Concetti Chiave
- Nel secondo dopoguerra si diffonde la poesia in dialetto, parallela alla letteratura prosa dialettale, rappresentando il folklore regionale italiano.
- Pier Paolo Pasolini, uno dei principali esponenti, scriveva in dialetto friulano, esordendo con la raccolta "Poesie a Casarsa" nel 1942.
- Pasolini, nato a Bologna, sceglie consapevolmente il dialetto di Casarsa, legato alla sua infanzia e alla figura materna, per descrivere un mondo puro.
- Collabora con Mario Dell’Arco per l'antologia "Poesia dialettale del novecento", valorizzando un genere spesso ignorato e giudicato provinciale.
- Virgilio Giotti, esempio di poeta dialettale, utilizza il dialetto triestino nella poesia, elevandolo a lingua aulica, nonostante non fosse la sua lingua quotidiana.
Indice
La poesia dialettale di Pasolini
Oltre alla letteratura prosa scritta nei vari dialetti che contraddistinguono le varie identità regionali italiani e che sicuramente hanno un ruolo essenziale nella rappresentazione del folklore tipico di ogni realtà, nel secondo dopoguerra si sviluppa anche un genere parallelo molto simile, ovvero la poesia scritta in dialetto, di cui uno degli esponenti principali fu sicuramente Pier Paolo Pasolini, che scriveva principalmente in dialetto friulano. Non a caso l’autore esordì nella scena della letteratura italiana pubblicando nel 1942 la raccolta conosciuta come “Poesie a Casarsa” in cui appunto la maggior parte dei componimenti prevedevano un utilizzo della lingua della regione del Friuli Venezia Giulia, a cui lui era particolarmente legato in quanto la madre era originaria proprio di questa regione.
L'importanza di Casarsa per Pasolini
La madre nello specifico era nata nella città di Casarsa, e questo luogo fu particolarmente caro anche a Pier Paolo Pasolini stesso, lui infatti passò qui la maggior parte delle proprie estati infantili e nel 1944 decise di fondare il periodico di poesia dialettale conosciuto in questi luoghi come “Stroligut de cà da l’aga”, che significa letteralmente “lunario di qua dell’acqua”. Fondamentale è il fatto che in realtà il dialetto di Casarsa non fosse la sua lingua primaria e che non la utilizzasse nella sua vita quotidiana, Pasolini era infatti nato e cresciuto a Bologna, quindi il fatto di utilizzare questa lingua rappresenta una scelta consapevole e precisa, con l’obiettivo di raggiungere la descrizione di un mondo puro e incontaminato, che associava sicuramente anche alla figura della madre.
Collaborazioni e pregiudizi nella poesia dialettale
Proseguendo per la stessa direzione, Pasolini collaborò con Mario Dell’Arco per realizzare l’antologia “Poesia dialettale del novecento” in cui veniva spiegata e articolata la poesia dialettale nel corso del ventesimo secolo in modo da portare dignità ad un genere spesso giudicato ed ignorato. Oltre infatti alla palese barriera linguistica che si interpone tra il testo e coloro che non riescono a comprenderlo, nella poesia dialettale emerge anche un altro aspetto si pregiudizio, ovvero la sua considerazione come un genere provinciale. Un altro caso esemplare di questa poetica fu sicuramente Virgilio Giotti, originario di Trieste e che scrive nel dialetto della sua città natale, ma importante è il fatto che non parlasse questo dialetto quotidianamente, lo utilizzava prettamente infatti nella poesia, quasi appunto a volerlo eleggere a lingua aulica.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della poesia dialettale nella letteratura italiana del dopoguerra?
- Perché Casarsa è importante per Pasolini?
- Qual è stata la collaborazione di Pasolini con Mario Dell’Arco?
- Quali pregiudizi affronta la poesia dialettale?
La poesia dialettale, sviluppatasi nel dopoguerra, rappresenta le identità regionali italiane e il folklore locale, con Pier Paolo Pasolini come uno dei principali esponenti, scrivendo in dialetto friulano.
Casarsa è importante per Pasolini perché è la città natale di sua madre e un luogo caro della sua infanzia, dove fondò il periodico di poesia dialettale "Stroligut de cà da l’aga".
Pasolini collaborò con Mario Dell’Arco per creare l'antologia "Poesia dialettale del novecento", che mirava a dare dignità alla poesia dialettale, spesso giudicata e ignorata.
La poesia dialettale affronta pregiudizi legati alla barriera linguistica e alla sua considerazione come un genere provinciale, nonostante il suo valore culturale e letterario.