L'800: Innovazioni, Crisi dell'Artista e la Scapigliatura

Innovazioni del XIX secolo

L’800 è il secolo in cui trionfa la modernità. Nasce il treno, il telefono, il telegrafo, l’automobile che trasformano il modo di vivere lo spazio e il tempo, rendendo agevoli e rapide le comunicazioni e il trasporto.

Crisi dell'artista nell'800

Nelle società capitalisticamente più avanzate il poeta o l’artista non solo fa esperienza della folla, ma diventa uno della folla.

Subisce un processo di massificazione. Perde la propria funzione, che si chiama la perdita dell’aureola l’analoga perdita di sacralità subita dalla figura dell’artista. L’artista non si sente più centrale nella società, ma marginale; sempre più s’identifica con figure di emarginati e di diversi. Il personaggio del ‘poeta maledetto’, reietto della società, omosessuale, ribelle, emarginato, drogato, folle, vagabondo, scioperato. Dopo l’Unità, la funzione dell’intellettuale entra in crisi. Per la prima volta viene teorizzata l’impersonalità: lo scrittore deve rinunciare a prendere posizione e limitarsi alla rappresentazione oggettiva della realtà. È una svolta radicale rispetto al realismo romantico.

La Scapigliatura in Italia

Il movimento della Scapigliatura si sviluppa in Italia subito dopo l’Unità, nelle due città economicamente più avanzate, Milano e Torino. Le sue caratteristiche principali sono:

1 – Il ribellismo giovanile

2- La protesta antiborghese e anticonformistica (fa tutto a modo suo)

3 – Identificazione del lettore come un nemico

Il nome deriva dal titolo di un romanzo pubblicato da Cletto Arrighi: La scapigliatura e il 6 febbraio. Il termine è l’equivalente del francese bohème (zingaro).

I modelli cui si ispirano sono per lo più il gusto per il macabro, per il sogno e per il fantastico.

Trama di "Fosca" di Tarchetti

Tra i narratori principali della Scapigliatura abbiamo Iginio Ugo Tarchetti. L’opera più famosa di Tarchetti è “Fosca”. È scritto in prima persona. Il protagonista, Giorgio ha una relazione d’amore con la bella e solare Clara, quando allo stesso tempo conosce Fosca, donna bruttissima e gravemente ammalata. Su richiesta del medico che cura la ragazza, Giorgio finge di corrispondere all’amore di lei. In realtà è diviso egli stesso fra attenzione e repulsione. Il brutto, la morte, il macabro esercitano su di lui un fascino irresistibile. Fosca innamorata rivela straordinaria passionalità, dolcezza, rabbiosa possessività. Giorgio finisce lui stesso per ammalarsi degli stessi sintomi della donna e viene indotto dai medici a lasciarla e ad andare ad abitare altrove. L’ultima sera prima della partenza, Fosca ammette la propria passione e rivela il suo legame con Giorgio. Contemporaneamente Clara per lettera lo informa della propria decisione di troncare la loro relazione. Giorgio allora si convince che l’unico amore vero della sua vita è quello con Fosca e passa con lei una notte d’amore che sarà fatale per la donna e da cui egli esce ancora più affetto dagli stessi sintomi di epilessia che avevano colpito l’amante.