Concetti Chiave
- Carlo Levi in "Cristo si è fermato a Eboli" rappresenta il mondo contadino come arretrato, rassegnato e contrapposto alla borghesia corrotta.
- Il libro è una narrazione di fatti reali, basato sull'esperienza personale di Levi durante il confino in Lucania negli anni '30.
- Levi mostra simpatia e interesse per il mondo contadino, trovandovi valori positivi come spontaneità e autenticità, opposti al conformismo borghese.
- Il confronto tra Levi e Pavese evidenzia differenze nell'atteggiamento verso il progresso e la civiltà, con Levi che valorizza aspetti sani del mondo contadino.
- "Cristo si è fermato a Eboli" è un intreccio tra memorialistica e saggio sociologico, non un romanzo di pura invenzione narrativa.
Indice
Il Mondo Contadino di Carlo Levi
A proposito dell’autore italiano Carlo Levi, si può parlare del mondo contadino, e del populismo, cioè l’attenzione agli umili, e quindi ai ceti subalterni. In modo particolare, nel libro di Carlo Levi, intitolato “Cristo si è fermato a Eboli”, vi è la rappresentazione di un mondo arretrato,
estraneo alla trasformazione, alla modernità, all’industria e alla città. Si tratta di un mondo legato a una mentalità arretrata e caratterizzato dalla rassegnazione (non vi è una prospettiva di cambiamento ma prevale infatti un atteggiamento di rassegnazione). Carlo Levi è progressista ma coglie un valore positivo anche in queste caratteristiche del popolo contadino che ritrae. Perché è positiva questa fascia della società? Perché si contrappone alla borghesia, che invece è caratterizzata da falsità, corruzione e ipocrisia (stessa contrapposizione trovata in Moravia).
Contrasti tra Levi e Pavese
Inoltre, è di particolare rilevanza fare un confronto tra Pavese e Levi per quanto riguarda l’atteggiamento nei confronti del progresso.
Pavese contrappone al primitivo la civiltà e il progresso, infatti mette in luce l’estrema violenza, l’arretratezza, il carattere primitivo del mondo contadino. Invece, la rassegnazione del mondo contadino presentata da Levi ci fa pensare a una posizione progressista da parte dell’autore, ma ci fa pensare ancora ad una condivisione di questo mondo che viene valorizzato per alcuni aspetti ritenuti sani, non contaminati.
Memorialistica e Esperienza Personale
Inoltre, Carlo Levi è presentato all’interno del genere della memorialistica, forma di narrazione, che a differenza del romanzo, riferisce non fatti inventati, bensì fatti realmente accaduti; inoltre si tratta di fatti che riguardano l’esperienza personale di chi narra, che si sono impressi nella sua memoria.
Il Confino e la Scoperta del Sud
“Cristo si è fermato a Eboli” è infatti il resoconto di un’esperienza particolare, ossia una parentesi molto significativa nella vita dello scrittore: il confino in Lucania negli anni Trenta, che gli fu inflitto dal regime per le sue posizioni antifasciste. Tuttavia, il confino offrì anche l’occasione per Levi di conoscere l’ambiente contadino del Sud, molto arretrato rispetto al Nord avanzato e industrializzato da cui egli proveniva. Da intellettuale, Levi mostrò una fraterna disponibilità, infatti non si isolò da quel mondo primitivo, ma vi si accostò curioso di indagarne costumi e mentalità.
Levi: Intellettuale e Pittore
Carlo Levi era torinese e fu un pittore di rilievo. “Cristo si è fermato a Eboli” non era in realtà un romanzo, sebbene la dimensione narrativa fosse rilevante. Esso era piuttosto un complesso intreccio di documento memoriale e di saggio sociologico e antropologico. Pur essendo un intellettuale progressista di sinistra, Levi sembra essere conquistato da questo mondo primitivo, poiché affascinato dalla spontaneità, dall’autenticità, dalla solidarietà (valori incontrati in “Una vita violenta” attribuiti a Tommaso Puzzilli, che si contrappongono al conformismo e alla ipocrisia).
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del libro "Cristo si è fermato a Eboli" di Carlo Levi?
- Come si differenziano le visioni di Levi e Pavese riguardo al mondo contadino?
- In che modo "Cristo si è fermato a Eboli" si inserisce nel genere della memorialistica?
- Qual è l'importanza del confino per Carlo Levi?
Il libro rappresenta il mondo contadino arretrato, estraneo alla modernità e caratterizzato dalla rassegnazione, ma valorizzato per la sua autenticità e contrapposto alla borghesia corrotta.
Levi vede il mondo contadino con una prospettiva progressista, apprezzandone alcuni aspetti sani, mentre Pavese lo considera primitivo e arretrato, contrapponendolo alla civiltà e al progresso.
Il libro è un resoconto di fatti realmente accaduti, basato sull'esperienza personale di Levi durante il suo confino in Lucania, e non su eventi inventati.
Il confino in Lucania permise a Levi di scoprire e avvicinarsi al mondo contadino del Sud, arricchendo la sua comprensione e rappresentazione di quella realtà arretrata rispetto al Nord industrializzato.