulsi dei "cattivi".
La poesia utilizza diverse figure retoriche, tra cui anafora, climax, metonimia, metafora, parallelismo, enjambement e allitterazione.
Il meccanismo della diversità è descritto come un processo in cui si etichetta il responsabile di azioni crudeli come un mostro per sentirsi migliori, evitando l'identificazione e la compassione.
Il messaggio morale della poesia è un invito a non essere indifferenti e a prendere responsabilità, denunciando le ingiustizie e non chiudendo gli occhi di fronte ai massacri e soprusi nel mondo.